Film del 1957, scritto e diretto da Ingmar Bergman, è la trasposizione cinematografica della pièce Pittura su Legno, scritta dallo stesso regista pochi anni prima per la sua compagnia teatrale. Vincitore del Premio Speciale della Giuria al 10° Festival di Cannes, Il settimo sigillo rappresenta in tutto e per tutto una pietra miliare del cinema, con un’impostazione teatrale quasi scomparsa nelle pellicole moderne e un bianco e nero fortemente espressivo. È il racconto del rapporto con la morte attraverso la storia del cavaliere Antonius Block, tornato dalle crociate deluso e disilluso dalle atrocità viste, che si ritrova nella sua terra natia flagellata dalla peste.
Ma la sorpresa più amara è che ad attenderlo al suo ritorno c’è anche la Morte, venuta a prendere il cavaliere con sé.
Block sfida a scacchi la Morte in una partita che sa già di perdere, nel tentativo di ottenere ancora un po’ di quel bene prezioso che sta per lasciare per sempre: il tempo.
La partita accompagnerà il viaggio del cavaliere nelle terre devastate, al fianco del suo scudiero. Questo duo, che ricorda il conflitto donchisciottesco, vede lo scudiero come un cinico materialista e il cavaliere portatore di una fede logorata dai dubbi.
Guardando questo film ci si immerge nei drammi esistenziali della fede, del rapporto con Dio e del suo assordante silenzio in risposta alle domande degli uomini devastati, fisicamente dalla peste e psicologicamente dal dubbio. Una visione straziante della ricerca del tempo che fugge, che è limitato ed inserito in un’esistenza caotica, in contrasto con il freddo e ordinato disegno della Morte, rappresentato dagli scacchi. Durante la partita, domande costanti baleneranno nella mente del protagonista: domande sull’esistenza o meno di Dio; domande sulla certezza di una vita ultraterrena; domande che non troveranno risposte, ma solo altri dubbi.
La presa di consapevolezza della vicina sconfitta del cavaliere fa sì che anche il più coraggioso e temerario degli uomini cominci a vacillare e ad avere paura dinanzi al destino ineluttabile che lo aspetta.
La speranza, nel film, si manifesta nel tentativo di Block di guadagnare quanto più tempo possibile per salvare gli altri personaggi che incontra durante il suo cammino, farli sfuggire al fato altrimenti tiranno; l’ultimo atto eroico del cavaliere ormai consapevole della sua fine.
Il settimo sigillo è una pellicola incredibile, vero cinema d’autore come oggi difficilmente se ne vede, senza fronzoli, esercizi di stile o di maniera, ma denso di significato, che si prende il suo tempo senza mai risultare pesante, in circa un’ora e mezza riesce a mettere in piedi un’ambientazione viva, linee di dialogo brillanti (non a caso Woody Allen omaggerà questo film con diverse citazioni in Amore e Guerra) e una narrazione asciutta. Le tematiche trattate, filo conduttore di tutta la filmografia di Bergman, sono lo specchio della biografia del regista, anch’egli dubbioso e con un rapporto conflittuale con la fede.
Se non si è abituati a questo tipo di cinema si potrebbe restare sorpresi dalla visione di un racconto i cui protagonisti non sono gli effetti speciali milionari o l’adrenalina di un’azione vista e rivista, ma il discorso umano, troppo umano, quasi sofferto sull’esistenza, che porterà lo spettatore, non solo a un coinvolgente intrattenimento, ma anche a riflettere su quanto il cinema possa essere molto altro, oltre a quello a cui siamo stati abituati negli ultimi anni.
È possibile vedere Il settimo sigillo sulla piattaforma Amazon Prime Video.
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