The Prestige: l’ossessione del successo e l’illusione della realtà
Quinto film di Christopher Nolan, The Prestige esce nel 2006, sancendo il punto più alto del regista, con una delle opere più belle degli anni 2000. Tratto dall’omonimo romanzo di Christopher Priest (autore di Tie-in da cui è stato tratto eXistenZ di David Cronenberg) ha visto la luce dopo cinque anni di lunga lavorazione assieme al fratello Jonathan, subito dopo la fine di Memento.
L’illusionista Alfred Borden (Christian Bale) è accusato di aver ucciso il suo collega, ora rivale, Robert Angier (Hugh Jackman) e, una volta in carcere ritrova il diario dell’ormai defunto, ripercorrendo a ritroso tutta la loro storia, dall’iniziare collaborazione con l’illusionista John Catter (Michael Caine), passando per l’amore travagliato di Olivia (Scarlett Johansson), Sarah (Rebecca Hall) e Julia (Piper Perabo), fino ad arrivare a Nikola Tesla (David Bowie). Una storia che parte dal finale e che, attraverso la circolarità tanto amata da Nolan, accompagnerà lo spettatore in una storia solo apparentemente semplice, ma dalle mille sfaccettature e dagli inaspettati colpi di scena, i “prestigi”.
The Prestige presenta soluzioni di montaggio interessanti, ma senza particolari virtuosismi, rendendo la narrazione molto lineare rispetto al resto della sua filmografia (basti pensare alla confusione di Tenet). Il vero pezzo forte è la fotografia che accompagna le inquadrature, mai lasciate al caso, ma sempre pronte a far respirare quell’aria di illusione, di parzialità tipica dell’ambientazione della storia ma anche del cinema. Nato come intrattenimento, evoluzione della lanterna magica, il cinema è presto diventato oggetto di spettacolo, che con il montaggio e l’effetto speciale, di cui Georges Méliès è il papà, stupiva e continua a stupire il pubblico, perché il lavoro del regista è molto simile a quello degli illusionisti Alfred e Robert.
Lo stupore del pubblico diverrà presto, per i personaggi, una vera e propria ossessione, la performance, che deve sempre migliorare, sarà per loro ragione di vita, arrivando a gesti inaspettati e ai limiti della realtà e moralità. Scoprire i segreti dell’altro, divenuto ormai rivale e oggetto d’odio, riempie le giornate dei protagonisti, sempre più logorati e divorati dall’egoismo, facendo terra bruciata delle persone a loro vicine, usando il loro amore per vincere la propria guerra, divenuta l’unica cosa meritevole del loro impegno ed energie. Durante questa battaglia verranno sviscerati i caratteri dei personaggi, forse i più sfaccettati della filmografia di Nolan, fondamentali per comprenderne le scelte e le motivazioni che li porteranno a ignorare la realtà che li circonda, finendo a vivere nel loro mondo alimentato dalla vendetta.
John Catter (lo strepitoso Michael Caine), il mentore dei due, assumerà una posizione totalmente esterna alla vicenda, divenendo quasi una figura metacinematografica di deus ex machina, guardando da fuori, osservando le vicende senza mai immischiarvisi, come se la sua figura e quella di Nolan coincidessero: il regista che orchestra da fuori i fili della trama, senza lasciare che questa lo avvolga.
La scelta di non accennare neppure al Nikola Tesla (di un fantastico David Bowie) è del tutto cosciente, per non rovinare minimamente uno dei personaggi più interessanti e meglio riusciti sia nell’interpretazione che nella scrittura che gli ultimi vent’anni di cinema abbiano mai visto. The Prestige è film da recuperare assolutamente, che mostra come Nolan sia un ottimo regista, soprattutto quando a dirigere c’è la sua testa e non il desiderio sfrenato di mostrare il suo estro, purtroppo, manierista.