La prima stagione di Loki è meravigliosa anche se ci ha lasciato appesi e senza risposte. Recensione
La prima stagione di Loki si è conclusa e possiamo assolutamente dire che è meravigliosa, forse uno dei migliori prodotti mai creati dalla Marvel, anzi, a volte ci si dimenticava che fosse un prodotto MCU, che è assolutamente al contrario di quello che dovrebbe essere, visto che l’intero concetto del MCU è che ogni storia, che sia un film di successo o uno show televisivo in streaming, debba essere al servizio di un arco narrativo più grande. Non si sta solo guardando quello che succede ai personaggi sullo schermo, ma tutto è collegato a quello che verrà dopo o a quello che c’è stato prima.
La prima stagione di Loki, alla fine, non si allontana del tutto da questo concetto, in particolare per via della sua conclusione (se così si può chiamare) che introduce il prossimo grande cattivo di questo universo. Ma come le varianti che abitano il mondo di Loki fuori dal tempo, i sei episodi della prima stagione si ritagliano una linea temporale tutta loro rendendo la serie forse la più autonoma del MCU fino ad oggi. Quindi si può scegliere di vederla come una parte dell’universo cinematografico Marvel oppure come ciò che è veramente: un eccellente pezzo di fantascienza, a cui però manca un finale e non ci basta sapere che ci sarà la seconda stagione, visto che i presupposti non sono particolarmente incoraggianti.
Certamente c’è un sacco di spazio per le ipotesi su cosa ci aspetta nella prossima stagione, ma il fatto è che il prossimo capitolo del viaggio di Loki non sarà nemmeno raccontato su Disney+, dato che Hiddleston, a quanto si dice, sarà in Doctor Strange nel Multiverso della Follia e non si sa quando potremo tornare per risolvere gli eventi del finale della prima stagione. Abbiamo aperto letteralmente le porte al Multiverso e questo sicuramente darà il via a alla Fase 4, questo non toglie però che Loki è una serie e non può essere solo un ponte. I cliffhanger sono una cosa; chiunque sia cresciuto guardando la TV degli anni ’90 ha imparato a proprie spese come gestire i drammatici finali di stagione, ma Loki non ha solo lasciato appesi i suoi personaggi a un precipizio, li ha proprio spinti giù lasciandoli sospesi a mezz’aria per chissà quanto tempo. Così il dramma fantascientifico Disney+, che racconta gli eventi che seguono la fuga di Loki dalla linea temporale prestabilita, ha trovato il suo più grande colpo di scena “For All Time. Always.” dopo i titoli di coda con la conferma di una seconda stagione. È un peccato perché siamo rimasti orfani di una serie che stava andando meravigliosamente nella direzione giusta, mentre adesso non sappiamo più cosa aspettarci.
Quindi con le pive nel sacco ritorniamo nella Sacra Linea Temporale della Marvel e ricollochiamo la prima stagione di Loki dentro il MCU. All’inizio si apre con una scena di Avengers: Endgame quando Loki (Tom Hiddleston) riesce a scappare grazie a un potente dispositivo noto come Tesseract, da questo momento in poi la storia prende tutta un’altra direzione, Loki viene arrestato dalla Time Variance Authority (TVA), una specie di FBI che viaggia nel tempo con uno scopo specifico: proteggere la “Sacra Linea Temporale”. Dalla TVA, Loki impara che è una variante, ovvero qualcuno che devia dalla linea temporale stabilita da un misterioso trio chiamato i Custodi del Tempo, loro controllano il flusso del tempo e hanno creato la TVA al fine di mantenere la sua purezza. In genere le varianti vengono falciate, un modo carino per dire che vengono uccise per proteggere quella linea temporale considerata quella “giusta”. Ma la TVA ha altre idee per Loki, c’è una variante che terrorizza la grande azienda che gestisce il tempo, apparendo in diversi periodi nel tempo e nello spazio per uccidere gli agenti. Questa variante è un altro Loki, così il nostro Loki diventa l’uomo perfetto per rintracciare la variante. Da qui inizia un viaggio tra mondi paralleli e linee temporali multiple, per non parlare del fatto che questo show ha come protagonista il personaggio meno affidabile dell’universo Marvel. Il mistero della TVA cresce costantemente nel corso della serie; sembra che tutti sappiano molto di più o molto di meni di quello che dicono. All’interno di questa cornice lo show salta attraverso vari generi, iniziando un po’ come una serie buddy cop; Loki, dopo aver passato incolume l’affascinante e surreale burocrazia della TVA, forma una brillante alleanza con l’agente Mobius (Owen Wilson) per rintracciare la variante assassina. Da lì, Loki si dirige verso un territorio fantascientifico più esplicito; un episodio si svolge su una luna morente che sta per essere schiacciata da un pianeta, mentre un altro episodio è ambientato nel vuoto alla fine del tempo che sembra essere popolato interamente da versioni alternative di Loki. Il Loki di Hiddleston è costantemente in fuga, alla fine decide di schierarsi con la variante che doveva catturare – la quale si fa chiamare Sylvie (Sophia Di Martino) – i due decidono di sconfiggere la TVA insieme. Una volta che la TVA e le sue molte regole confuse sono state abbastanza definite, inizia una relazione interessante tra i due Loki, questa sottotrama è in definitiva il filo conduttore della serie. Nonostante in alcune occasioni il ritmo dello show sembri calante, come un terzo episodio che finisce su un frustrante cliffhanger e una chiusura pieno di monologhi, per la maggior parte del tempo Loki ha un buon ritmo in crescendo. (Forse il suo più grosso problema erano le puntate che uscivano una volta a settimana).
La prima stagione di Loki tocca tantissimi argomenti di rilievo, il tema ufficiale della serie era “Cosa rende Loki un Loki?”, ma le vere questioni sollevate erano molto più esistenziali; come i molti modi; la fede e il libero arbitrio, possono esistere nel Multiverso? Ma alla base di tutto c’è l’interpretazione di Hiddleston, abbiamo potuto avere una visuale più profonda e intime sul personaggio, come mai è successo prima, nonostante i sei camei nei film che coprono un decennio. Nella serie gli viene data la possibilità di crescere attraverso quasi sei ore di proiezione. La crescita personale non è qualcosa tipicamente associato a Loki, è un bugiardo compulsivo e un narcisista, qualcuno così concentrato solo su se stesso che sembra non dare importanza a nient’altro. Ma nella serie tutto questo cambia, nel modo più Loki possibile. Infatti si innamora letteralmente di se stesso. Sembra strano, ma uno degli archi più importanti della serie è la storia d’amore tra Loki e Sylvie, due versioni dello stesso essere.
La storia di amore, tradimento e autodeterminazione è sostenuta da un cast eccellente, Hiddleston aggiunge una profondità nuova per Loki, si svela l’inganno e si rivela chi è quando non causa problemi, inoltre ha una chimica magnetica sia con Wilson che con la Di Martino; con il primo riesce a creare forse i momenti migliori di tutta la serie, tra battute e sfottò, con la seconda è mix di momenti teneri e battaglie feroci. Con la fine della prima stagione scopriamo anche un nuovo personaggio, un uomo eccentrico che fa sembrare minaccioso anche mangiare una mela (Jonathan Majors) un personaggio che aprirà definitivamente la fase 4 della Marvel. Nella serie troviamo anche una cacciatrice della TVA dura ma tormentata dai conflitti interiori (Wunmi Mosaku) e infine persino un personaggio amichevole, ma forse poco affidabile, simile a Siri chiamata Miss Minutes.
Risultano anche molto affascinanti l’estetica retro-futuristica in stile anni ’70, gli splendidi mondi alieni e la TVA stessa, inoltre tutto diventa sempre più strano e surreale più si procede con gli episodi, come quando si incontra un’intera banda di Loki, compreso un alligatore e un Loki che è riuscito a sopravvivere fino alla vecchiaia (interpretato da un brillante Richard E. Grant). Loki è un mashup di influenze fantascientifiche, si può trovare davvero di tutto, da Doctor Who a Guida galattica per autostoppisti, insomma un prodotto che si distingue dal resto del MCU mantenendo uno stile unico e divertente. L’idea di dagli un taglio diverso non è un’idea completamente nuova, tutto è iniziato con WandaVision, ed è quello che l’ha resa una serie così attraente, all’inizio era ispirata alle sitcom per poi avvicinarsi gradualmente, con sempre più elementi al MCU, fino a quando lo show non è diventato ciò che doveva essere: una continuazione della storyline degli Avengers. Loki ha fatto un passo in più, naturalmente ci sono riferimenti a personaggi e trame Marvel ma il suo scopo è stato più grande all’interno delle macchinazioni del MCU, introducendo il personaggio di Kang il Conquistatore, che è destinato ad apparire in Ant-Man and the Wasp: Quantumania. Insomma ci sono i presupposti per fare grandi cose, ma forse non in Loki 2 e ancora più probabilmente non nell’immediato. Basandosi sul punto in cui si trovano attualmente le conversazioni su una seconda stagione, potrebbe passare un po’ di tempo prima che i contratti vengano firmati. Quindi sembra improbabile che avremo una seconda stagione di Loki nel 2022 e dato che la prima stagione ha impiegato più di due anni dal suo annuncio ad oggi per debuttare, il 2023 non sembra troppo lontano come ipotesi. Forse Owen Wilson e Gugu Mbatha-Raw faranno dei camei anche in Doctor Strange 2? Come abbiamo ormai imparato con la Marvel niente è impossibile e tutto è possibile. Non ci resta che aspettare nuove informazioni.
Tanto se non avete ancora visto Loki vi consiglio di recuperarlo al più presto, soprattutto adesso che lo potete vedere tutto in una volta.