Ex libris, significato, storia, timbri e goffratore personalizzato per la propria collezione
Se siete amanti della letteratura e dell’oggetto libro ne avete fatto davvero un culto, allora nella vostra personale biblioteca non può mancare almeno un timbro Ex libris, se poi volete fare uno step avanzato allora quello che state cercando è un goffratore personalizzato.
Ma cos’è un Ex libris? La parola deriva dal latino e significa “dai libri”, è un contrassegno, sotto forma di talloncino, timbro o incisione, apposto sul risguardo ovvero il foglio all’inizio e alla fine del volume, (ma può essere posto anche in seconda di copertina, la pagina del libro che rimane bianca) e serve a identificare la provenienza di quel determinato libro, ovvero il vostro libro. Infatti, vuol proprio significare “questo volume è tratto dai libri di…” (importante aggiungere sempre il proprio nome lasciando lo spazio per la scritta a mano, ancora meglio facendo personalizzare l’ex libris). Insomma è come se metteste la vostra firma su ogni copia, così che ogni volume diventi parte di una personale biblioteca.
Il goffratore personalizzato ha la particolarità di non avere inchiostro, infatti goffrare significa proprio incidere a rilievo, così usando questo particolare strumento sulla prima pagina del libro (o l’ultima) resterà impressa la scritta che vorrete lasciare incisa per sempre sulla carta.
La storia dell’ex libris è davvero antica quasi quanto i libri stessi, addirittura nei manoscritti medievali si possono trovare queste diciture, spesso venivano usate anche come ammonimento a certifica dell’identità del proprietario, per disincentivarne il furto, infatti talune volte era possibile che la dicitura riportasse delle vere e proprie minacce o maledizioni, come nella frase, “Chi mi ruberà il libro morrà di mala morte”. Quella dei libri prestati e mai più restituiti è una storia che non ha mai visto una fine insomma, a questo proposito avere un proprio ex libris (che sia a timbro o goffratore) può essere un modo per reclamarne, senza ombra di dubbio, la proprietà.
L’Ex Libris più antico che si conosca risale a 1400 anni prima di Cristo, si tratta di una placchetta di terracotta smaltata in azzurro proveniente dall’Egitto. Questo incredibile e antichissimo Ex libris è stato trovato applicato a dei rotoli di papiri, collocati all’interno di contenitori in cedro su cui era trascritto il titolo dell’opera, il nome del Faraone Amenophis III e della sua sposa Tiyi, a ricordo del loro eterno amore, oggi custodita gelosamente al British Museum di Londra.
Con l’invenzione della stampa a caratteri mobili nel XV secolo, che avvenne a Magonza (Germania) ad opera di Giovanni Gutemberg, verso il 1450-1455, l’Ex libris diventa un talloncino illustrato realizzato da un artista, nei secoli seguenti la sua particolarità sarà quella di differenziarsi in base al periodo storico-culturale, alla personalità del committente ma anche allo stile proprio dell’autore. Anche artisti celebri si sono cimentati nell’arte dell’Ex libris, come Dürer, Cranach, Klimt, Kolo Moser, Boccioni ed Escher mentre tra la committenza figurano Goethe, Wagner, Dickens, D’Annunzio, Rilke, per citarne solo alcuni.
Prima della nascita del libro stampato la necessità dell’Ex libris era legata alla rarità del manoscritto, le scuole erano poche e gran parte della popolazione non sapeva né leggere né scrivere, i libri erano pochissimi, ne avevano alcuni solo i preti, i nobili e ricchi borghesi, che erano anche gli unici ad avere accesso all’istruzione, frequentando scuole di città, mentre in casa possedevano biblioteche private, dove i libri venivano custoditi come valori preziosi, di conseguenza diventava necessario catalogarli e firmarli. Con l’avvento della stampa è risultato sempre più facile reperire i libri, perché si potevano avere un numero maggiore di copie, quindi l’usanza dell’ex libris acquisisce una connotazione un po’ diversa. Diventa un segno distintivo del proprietario, manifestandone un atteggiamento spesso possessivo e vanitoso, soprattutto quando veniva riportato anche un motto. Un vezzo che ha prodotto delle vere e proprie opere d’arte, soprattutto nel Novecento. Le tecniche e i soggetti sono i più disparati, spesso si tratta di disegni monocromatici da poter usare come timbro o riprodurre sotto forma di incisione, ma in alcuni casi sono anche disegni ad acquerello. Tra i soggetti più gettonati, oltre al libro stesso, si trova il gufo forse dovuto al fatto che sia un animale notturno come spesso è la lettura. Ma si trovano anche soggetti tra i più disparati, spesso legati ai gusti del committente, come strumenti musicali, scene erotiche, personaggi dei romanzi e composizioni surreali.
A oggi è assolutamente possibile possedere un proprio ex libris, si può scegliere tra diverse fantasie di timbri o goffratori, dove viene lasciato lo spazio per apporre il proprio nome, oppure si può decidere di farsene fare uno (o più) personalizzati.
Riportare in auge questa antica usanza è, non solo stupenda visivamente, ma ridona nuovo pregio alla carta stampata, che ultimamente sta soffrendo non poco, conferendo al libro un valore personale molto più che economico. Inoltre l’idea di personalizzare il proprio libro potrebbe innescare nelle nuove generazioni l’interesse per la lettura e per la collezione di libri.