La Spagna approva la “legge Trans”: ok al cambio di genere senza cure
La Spagna approva la “legge Trans”: dal consiglio dei ministri è arrivato l’ok per la legge che permetterà alle persone transgender di cambiare il proprio genere anche senza aver affrontato cure ormonali e senza dover presentare referti medici. Il disegno di legge dovrà passare anche per il Parlamento spagnolo, ma il primo step è già andato e la strada adesso sembra tutta in discesa. L’approvazione della proposta rappresenta un enorme passo avanti nella battaglia dei diritti portata avanti dalle associazioni LGBTQ+, in quanto garantisce il “diritto all’autodeterminazione” dell’identità di genere.
La legge, una volta approvata definitivamente, permetterà alle persone transgender di cambiare sesso legalmente, modificando quindi la dicitura sulla carta d’identità e su tutti i documenti ufficiali, anche senza aver intrapreso e concluso un percorso ormonale. Secondo il testo ufficiale sarà sufficiente la “volontà liberamente manifestata” per poter ottenere il cambio legale del sesso, anche se sotto il giudizio di un funzionario anagrafico incaricato di valutare il modulo consegnato dal richiedente.
La “legge Trans” rende marginale il ruolo di genitori e medici per l’approvazione legale del cambio di sesso. Non saranno infatti necessari certificati medici ad attestare la conclusione di una cura ormonale, e per i maggiori di 16 anni non ci sarà bisogno del benestare dei genitori. Per le persone tra i 14 e i 16 anni servirà invece il consenso del tutore legale, mentre dai 12 ai 14 la modifica potrà avvenire solo dopo l’ok di un giudice. La legge non include soltanto la modifica legale dell’identità di genere, ma anche diverse misure per la protezione della comunità gay e transgender. Un esempio è la proibizione delle cosiddette “terapie di conversione”, ovvero quelle pratiche pseudoscientifiche volte a cambiare l’orientamento sessuale di una persona, “riportandola” ad essere etero. Tali azioni, oltre ad essere dannose per l’individuo, non hanno un fondamento scientifico. Oltre a ciò, le donne lesbiche e bisessuali e le persone trans con capacità di gestazione avranno accesso alle tecniche di riproduzione assistita. Saranno inoltre riconosciuti e legiferati i diritti per le persone intersessuali, ovvero coloro nate con un’anatomia riproduttiva con le caratteristiche di entrambi i sessi: nessun intervento chirurgico obbligatorio e nessuna iscrizione obbligatoria a uno dei due sessi per il primo anno di vita.
Dietro il disegno di legge c’è Irene Montero, ministro spagnolo per le pari opportunità. Il 29 giugno, data dell’approvazione della legge da parte del governo, è stato un giorno storico per la Spagna e per i diritti della comunità LGBTQ+. La nazione, in tal senso, si sta allineando a Danimarca, Belgio, Portogallo, Norvegia e Malta.
“Oggi facciamo la storia. Le persone trans potranno essere riconosciute dalle amministrazioni per come sono e non saranno più considerate malate”.
Con la Spagna che approva la così chiamata “legge Trans” si fa un ulteriore passo avanti verso quella conquista totale dei diritti tanto sofferta da una vasta comunità di persone ancora poco tutelate e rappresentate. La possibilità di scegliere il proprio genere ed essere supportati legalmente in questa decisione è già di per sé una conquista di maggiore libertà di espressione, sapendo di essere riconosciuti dallo Stato stesso. La legge prevede anche delle novità per il piano educativo, adattando i manuali d’insegnamento per includere tutte le diversità sessuali e affettive. La volontà è quella di informare e rendere “normale” ciò che dovrebbe già esserlo, promuovendo la conoscenza delle tante realtà con cui veniamo a contatto. Non solo: sdoganare certi tabù e tutelare ogni identità e scelta significa anche aiutare chi è in difficoltà a comprendersi, trovarsi e vivere liberamente la propria individualità.