Raccontare l’opera del celebre pittore Giovanni Boldini, che dalla piccola Ferrara si è ben presto installato in pressoché ogni salotto buono della capitale del XIX secolo, così Walter Benjamin chiamava Parigi, ritraendone usi e costumi, da vero entomologo dell’alta società. Infatti nei suoi ritratti assistiamo ad un racconto filamentoso di gestualità, descrizioni di acconciature, abiti da giorno o da sera, mogli caste e donne fatali. Boldini ricrea una minuziosa descrizione della haute société parigina, e non solo, dai riflettori ai retroscena.
In particolare pone la lente di ingrandimento sulle dinamiche che portano dalla realizzazione alla messa in scena di capi d’abbigliamento nuovi di zecca, usciti dall’atelier per essere sfoggiati e infine diventare pezzi da museo.
Dopotutto, proprio dall’Ottocento comincia il concetto di moda come oggi siamo abituati a pensarlo: partendo dalla couture, cioè da un abito fatto su misura, provato e realizzato in atelier dalle mani di sarti e antesignani designer appositamente per la cliente, talvolta messo in vendita anche in negozio. Questa nuova tendenza è ampiamente vissuta e amata da dalle numerose donne ritratte da Boldini, o come emblema della propria bellezza e potere oppure, più rado un tradizionale modo che i mariti avevano per sfoggiare il successo raggiunto anche in campo amoroso e matrimoniale, mostrare la propria moglie, come perfetta donna angelo del focolare, che per motivi storici e sopratutto stilistici, non poteva esistere più.
Motivi stilistici principalmente, in quanto il pittore dedicava alle tante signore e signorine ritratte tagli dinamici, pose seducenti e accasciate, scollature e vite pronunciate, sguardi ammiccanti e seducenti, sorrisi maliziosi, dalle ragazzine ancora minorenni alle più signore più in là con l’età.
Con una pennellata intrisa di scapigliatura, sfumata e incompleta vediamo una passione che Boldini sfoggia per l’abito che ora si chiama haute couture, ossia direttamente uscito dallo studio del sarto giunge ai salotti e agli eventi di società: scollature e spalline ancora romantiche, vaporose e leggere, vita stretta, non soltanto col bustino, collane alla Coco Chanel, lunghe e sinuose, larghi cappelli piumati.
Insomma gli ultimi fasti di una belle époque che in pochi anni si sarebbe consumata fino a sparire, gli ultimi soggetti di uno stile di vita ancora luminoso e festante, di personaggi che nascondono le inquietudini di un’epoca dietro abiti pomposi e svolazzanti, dettagli preziosi e pose disinvolte.
Questo rendiconto estetico della società da parte di Boldini non suonò però di buon occhio, non solo ai ben pensanti borghesi che talvolta commissionava queste opere, ma anche al pubblico delle esposizioni d’arte, più o meno aulici, dai salons alle neonate gallerie d’arte, fino ad essere addirittura rifiutate o a essere spostate in tronco dal proprio chiodo.
Troppo presto forse queste opere hanno trovato la luce, o meglio troppo innovativa la donna ritratta da Boldini, tendente alla femme fatale più che alla bella statuina consorte.
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