Victim Blaming: il video di Beppe Grillo è ingiustificabile oltre che gravissimo
Dopo il video pieno di Victim Blaming pubblicato qualche giorno fa da Beppe Grillo in cui prende le difese del figlio Ciro, accusato di violenza sessuale dalla procura di Tempo Pausania (Sassari) insieme ad altre tre persone, è davvero importante fare chiarezza sulla gravità di certe affermazioni che sono ingiustificabili e gravissime.
I toni usati sono sintomo di una cultura dello stupro ancora fortemente radicata in questo paese per cui una persona, una vittima, non dovrebbe più essere considerata tale se ci mette del tempo per denunciare.
Parafrasando le parole di Grillo: “Perchè non li avete arrestati? Ce li avrei portati io in galera a calci nel culo. Non lo avete fatto perché vi siete resi conto che non è vero niente. Una persona che viene stuprata la mattina, al pomeriggio va in kitesurf e dopo otto giorni fa la denuncia…Vi è sembrato strano. Lo è”.
Il fondatore del M5S sostiene che lo stupro di gruppo non sia mai avvenuto e che i rapporti con la ragazza che ha denunciato siano stati consenzienti. Cita un video che dimostrerebbe l’estraneità dei quattro ragazzi di 19 anni che “ridono in mutande e saltellano con il pisello [di fuori],” e squalifica la versione della ragazza, la quale “al pomeriggio va in kitesurf e dopo 8 giorni fa una denuncia, è strano.”
I fatti oggetto dell’indagine, e che ora potrebbe sfociare in una richiesta di rinvio a giudizio, risalgono all’estate del 2019. Dopo una serata al Billionaire, il gruppo di quattro ragazzi e due ragazze si sarebbe spostato nella villa di Grillo. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la ragazza sarebbe stata forzata ad avere rapporti sessuali in camera da letto e nel box doccia con uno dei ragazzi, e poi nuovamente, dopo essere stata costretta a bere mezza bottiglia di vodka. Alcuni quotidiani riportano che anche l’altra ragazza avrebbe subito abusi.
In merito a questa vicenda sarà la procura a decidere come stanno i fatti, un altro discorso è smontare tassello per tassello queste affermazioni fatte da Beppe Grillo che portano solo a far sentire le vittime ancora più sole, ancora più in pericolo. Vittime non solo della violenza, ma anche di un sistema che permette a un uomo, per giunta con un forte potere mediatico e politico, di squalificare la vittima, di gridare davanti a una telecamera che se denunci una violenza dopo un periodo di tempo, sei BUGIARD*!
Si sta nuovamente parlando di vittimizzazione secondaria, le donne non sono credute, la violenza viene minimizzata, il comportamento della ragazza giudicato quasi fosse lei l’accusata.
Anche il frontman dei Måneskin Damiano David prende posizione su queste parole ingiustificabili a sostegno di tutte le persone che, per l’ennesima volta, si sono sentite nuovamente violate dalle parole di Grillo, “Voglio parlare alle persone che avvalorano la tesi secondo la quale se uno stupro viene denunciato dopo 8 giorni allora non era stupro. Non è così, ci sono donne che si rendono conto del fatto anche molto tempo dopo e trovano il coraggio di denunciare molto tempo dopo perché siamo abituati a pensare che molte cose siano legittime quando in realtà non lo sono e perché c’è un problema proprio di fondo e di educazione. Vi prego di informarvi e di astenervi da dichiarazioni tanto disumane, almeno ai miei follower”.
Non esiste un tempo “giusto” per denunciare una violenza, ognuno ha bisogno del suo tempo. Esiste invece un momento in cui tacere e decisamente Beppe Grillo ha perso la sua occasione, perché qui non si tratta più di un padre che cerca di difendere suo figlio dall’accusa di presunto stupro, una situazione che manderebbe in mille pezzi qualsiasi genitore venisse a conoscenza di un fatto di questo tipo. Qui stiamo parlando di una persona che davanti a migliaia di persone prende una donna e la getta in pasto ai media, non si ferma a riflettere: e se fosse vero?
Perché sarà anche la procura a decidere sui fatti, ma stiamo parlando di esseri umani trattati come pezzi di carne, se fosse tutto vero questa donna ha prima subito uno stupro e a seguire una seconda violenza, sentendosi urlare, davanti a tutti gli italiani, che lei è la colpevole. Che le vere vittime sono i suoi stupratori e lei la carnefice. Tante persone non denunciano proprio per accadimenti come questi, il victim blaming è un dramma della nostra società che è il caso venga preso sul serio, perché denunciare vuol dire andare incontro anche a questo calvario, la paura di non essere creduti, ancora peggio di essere colpevolizzati, diventare carnefici dopo essere stati violentati, abusati, umiliati (che sia un minuto o che sia per ore), ci sono processi, ci sono a volte video (come in questo caso) e sei costretto a riviere tutto, altre 10, 100, 1000 volte. Ti devi difendere, ancora, da chi ti dice che stai mentendo. Davvero riesce così difficile capire come mai la denuncia non è una passeggiata di salute verso la caserma?
Dobbiamo fare tutto quello che è in nostro potere per distruggere le deliranti parole di Grillo perché non ha fatto altro che rinforzare quella paura di denunciare, riconfermando che la vittima potrebbe trasformarsi in carnefice e così di essere nuovamente violentato dal sistema.