Ambiente

Dal fiume Sarno nasce Acqua Sarnella: l’acqua che il tuo corpo muore

Acqua Sarnella è il frutto di una campagna pubblicitaria provocatoria promossa da una realtà associativa campana, l’associazione “Controcorrente – Per il Sarno che verrà”, composta da giovani attivisti che combattono contro l’inquinamento del fiume Sarno, il corso d’acqua perenne più inquinato d’Europa, che, con questa ironica provocazione, cercano di puntare i riflettori su di un fiume che da oltre mezzo secolo sta causando un aumento esponenziale di tumori, disturbi neurologici e malattie di vario tipo.

Il Sarno, con le sue acque rosse, sporche, che profumano di morte e con i suoi 24km di lunghezza e un bacino idrografico di 450 km quadrati, attraversa ben 39 comuni della regione Campania arrivando a “bagnare”, e quindi ad inquinare, le province di Salerno, Avellino e Napoli.
Povera di sodio, ma ricca di cromo, cadmio, piombo, nichel, mercurio ed altri micro elementi cancerogeni, Acqua Sarnella favorisce la naturale formazione di tumori, dialisi e malattie neurodegenerative.
Questo corso d’acqua perenne, non può essere considerato come un mero fiume, piuttosto sarebbe meglio immaginarlo come un albero che con i suoi rami riesce a diramarsi nel cuore del territorio diffondendo i suoi veleni e inficiando negativamente sulla vita di più di un milione di persone, che lo abitano.

Infatti, il fiume è alimentato da diverse sorgenti, di cui la più importante è situata in località Foce nella città di Sarno. I suoi due tributari sono il torrente Cavaiola, che nasce a Cava de’ Tirreni, e il torrente Solofrana che nasce a Solofra. Nel comune di Nocera i due corsi d’acqua si uniscono nell’Alveo Comune Nocerino per poi confluire nel Sarno che termina la sua corsa nel golfo di Napoli, a Rovigliano, tra Castellammare di Stabia e Torre Annunziata.

Ma che cosa rende il Sarno il fiume più inquinato d’Europa?
Inizialmente si pensava che anche l’inquinamento domestico incidesse parecchio sulla salubrità del fiume; in realtà con l’avvento del Coronavirus, durante il periodo del primo lockdown, quindi marzo 2020, durante il quale le persone sono rimaste più tempo in casa e le fabbriche sono state chiuse, si è potuto constatare che le acque del fiume erano tornate limpide come durante gli anni ’50; epoca in cui il fiume incontaminato e pescoso rappresentava per gli abitanti della zona non solo una bellezza paesaggistica, ma anche un’attrattiva turistica e non, come oggi, una cloaca portatrice di puzzo e morte.

Il vero problema, in realtà, è l’inquinamento industriale, iniziato con il secondo dopoguerra e con la conseguente industrializzazione derivante dal boom economico. Nel corso degli ultimi anni poi si sono moltiplicate le industrie, conserviere e non, che sorgono lungo le sponde del fiume, le quali, con i continui sversamenti abusivi effettuati durante la notte, d’estate o durante le giornate di maltempo e la ormai diffusa pratica di non utilizzare i depuratori al loro interno (di cui la manutenzione è troppo onerosa), sono le vere responsabili di questo disastro ambientale dalle enormi proporzioni e dai danni a breve e a lungo termine, incalcolabili.

Ad esse poi si aggiungono le industrie farmaceutiche, per non parlare del polo conciario di Solofra, uno dei maggiori distretti italiani per la lavorazione delle pelli, tra i quattro maggiori produttori nazionali, che usando il cromo per la concia, contribuisce non poco all’inquinamento del Sarno. Senza dimenticare che queste acque servono ad irrigare i numerosi terreni del territorio, utilizzati per la coltivazione di frutta, verdura e ortaggi.
Gli sversamenti abusivi continui, le pene irrisorie, l’immobilismo, il rimbalzo delle competenze, le morti, le malattie sopraggiunte, l’inspiegabile silenzio istituzionale, interrotto solo in vista delle elezioni, hanno fatto sì che il gruppo di giovani attivisti di Controcorrente, dal 2018 iniziassero a combatte per il disinquinamento del fiume Sarno. Per combattere questa deriva negli ultimi 3 anni è stato aperto il vaso di Pandora spostando le tematiche sul fiume Sarno al centro del dibattito politico a livello comunale e regionale, anche grazie alla sensibilizzazione operata sul campo in numerosi comuni attraverso iniziative mirate.

Oltre ad avere un supporto tecnico scientifico costante per il monitoraggio del fiume e l’insorgenza di malattie nei cittadini della zona interessata dal Sarno, gli attivisti di Controcorrente organizzano incontri sul territorio e nelle scuole, manifestazioni, come ad esempio l’ultima tenutasi nel luglio 2020 a Napoli davanti al palazzo della Regione Campania, che l’ha vista coordinatrice della rete Sarno, oltre che azioni legali mirate. “Controcorrente – Per il Sarno che verrà” è tra l’altro una realtà associativa che si autofinanzia e senza scopo di lucro, ma che ha aperto la possibilità, attraverso il sito, www.sarnella.it, di effettuare delle donazioni che serviranno per continuare la loro battaglia contro l’inquinamento del fiume e a continuare ad imbottigliare Acqua Sarnella. Il pay off provocatorio “Acqua Sarnella, che favorisce la normale formazione di tumori”, vuole sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni verso un problema che non riguarda solo il nostro territorio, ma l’Europa intera, visto il triste primato di questo fiume.

“Questa bottiglia sarà la nostra molotov contro il disinteresse e l’immobilismo delle istituzioni politiche e giudiziarie”

Il problema del fiume Sarno e delle gravi conseguenze che ne derivano rappresenta solo uno dei tanti aspetti legati all’inquinamento ambientale. I danni causati dalla condotta sbagliata dell’uomo sono ormai evidenti e sotto gli occhi di tutti, è necessaria una risposta seria e concreta da parte delle istituzioni che devono attuare tutte le misure possibili affinché avvenga quel cambiamento di rotta in termini di salvaguardia dell’ambiente e di sostenibilità, che ormai tarda ad arrivare.

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