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Capitan America, la verità è che non siamo Steve Rogers, siamo John Walker

(SPOILER) Il quarto episodio della serie Disney+ The Falcon and the Winter Soldier si è concluso con quella che potrebbe essere stata l’immagine più sorprendente fino a oggi della produzione MCU: John Walker il nuovo Capitan America, dopo aver picchiato a morte un uomo, solleva il suo iconico scudo a stelle e strisce e ne rivela la metà inferiore coperta di sangue. Molto creepy e molto poco Capitan America…
Il simbolismo sarebbe potuto sembrare un po’ esagerato o pesante, se non fosse stato così efficace.

La serie stessa ha dimostrato di voler mostrare una brillante volontà di bilanciamento rispetto a questo personaggio, sia quando si è trattato di raccontarne l’ascesa, sia la sua rovinosa caduta. Ovviamente era scontato che come pubblico saremmo già partiti prevenuti nei confronti di questo straniero biondo, insipido e con la mascella poderosa, a livello metaforico rispecchia perfettamente tutti i dubbi e le preoccupazioni che già avevamo investigato in Sam: un patriota di plastica, un Ken perfettamente studiato a tavolino, ma soprattutto, a livello emotivo, non è Steve Rogers. Non importava chi sarebbe stato il nuovo Capitan America, poteva essere anche il personaggio migliore del mondo, si sarebbe dovuto scontrare con un pubblico pronto a rinnegarlo con la buona vecchia frase retorica “non sei il mio vero padre”.

Questo sicuramente nei primi incontri, ma andando avanti con gli episodi inizia a crescere anche una fastidiosa consapevolezza in noi: la terribile verità è che non siamo Steve Rogers, siamo John Walker.

Abbiamo avuto modo di conoscere quest’uomo intento a fare del suo meglio nel ruolo che gli è stato affidato, ha trascorso gli anni del liceo come stella del football prima di frequentare West Point, ha tutto l’atteggiamento dello spaccone però con buone intenzioni, ha un migliore amico e una moglie, senza dimenticarsi della sua ammirevole capacità di essere autoironico durante le interviste televisive, ma non ci convince. Soprattutto perché sono tutte qualità distanti dal vecchio Capitan America, quello a cui, anche chi non è americano, si è sempre sentito vicino per i suoi alti valori. Insomma John Walker è un personaggio che non fa impazzire perché distante dall’ideale che la Marvel ci ha inculcato negli anni, Capitan America deve essere un uomo giusto proprio per il nome che porta.

Ed è qui che arriva prepotente la consapevolezza, forse ci stiamo sbagliando su tutti i fonti, Steve Rogers rappresentava un’America che non è mai esistita, che non esiste al di fuori della Main Street di Disneyland. Come personaggio era l’eroe ideale, i cui principi di bontà, di amicizia, di coraggio lo portavano a fare ciò che è giusto anche quando è difficile, lo rendevano addirittura abbastanza degno di reggere il mitico martello di un dio. Sarebbe bello poter dire che questa narrazione possa rispecchiare una qualche tipo di realtà, così onesta e rispettosa, ma qualsiasi sguardo disincantato agli ultimi cinque anni della storia americana, per non andare oltre, racconterà una realtà molto diversa, una nazione afflitta dal razzismo sistemico, dalla paura verso gli stranieri, dal valore che viene dato al denaro rispetto alle persone e all’io rispetto al bene collettivo, l’America è sicuramente un esempio importante di tutto questo sistema in decadenza, ma non serve andare oltre oceano per ritrovare questo tipo di società.

Walker viene spogliato del titolo di Capitan America per le sue azioni da condannare, ma la stessa trama ci dice qualcosa di molto più forte e chiaro: era una questione di pubbliche relazioni, di immagine, non di moralità.

I politici, nei loro discorsi pomposi, ci raccontano di volere un paese giusto, dai grandi valori, lo vediamo tutti i giorni sui giornali o in televisione quanto sia facile dar fiato alla bocca per ergersi a Capitan America di tutti i paesi, ma sotto la maschera, la terribile verità è che non siamo Steve Rogers, siamo John Walker.

John Walker non nasce come uomo malvagio, nessun essere umano nasce malvagio, è una persona cresciuta in un sistema che lo ha impregnato dei suoi valori, come dice lui stesso, “Ho passato la vita a obbedire ai vostri comandi! Ho dedicato la mia vita! Vi ho sempre obbedito. Ho sempre fatto quello che mi avete chiesto, sono sempre stato la persona che volevate che fossi, sì l’ho fatto! E l’ho fatto in modo esemplare”, grida al tribunale militare.

Possiamo dirci davvero tanto diversi da John Walker?
Viviamo in un paese dove facciamo finta di essere pacifisti e poi vendiamo le armi a paesi in guerra, lasciamo che la gente muoia in mare mentre cerca una via di fuga per la salvezza, difendiamo continuamente un sistema patriarcale disumano portato avanti da generazioni. Ci sono persone che davanti a un crimine credono che la risposta appropriata sia la pena di morte, indicando proprio l’America come il paese dei giusti perché ancora la applica. Per parafrasare malamente una citazione de Il Cavaliere Oscuro: Steve Rogers è il Capitan America che vogliamo; John Walker è il Capitan America che ci meritiamo.

Anche la punizione di John Walker diventa una messa in scena di quello che ci si aspetta accada, senza tener conto di quello che davvero interessa. Walker viene spogliato del titolo di Capitan America dopo l’omicidio che diventa uno scandalo internazionale, qui si capiscono le dinamiche della decisione di spodestarlo, la questione intaccava troppo l’opinione pubblica, non la moralità. L’episodio stesso è intitolato “Il mondo intero ci guarda”, proprio nella scena “incriminata” infatti si vedono diversi civili con in mano telefoni e fotocamera, l’episodio è stato ripreso, bisogna dare un segnale forte per non rovinare l’immagine del paese, vi ricorda qualcosa? E così, in modo agghiacciante, viene sollevata la domanda: Capitan America sarebbe stato punito per aver ucciso ingiustamente un cittadino straniero su suolo straniero se non fosse stato ripreso?

Ma per quanto sia vergognoso fare i conti con un Capitan America a cui il potere e la rabbia personale hanno dato alla testa, anche la punizione che riceve appaga solo i sogni di giustizia, dove un funzionario del governo viene effettivamente ritenuto responsabile per qualcosa che è stato ripreso da una videocamera.

Fortunatamente domani avremo l’ultima puntata e un nuovo Capitan America in cui riponiamo tutte le speranze come a ricordarci che le cose possono, e dovrebbero, migliorare.

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