Sergio Breviario porta la sua personale Avrei Brio nelle ampie e luminose sale della Casa degli Artisti, a Milano fino all’11 luglio.
Avrei Brio, anagramma del cognome di Sergio Breviario, è il titolo di questa mostra definita “estiva” dall’artista stesso, con toni naturali, boschivi e marini, che incontrano le architetture ex industriali di mattoni del piano terra della Casa degli Artisti.
Sergio Breviario ci introduce a un mondo quasi impalpabile fatto di figure mitologiche, animali marini e personaggi femminili trasfigurati. Tecnica artistica e allestimento accentuano questa sensazione di leggerezza impalpabile. I disegni sono realizzati con punte d’argento e di grafite durissime su carta da lucido dall’ambigua mescola di fibra naturale e sintetica. Sono poi montati davanti a una superficie specchiante e racchiusi da un vetro museale, che li rendono quasi inafferrabili allo sguardo, e all’obiettivo della macchine fotografiche.
Ma il brio e la leggerezza sono anche enfatizzate da queste strane cornici sospese che li racchiudono: come dei cannocchiali si allungano ben oltre le dimensioni consuete, raggiungendo una profondità di oltre un metro. “Cornici allungate”, così le chiama Sergio Breviario. Queste sono appese all’altezza del nostro sguardo con un preciso angolo scelto dall’artista, fermate solo da corde annodate e moschettoni, libere di oscillare nella sottile corrente che rinfresca le sale entrando dalle finestre spalancate. Ecco che per alcuni il brio potrebbe trasformarsi nel brivido, nella sensazione che i nodi si sciolgano e le cornici possano rovinare a terra.
Dopo il benvenuto di un primo disegno d’apertura allestito a parete, percorriamo i primi passi nella mostra attraversando un giardino, ricostruito all’interno della sala. Questo è concepito dall’artista come una zona di decompressione e di alterazione dei sensi: le piante respirano, modificano la temperatura dell’aria, la colorano di sfumature verdeggianti.
Ma questo “bosco” si presta anche ad altre interpretazioni: secondo Momo Ono, designer di Green Wise Italy che ha fisicamente realizzato il giardino, ricorda il terreno di purificazione che precede l’ingresso ai templi buddisti e scintoisti; mentre a Milovan Farronato, curatore che ha scritto un testo per la mostra, ricorda la “selva oscura” medievale, luogo potenzialmente orrorifico, preludio allo straniamento, antefatto di viaggi in mondi nuovi e avventure cavalleresche.
E proprio le figure mitologiche sono quelle che incontriamo nei disegni sospesi, come il personaggio di Ginevra, donna che si tramuta in creatura acquatica simile a una piovra, dallo sguardo lacrimoso che si perde fra le onde. L’artista ha voluto dare qui la sensazione del respiro del mare, portando leggerezza e brio in un ambiente architettonico fortemente caratterizzato dal mattone a vista.
L’ultimo spazio è interamente abitato da una complessa installazione: un disegno pende dall’alto quasi in verticale dentro la sua cornice, sostenuto da un enorme peso di gesso a forma di macinapepe. Per terra è stesa una tela azzurra irregolare, come una pozzanghera, color del mare. L’unico modo per osservare quest’ultimo disegno è sdraiarsi a pancia in su sotto alla cornice che incombe dall’alto.
Questa mostra è il risultato di un percorso lungo: questi disegni nascono, infatti, durante il periodo di residenza artistica di Breviario all’interno della Casa, insieme al musicista Taketo Gohara, che ha composto le note che accompagnano l’ingresso al bosco. Successivamente, prima di essere esposti, a giugno sono stati portati in giro per luoghi verdi del centro di Milano su carriole progettate dall’artista stesso, per essere fotografati e diventare, così, opere rinnovate, soggetto di una nuova operazione artistica.
Le foto sono state scattate in maniera molto genuina e immediata da Breviario grazie alla Polaroid, e poi montate su particolari “maschere-visori” che vengono indossate in alcune occasioni dai ragazzi della Casa degli Artisti, che si trasformano in allestimento vivente.
Fra il verde del bosco, barriera di straniamento oscura o purificante, e le gocce del mare che emergono dalla matita quasi glaciale di Breviario, forse la sensazione che più mi ha lasciato la mostra è un senso di respiro, un brio sottile e leggero che ci porta in luoghi diversi e lontani, sebbene incastonati nelle sassose viuzze del centro di Milano.
INFO
AVREI BRIO. Personale di Sergio Breviario
Casa degli Artisti
via Tommaso da Cazzaniga angolo corso Garibaldi 89/A, Milano
fino all’11 luglio 2021
12.30 – 20.30 ingresso libero
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