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La lunga notte di Parigi di Ruth Druart: quando l’amore di una madre supera ogni confine

La lunga notte di Parigi, edito da Garzanti, è il romanzo d’esordio di Ruth Druart. Venduto in 25 paesi, viene definito come un libro essenziale, perché descrive un capitolo di storia dell’umanità di cui, si spera, non si smetterà mai di parlare, proprio per non dimenticare gli orrori di cui è stato capace l’essere umano.

In un giorno di maggio del 1944 le vite di Jean-Luc e di Sarah si incrociano per sempre. Lui è un operaio delle ferrovie francesi mandato a lavorare a Drancy, luogo in cui venivano imbarcati gli ebrei diretti ai campi di concentramento. Lei è una di quegli ebrei sfortunati che non sono riusciti a sfuggire alla furia nazista, catturata una settimana prima dello sbarco in Normandia e fatta partire con uno degli ultimi convogli diretti in questi luoghi di morte. Sarah ha partorito da poco più di un mese e, in un impeto di coraggio e di disperazione, decide di affidare il suo bambino a quest’uomo dal volto buono, sperando che lui e il Signore lo salvino.

E così succede, Jean-Luc e la compagna riescono a fuggire e a portare in salvo il bambino, crescendolo come fosse loro, fino a quando un giorno i coniugi Laffitte, scampati agli orrori dell’olocausto, non lo reclamano.

La lunga notte di Parigi è un romanzo inteso e carico di amore. L’amore è il perno attorno a cui ruotano le vicende di tutti i protagonisti. Il primo fra tutti quello genitoriale che ha spinto una madre a staccarsi dal figlio appena nato, anteponendo il benessere del bambino al suo desiderio di non allontanarsene, comprendendo che solo così avrebbe avuto una possibilità di salvarsi. Un salto nel buio della cui riuscita non poteva essere sicura, ma nulla può essere più potente dell’amore di una madre.

Non è solo l’amore dei genitori naturali, però, a essere presente in questo romanzo. In La lunga notte di Parigi il confine tra amore e egoismo è molto sottile, come anche tra giusto e sbagliato. Fa capire quanto sia difficile giudicare e quanto in realtà non lo si possa e non lo si debba fare, perché i sentimenti umani e le decisioni prese quando si è vittime di timori, possono portare a scelte poco producenti nel lungo termine, ma difficilmente condannabili.

Lo stile di Ruth Druart è scorrevole e coinvolgente. La storia costruita raccoglie diverse voci dove tutti i personaggi hanno diritto di espressione. Sonda la psiche umana e il dolore con grande delicatezza, facendo commuovere il lettore che si ritrova letteralmente risucchiato all’interno della storia, incapace di uscirne fino a quando l’ultima pagina non viene girata.

Se desiderate leggere un romanzo di spessore che vi farà pensare a lui anche giorni dopo averlo concluso, La lunga di Parigi allora può fare al caso vostro.

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