“Nella musica del vento” è il nuovo romanzo di Marco Steiner edito da Salani, una narrazione capace di trasportare il lettore fino ai confini sconosciuti del mondo, tra avventure drammatiche e paesaggi inviolati. La vita di Morgan Jones rappresenta l’opposto dell’esistenza del classico eroe, è un uomo segnato, condannato ad un inferno in terra che lo rincorre senza tregua. Vittima e carnefice allo stesso tempo, l’incontro con Maria una prostituta lo travolgerà in un vortice di vicende estreme. Questa storia nasce dal dialogo e dalla collaborazione di Steiner con Hugo Pratt, padre di Corto Maltese: il risultato lascia con il fiato sospeso e con gli occhi incollati ad ogni pagina.
Un libro in grado di rendere visibile la vicenda narrata, la pagina scritta come se fosse reale, in movimento davanti agli occhi è proprio “Nella musica del vento” di Marco Steiner (tra i finalisti del Premio letterario DeA Planeta con “Terra di vento”). La parola prende vita nella mente di chi legge grazie ad una narrazione continua, ricca di avventure, colpi di scena, descrizioni mozzafiato e personaggi con un’identità fuori dal comune. Morgan Jones e Maria Leibowitz sono i protagonisti di una storia incredibile e appassionante, entrambi sono segnati da vite dolorose, ferite in modo indelebile. Sono anime senza pace, senza sosta, sole, emarginate, sbattute dal vento della fatica, della solitudine assoluta, dell’abbandono. Tra una vita di stenti e sacrifici e il desiderio di fuggire via per sempre.
La vicenda è ambientata tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, in Patagonia, Morgan Jones è al soldo di Butch Cassidy, criminale latitante realmente esistito, conduce senza indugi un’esistenza fatta di violenza, sopraffazione, sopravvivenza, solitudine completa. È un uomo fortemente segnato, sofferente, alla costante ricerca di se stesso, mosso da rabbia e da un sentimento di inquietudine, quasi di indifferenza alla vita altrui. Non ha niente da perdere ed è disposto a tutto. Nella pampa i suoi pensieri si mescolano alla desolazione del posto, fa incontri inaspettati con la tribù Tehuelche che lo salva da morte certa, ma soprattutto con Maria una prostituta polacca che lavora in un bordello. Il loro trovarsi è fondamentale, decisivo per entrambi: quando Morgan decide di partire alla volta dell’Europa, per recuperare un carico nascosto di oro, porta via con sé Maria. I due tentano di attraversare l’oceano su una nave guidata da Aurelio, altro personaggio dalla vita travagliata, ma la missione subirà non poche variazioni e imprevisti. Il finale lascia sbigottiti senza fiato.
La scrittura è densa, fitta di descrizioni bellissime, di termini che disegnano nella fantasia il paesaggio, la sensazione tali da favorire un’immedesimazione straordinaria, piena. La trama è consistente, con diversi personaggi, passaggi, luoghi e avvenimenti e ognuno di essi è ben definito. La pampa, la Terra di Fuoco, il mare, la vegetazione, le singole personalità hanno vita propria, rivivono tra le pagine con ardore e colore. Steiner descrive particolarità, caratteristiche vivide che sembrano percepibili, toccabili. È un realismo a volte crudo, violento, disarmante. Maria e Morgan sono gli eroi di una storia maledetta dall’inizio, perennemente sconfitti dalle crudeltà della vita riescono a rialzarsi, trovando quel coraggio, quella linfa vitale che li fa risorgere. Nonostante le innumerevoli ferite e gli indicibili traumi. Maria e Morgan sono compagni che si distinguono dal sangue e dalle lacrime, privati della libertà e di giustizia, sono vittime e carnefici allo stesso tempo, sopravvissuti ad una vita che li ha schiacciati, li ha obbligati a scendere all’inferno. Si attraversano con lo sguardo e si ri- conoscono: conoscono l’altro e se stessi in maniera diversa, inaspettatamente. Un riconoscimento umano fatto di sofferente vicinanza. Entrambi si percepiscono da dentro e cambiano pelle, riferimento più volte citato, lasciando alle spalle il passato trasformandosi, prendendosi quel piccolo pezzo di vita, di libertà negata e violata. Il loro vissuto è un inferno e quella partenza rappresenta il tentativo di ricominciare dopo aver attraversato il buio e il male assoluto. Ciò che li accompagnerà stabilmente è quel vento capace di smuovere le acque del mare e di accarezzare il vuoto e il triste abbandono della pampa, che aleggia e scandisce i loro passi. Il titolo “Nella musica del vento” è significativo per questo. Il vento che parla, altera, comunica, avvicina e allontana. Morgan alla fine capirà il significato di questo silenzio particolare, del silenzio del vento, dei luoghi lontani, di altre vite lasciate e sole. Saprà ascoltare e capire, trovando un senso grazie alle tribù degli indios.
Avventura, colpi di scena, sofferenza, libertà e ricerca si condensano in questo romanzo di azione e storia, leggenda e veridicità si uniscono con scorrevolezza e creatività, creando un misto di stupore, riflessione, amarezza. La strage di intere popolazioni indios, le crudeli condizioni di vita subite, la manipolazione umana, l’intervento sulla natura, la vita segnata di troppe persone (abbandono, abuso, prostituzione, povertà…) sono i temi delle vicende principali. Su di essi si sviluppano le esistenze spezzate di ciascun personaggio, il loro personale destino. L’autore dà modo di riflettere, vivere su di sé l’atmosfera di ogni ambientazione, mi fa personalmente affascinata il riferimento alle popolazioni indios, al loro modo di approcciarsi alla natura e la cura che rivolgono a Morgan, malgrado egli stesso abbia contribuito alla loro sofferenza.
Consiglio la lettura di “Nella musica del vento” perché rapisce l’attenzione portandola fra le bellezze pure e selvagge del Sud America, in un turbinio di avventure ed emozioni drammatiche e incalzanti. Sentire su di sé quel vento, carico di parole non dette, quella sensazione di privazione che anela disperatamente la libertà è uno degli effetti di questo romanzo, traboccante dal punto di vista sensoriale e visivo. Steiner ha dimostrato in questo una capacità enorme e una scrittura ricercata. Leggerlo permette un viaggio con la mente e con la fantasia travolgente, ai confini di un mondo incontaminato, sfiorando leggende e testimonianze.
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