Tenebre e Ossa, fantasy piacevole ma non paragonatelo a Game of Thrones
L’adattamento Netflix dei romanzi bestseller di Leigh Bardugo, Tenebre e Ossa, è pieno di mistero, atti oscuri e mostri che spolpano le ossa, ma per quanto sia una visione più che piacevole, non è all’altezza dei grandi capolavori fantasy.
Il fenomeno che si era creato attorno a Game of Thrones ha lasciato solo un enorme vuoto da quando si è concluso due anni fa, nonostante il finale poco convincente, dopo otto stagioni di incesti e meta-lupi, battaglie epiche e altrettanto epicamente costose. Era un punto di riferimento culturale, il successo dei successi, il punto più alto a cui una serie fantasy poteva aspirare. E poi tutto è semplicemente… sparito. Ci sono stati degli sforzi per portare avanti tutto questo, ma sono sembrati tutti, nel migliore dei casi, poco entusiasmanti. È come se George RR Martin, DB Weiss e David Benioff avessero letteralmente svuotato la dispensa di tutto quello che di buono c’era, di ricco e carnoso, di stuzzicante e invitante con le loro battaglie, tradimenti e spargimenti di sangue creati a pennello, che nemmeno la più fulvida immaginazione avrebbe potuto arrivare a tanto (ma loro lo hanno fatto). Di conseguenza, tutti quelli che sono venuti dopo sono ancora lì a cercare di rimettere insieme e rifornire quella dispensa ormai spolpata.
L’ultimo sforzo, apprezzato come tale, è stato con Tenebre e Ossa, un adattamento Netflix non proprio fedele alla trilogia bestseller Grisha della scrittrice Leigh Bardugo, perché mette insieme più parti dei libri fino al seguito, Sei di corvi, che ci dà il secondo filone della trama. Il cambiamento più evidente rispetto al materiale originale è che il personaggio centrale, Alina Starkov, interpretato da Jessie Mei Li, è un’orfana di razza mista; metà Shu e metà Ravkan. Diventa un soldato e si allea all’esercito di quest’ultimo, ma ha l’aspetto del primo, il nemico dei Ravkan, una delle nazioni di un mondo sconvolto da una guerra che dura da anni. La sua amicizia fin dall’infanzia con il compagno soldato Malyen Oretsev, interpretato da Archie Renaux, la aiuta a sopportare il bullismo meschino che deriva dal razzismo verso gli Shu. I due diventato inseparabili fin da piccoli. La storia è ambientata nel Regno di Ravka (un regno che riprende alcune caratteristiche della Russia zarista). L’ambientazione e parecchio convincente, i due amici, ormai adulti, si ritrovano insieme in una missione di ricognizione capitanata da un esercito elitario di umani magici conosciuti come i Grisha, devono attraversare il più grande nemico di tutti: una barriera di oscurità chiamata Faglia d’Ombra, ovvero una striscia di nebbia scura che divide il paese in due, infestata da mostri conosciuti come Volcra che possono, vogliono e spesso fanno a pezzi i viaggiatori e li disperdono in una vasta area senza luce. L’oscurità è una metafora, che qui sta a indicare ogni sorta di cose brutte.
Siamo sulla nave dentro la Faglia quando uno dei membri dell’equipaggio, in preda al terrore, accende una lanterna nell’oscurità, i mostri alati cominciano ad attaccare e fare a pezzi la nave insieme a tutti i suoi membri. A questo punto succede una cosa incredibile…
Ma facciamo un piccolissimo passo indietro (siamo sempre nel primo episodio). A lungo sono girate voci in tutto il Grishaverse riguardo a un essere raro, conosciuto come Evocatore Luce, che avrebbe avuto il potere di distruggere la stramaledettissima Faglia, se mai fosse nato o fosse stato trovato. Peccato che fino a quel momento non pareva pervenuto, nonostante i bambini venissero esaminati fin da piccoli per capire se appartenevano ai Grisha e quali poteri avessero, ma c’è sempre qualcuno che fa il furbetto e balza “i controlli”. Adesso torniamo dove eravamo, sulla nave, la Faglia è un disastro, la missione è praticamente suicida, questo però solo fino a quando Mal, il buon vecchio Mal, viene sbranato da un Volcra e Alina, che è follemente innamorata di lui da sempre e lui di lei (sono adulti ma mantengono il pruriginoso segreto), scatena una potente esplosione di energia e luce che respinge i mostri e dà loro un passaggio sicuro verso la destinazione dall’altra parte della Faglia. Diciamo che la cosa non passa inosservata visto che aspettavano di trovare questo potere da parecchi anni…
Negli episodi successivi Alina viene presa sotto l’ala del generale Kirigan, interpretato da Ben Barnes, un evocatore di ombra, chiamato l’oscuro e leader dell’esercito di Ravka. La ragazza viene sottoposta a un rigoroso addestramento in modo da affinare e saper controllare i suoi poteri, inoltre cerca di superare difficili ostacoli che mettono a repentaglio la sua vita proprio per colpa di quel potere, insomma, come ha detto qualcuno una volta: “da grandi poteri derivano grandi responsabilità”. Infatti, se pensate che il generale Kirigan lo faccia per bontà d’animo e senza secondi fini, allora, carissimi lettori, tenetevi forte perché non vi siete mai imbattuti in un evocatore di ombre, oppure in una trilogia fantasy o in una qualsiasi trama narrativa di questo genere.
Se pensate che sia tutta una grandissima noia: fermi tutti, ci sono anche delle parti interessanti, sin da subito incontriamo la carismatica banda di criminali composta da Kaz Brekker (Freddy Carter che ha sempre un’espressione particolarmente satanica alla Jack Nicholson), Inej (Amita Suman) e Jesper Fahey (Kit Young), anche loro ovviamente vogliono Alina. I tre, ognuno a modo suo, hanno una buona ragione per tuffarsi nella missione particolarmente pericolosa, stringono un patto da milione di kruger (che sembrano proprio una bella somma) per affrontare la Faglia e riportare indietro l’Evoca Luce al compratore. Le parti più divertenti della serie sono affidate esclusivamente a loro. C’è anche una terza trama che cera di inserirsi a gomitate nelle prime due, ma è così priva di spunti che, per ora, non risulta minimamente interessante.
In conclusione, la serie è piacevole e vi farà passare qualche serata in spensieratezza, servirà giusto un po’ di attenzione nella prima puntata per ricordarsi i personaggi, ma già dalla seconda sarete preparati alla perfezione, altro che trame intricate alla Game of Thrones dove nemmeno alla seconda stagione ci si ricordava di tutte le trame e sotto trame, ma soprattutto di tutti i nomi dei personaggi. Questa serie è davvero semplice, carina e coccolosa, un po’ come è successo con The Witcher e gli altri contendenti alla corona del Troni che si sono susseguiti nel tempo d.g. (dopo Got), per ora il trono da conquistare davvero è ancora quello di spade.