“Nata ieri” di George Cukor è un capolavoro senza tempo. Dopo settant’anni, resta un film capace di attrarre il pubblico e di dare profondi insegnamenti. Basato sull’omonima commedia teatrale di Garson Kanin, il film vanta nel suo cast alcuni dei più celebri attori della vecchia Hollywood, come Broderick Crawford e William Holden, ma anche l’allora astro nascente Judy Holliday, vincitrice del premio Oscar alla miglior attrice protagonista per il suo ruolo di Emma “Billie” Dawn.
Non potrebbero essere più diversi i protagonisti della nostra storia. Harry Brocke, interpretato da Broderick Crawford, è un uomo d’affari spigliato, ma rozzo e presuntuoso; Billie, interpretata da Judy Holliday, è la sua dolce – ma goffa – amante, capace solo di vestirsi a detta del suo protettore. Insieme, formano una coppia che non potrebbe essere più scoordinata.
A completare il terzetto si aggiungerà Paul Verrall (interpretato da William Holden), un giornalista che viene assunto da Harry allo scopo di (ri)educare la sua compagna, temendo che la ragazza possa, appunto, minacciare la sua immagine. Com’è prevedibile, il loro incontro produrrà un’avventura dai risvolti tragicomici, che culminerà tuttavia in un’ascesa sociale coi fiocchi per Billie.
Per rendere ancora più comica questa storia, Geroge Cukor, regista e co-sceneggiatore del film, si è valso della consulenza di Garson Kanin, l’autore della commedia teatrale da cui è stato trasposto il film. Il suo intento era “smascherare” la società americana e i valori democratici per ridare loro linfa vitale, enfatizzando i concetti di istruzione e di libertà individuale. Concetti che emergono più volte nei discorsi tra Paul e Billie, quando lui le ribadisce che vorrebbe che tutti “approfittassero del cervello”. Infatti, “è pericoloso vivere in un mondo di persone ignoranti”.
Harry e Billie, come tutti gli altri personaggi, sono delle vere e proprie caricature: esagerazioni buffe in grado di veicolare modelli di comportamento certamente presenti nella società statunitense degli anni Cinquanta. Come già detto, l’intento alla base del film è quello di mostrare i lati più imprevedibili – nonché paradossali – delle persone, siano essere benestanti e istruite oppure analfabete e poco abbienti. Ad esempio, tanto l’uomo di cultura come l’uomo d’affari posseggono luci e ombre, e sono anche l’opposto di ciò che in realtà fanno capire di sé. Il personaggio del giornalista, infatti, pur contando su un mestiere illuminante, manca totalmente della furbizia che, invece, abbonda nel personaggio dell’uomo d’affari, più arrogante e molto meno istruito.
Pertanto, ciascuno si affida all’altro perché ha un vuoto da colmare: in questa circostanza, vengono a mancare tutte le barriere culturali e sociali preesistenti, perché l’importante è avere consapevolezza di sé anziché sentirsi superiori alla natura umana stessa.
Di seguito, alcune curiosità riguardanti il film Nata ieri di George Cukor .
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