Vaticano contro il DDL Zan: “Viola il concordato”. La Segreteria di Stato ha espresso con fermezza il suo parere contro il disegno di legge volto a contrastare la violenza di genere, orientamento sessuale e disabilità. Il DDL, proposto dal deputato del PD Alessandro Zan, ha subito molte contestazioni da più parti. L’ultima arriva dal Vaticano, il quale chiede al Governo Italiano di fermare l’approvazione del disegno. A detta del dicastero, infatti, “viola in alcuni contenuti l’accordo di revisione del Concordato”.
Ma cosa prevede il disegno di legge? Il DDL Zan, contro cui si è schierato il Vaticano, estende i reati d’odio anche per chi compie discriminazioni o violenze contro omosessuali, donne e disabili. Nel dettaglio, sono previste quattro essenziali modifiche alla legge già presente:
Il Segretario Vaticano per i rapporti con gli stati, monsignor Paul Richard Gallagher, ha espresso i suoi timori in una nota all’ambasciata italiana, sostenendo che la legge “riduce la libertà garantita alla Chiesa cattolica”. Le paure del Vaticano derivano dalla possibilità, espressa dal DDL Zan, di organizzare attività ed eventi in occasione della giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia e la transfobia. Questo, secondo la Santa Sede, potrebbe limitare la libertà di pensiero dei cattolici, in quanto le scuole cattoliche private non sono esenti dall’organizzazione di questi eventi. Ciò potrebbe dare origine a comportamenti discriminatori contro i cattolici, a detta del Vaticano, dando origine a uno scontro tra le due “fazioni”.
Il Segretario, dietro autorizzazione di Papa Francesco, ha espresso i suoi timori al Governo italiano, intervenendo di fatto nell’iter di approvazione della legge. Con l’ingresso della Santa Sede nella questione DDL Zan si sono ovviamente riaccese le questioni politiche, i dibattiti e i dubbi di chi si oppone al disegno di legge. La Chiesa richiede la modifica del testo in alcuni punti, per sciogliere alcune “ambiguità” ed evitare la nascita di altre intolleranze, bloccandone di fatto l’approvazione.
Ora tocca al Governo prendere la palla in mano e dare una risposta. Il Vaticano richiede a gran voce un dialogo con le forze politiche, chiedendo di accogliere e accettare i i timori mossi verso il DDL Zan. La critica della Santa Sede sembra però anacronistica ed estranea agli intenti del disegno di legge, il quale va a estendere e completare tutele e pene già previste per garantire la libertà di espressione e di scelta, cercando di rendere il Paese sempre più inclusivo e sicuro per tutti. Non c’è mai stata alcuna intenzione di limitare il pensiero cattolico, ma solo di tutelare quello di persone rimaste in silenzio per troppo tempo, vivendo nella paura e nell’impossibilità di esprimersi.
La diversità di opinioni deve essere sempre tutelata: serve a garantire un continuo scambio di idee, riflessioni, confronti sani e utili alla crescita comune. Nessuno ha mai limitato la libertà di espressione della Chiesa, la quale ha spesso fatto sentire la sua voce su diverse questioni, quali, ad esempio, l’eutanasia, la fecondazione assistita e la ricerca sulle cellule staminali. Ora si invocano semplicemente più diritti e pene per chi limita la libertà altrui, mettendo talvolta in pericolo la vita stessa delle persone: per questo la richiesta della Santa Sede appare esagerata. La manifestazione di sé e gli eventi organizzati per promuovere l’espressione personale non minano in alcun modo la libertà altrui, ma servono anzi a insegnare al mondo il rispetto verso una realtà più variegata di quella conosciuta e imposta finora. La parola chiave è inclusione, non esclusione: le libertà si estendono, abbracciando e proteggendo contesti più vari, senza nulla togliere a quelli esistenti.
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