Il fenomeno del K-Pop: da PSY ai BTS, da trainee a Idol
Il fenomeno K-Pop sta spopolando sempre di più sia in Italia sia all’estero, grazie forse al gruppo di maggior successo al momento, i BTS (acronimo di Bangtan Sonyeondan). Da sempre un genere di nicchia per i pochi appassionati, negli ultimi anni si è assistito ad un enorme incremento di canzoni korean pop, ovvero K-Pop, nelle nostre playlist; come non citare “Dynamite”, degli stessi BTS, nominata ai Grammy 2021.
Ma come nasce e perché è così apprezzato?
Il K-Pop, musica popolare della Corea del Sud nasce dall’insieme di generi quali rock, jazz, gospel, hip hop, R&B, reggae, folk e naturalmente dalle ballate coreane e K-Pop Group si distinguono dai gruppi occidentali per via dello stile estremamente accattivante e allo stesso tempo romantico, e soprattutto si differenziano nella formazione degli stessi. Le K-Pop group non sono band. Non suonano strumenti né hanno la classica divisione in frontman, bassista, batterista. A differenza delle band occidentali loro si esibiscono in complicate e colorate coreografie, e soprattutto si dividono in vocal line, rap line e dance line.
Altra differenza è che i membri sono chiamati “Idol”, poiché sono trattati e visti come veri e propri idoli, e non come “semplici” artisti, avendo un processo di formazione davvero lungo ed estenuante.
Ma come si diventa Idol?
Ragazzi e ragazze in giovane età partecipano ai provini delle Agenzie e, se selezionati, iniziano il loro periodo da trainee, che può durare anche dieci anni.
Lasciano genitori e scuola per concentrarsi unicamente sul realizzare il proprio sogno, rinunciando spesso anche alla loro gioventù, andando a vivere nei dormitori delle agenzie stesse.
I ragazzi vengono quindi sottoposti ad una formazione completa dove prendono lezioni di ballo e canto e si specializzano nel proprio settore.
Una volta raggiunto il livello desiderato, ragazze e ragazzi vengono poi divisi in gruppi per formare l’effettiva K-Pop band, in cui vengono prese in considerazione l’armonia fra le voci, la complicità fra i membri stessi e la bravura di ognuno. Tra tanti trainee solo pochi arrivano al fatidico momento del debutto, in cui si presentano al mondo con il loro nome e il proprio concept. In qualità di “idoli”, nel periodo di trainee sono costretti ad allenamenti estenuanti e a diete ferree, per apparire perfetti ed essere all’altezza di quel titolo. Una volta debuttati gli Idol mettono in gioco loro stessi, mostrando cosa sono in grado di fare e quanto sono capaci di piacere al pubblico, scrivendo canzoni e inventando passi sempre più complicati.
Ma quindi perché il k-pop piace così tanto?
Saranno i visi angelici dei cantanti oppure le sinuose movenze dei ballerini? Tutti sono di bell’aspetto, hanno una linea impeccabile – frutto dei continui controlli da parte delle agenzie -, ma anche molto talento. Per questo l’enorme seguito e successo. Ogni K-Pop Group o Idol solista ha il suo fandom a cui si attribuisce il nome.
Il più famoso e grande in questo momento? Ovviamente gli Army dei BTS.
Altro personaggio che ha contribuito a rendere il K-Pop conosciutissimo è PSY, rapper sud coreano, che con la sua Gangnam Style già nel 2012 aveva scalato le vette di tutte le classifiche, ottenendo un successo a livello mondiale e raggiungendo numeri incredibili. Si basti sapere che il video ufficiale della canzone è stato il primo nella storia di YouTube ad arrivare a due miliardi di visualizzazioni. Il percorso per diventare Idol abbiamo visto che non è semplice, come non lo è qualsiasi altro cammino che si intraprende per raggiungere il proprio sogno, ma l’amore smisurato dei fan sembra bastare per ripagare i sacrifici di ogni membro.
Lo sanno benissimo i BTS che, dopo anni di duro lavoro, collezionano ad oggi ben 362 premi e riconoscimenti, grazie agli Army che li hanno sempre sostenuti.