Arte e Mostre

Pianeta città: la collezione di Italo Rota in mostra alla Fondazione Ragghianti di Lucca

Pianeta città. Arti cinema musica design nella Collezioni Rota 1900-2021 è la nuova mostra che rinnova la stagione espositiva della Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti, a Lucca fino al 24 ottobre 2021.

Peter Cook (ed.) Archigram 1972 volume a stampa 28 × 22 cm Milano, Collezione Italo Rota

Questa mostra è il frutto di un lungo progetto, iniziato nell’autunno del 2019, che ha attraversato la temperie del Covid senza mai venire meno. Con Pianeta città la Fondazione Ragghianti riprende ora ufficialmente l’attività espositiva, grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e alla sponsorizzazione di Banco BPM.

Il progetto è stato ideato da Paolo Bolpagni, Direttore della Fondazione e storico dell’arte, e da Aldo Colonetti, architetto, in dialogo serrato con Italo Rota e con la collaborazione di tutto il comitato scientifico della Fondazione. La mostra suggerisce percorsi di senso e visioni estetiche sul tema della città e della trasmissione della cultura che gli uomini hanno prodotto negli ultimi 120 anni.
L’oggetto principale per la trasmissione della conoscenza è il libro, protagonista della collezione dell’architetto Italo Rota e di questa mostra. Accanto ai libri ci sono, però, anche filmati, oggetti, dischi e alcune opere d’arte, che rappresentano aspetti della vita cittadina.

Thea von Harbou Metropolis [edizione tedesca] 1926 volume a stampa 19 × 13 cm Milano, Collezione Italo Rota

 

 

Il percorso espositivo si snoda attraverso le sale piene di grandi vetrine colme di libri, cataloghi, stampe, locandine, giocattoli, robottini. Ci troviamo come navigatori in un arcipelago, forse in parte inesplorato, ma di cui riconosciamo alcuni elementi. Si tratta di un percorso tematico e cronologico, è vero, ma penso che gli spunti che arrivano possano essere diversi per ciascuno.
Chi coglie al volo le copertine dei romanzi di fantascienza, chi un vecchio catalogo Ikea, altri i ritratti e gli album originali dei Beatles o i numeri della rivista Rolling Stone, oppure personaggi dei cartoni giapponesi. Ciascuno può ritrovare elementi della propria storia, scoprirli, interrogarli con sguardo laterale, per porsi domande sul proprio futuro.

Richard Avedon Ritratti psichedelici dei Beatles, George Harrison 1967 serie di quattro poster Milano, Collezione Italo Rota
Richard Avedon Ritratti psichedelici dei Beatles, John Lennon 1967 serie di quattro poster Milano, Collezione Italo Rota
Richard Avedon Ritratti psichedelici dei Beatles, Paul Mc Cartney 1967 serie di quattro poster Milano, Collezione Italo Rota
Richard Avedon Ritratti psichedelici dei Beatles, Ringo Starr 1967 serie di quattro poster Milano, Collezione Italo Rota

 

È una mostra “enigmistica, tridimensionale, che attraversa il tempo e lo spazio”, così la introduce il protagonista, l’architetto Rota. Le sue parole riecheggiano in tutte le sale, dove grandi schermi ci mostrano il rapporto intimo fra un uomo e la sua collezione, mentre la squaderna davanti ai nostri occhi un pezzo alla volta. Tutti questi interventi sono stati girati e diretti da Eleonora Mastropietro, durante le riprese del documentario “Pianeta Rota” che chiude la mostra.

Un pensiero libero e spontaneo emerge dalle parole dell’architetto, che ci racconta il suo gusto di collezionare così eterogeneo, apparentemente casuale, che può far emergere, però, una ricchezza di significati. Lo chiama “accumulo” di souvenir della storia delle città e dei loro abitanti. Tuttavia, non rivendica questo gusto come solo suo personale, ma è un modo che noi tutti stiamo sviluppando, circondandoci della bellezza delle contraddizioni, nelle nostre case, così come vediamo fuori per le strade delle nostre città.

“Non sono le case dai bei tetti,
non le pietre di mura ben costruite,
non i canali né le banchine fanno la città,
ma gli uomini capaci di sfruttare l’occasione”.
(Alceo, poeta greco, VII secolo a.C.)

Il curatore Aldo Colonetti racconta con poche semplici parole l’anima della collezione Rota. È un insieme che racchiude l’alto e il basso, contraddittorio: dai giocattoli disegnati dai grandi architetti modernisti, a quelli della propaganda nazista. Perché contraddittoria è anche la città, dove vivono uomini felici, buoni, ma anche malvagi o infelici; dove le gioie si accompagnano alle tragedie, magari sedute le une accanto alle altre nello stesso bus o vagone del metrò.

 

Italo Rota ci aiuta a svelare anche il senso di questo titolo Pianeta città: da mondo fatto di spazi sterminati e tempi dilatati, la Terra è diventata ormai un territorio che percepiamo sempre più facile e veloce da percorrere, da afferrare e fare nostro. Non viviamo più sparpagliati sulla sua superficie, ma quasi su un’unica grande astronave abitata dagli essere umani, un’unica grande città.
E, in quanto abitanti di questa città che viaggia nella galassia ruotando intorno al suo Sole, dovremmo iniziare a porci alcune domande radicali sul modo di vivere nelle città, sul futuro nostro e della Terra stessa.

 

La mostra è “caleidoscopica”, come la definisce Paolo Bolpagni. Caleidoscopica perché presenta una molteplicità di colori e visioni diverse, stratificate e accumulate nel corso del XX secolo, sull’idea di costruzione della città. O per lo meno sulla cultura prodotta dagli uomini che via via hanno deciso di vivere sempre più vicini, in comunità sempre più grandi, facendo della città il polo propulsivo dell’umanità.

E tutta la conoscenza accumulata passa soprattutto attraverso lo strumento del libro. Oggetto ormai familiare, nato nell’occidente medievale, il libro lega fra loro pagine, parole, immagini e storie, come il tessuto urbano lega fra loro e intreccia i destini di chi abita una città.

Allo stesso modo il libro edito in occasione della mostra si presenta come una raccolta di brevi saggi, riflessioni e suggestioni sul concetto di città, sulla sua identità, su come la viviamo oggi, o come potremo viverla nel futuro. Autori degli scritti, oltre a Italo Rota, Paolo Bolpagni e Aldo Colonetti, sono numerosi studiosi e membri del comitato scientifico della Fondazione Ragghianti. Seguendo l’invito della mostra, si interrogano, dando ciascuno risposte diverse anche in contrasto fra loro. Un caleidoscopio, appunto.

 

“D’una città non godi le sette o settanta meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda”.
(Italo Calvino, Le città invisibili, 1972)

Che cosa ci lascia questa mostra? Direi suggestioni, ricordi di pezzi della storia del ‘900 che risuonano con le nostre storie personali. Certamente è una mostra che non vuole salire in cattedra per impartirci una lezione o rivelarci delle verità date per assolute.
Ma rimane anche un senso di dubbio e incertezza: non sensazione di vuoto, ma possibilità di interrogarsi, di lasciare che gli spunti gettati come semi possano far fiorire pensieri e riflessioni, mentre attraversiamo le strade familiari della città e rientriamo nelle nostre case.

 

INFO
Pianeta città. Arti cinema musica design nella Collezioni Rota 1900-2021
a cura di Ado Colonetti e Italo Rota
fino al 24 ottobre 2021
Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti
Complesso monumentale di San Micheletto
Lucca, via San Micheletto, 3

Biglietto intero 7 €, previsti ingressi ridotti a 4 € e gratuiti

Orari luglio-agosto: da martedì a domenica 16.30-22.30
Orari settembre-ottobre: da martedì a domenica 11.00-19.00

www.fondazioneragghianti.it
info@fondazioneragghianti.it
0583 4672056

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