La nuova serie Ginny & Georgia uscita su Netflix il 24 febbraio è davvero un bel match di trash, riferimenti alla cultura pop e situazioni al limite del nonsense, in un’epoca normale l’avremmo vista con la superficialità che la stessa ci rimanda, ma in questo periodo rivela il lato più doloroso per gli adolescenti nell’era del Covid, quella parvenza di normalità che stanno completamente perdendo non andando a scuola, non avendo il privilegio di socializzare in un periodo della loro vita che non tornerà mai più indietro.
Il nuovo mondo in cui ci risvegliamo ogni mattina ci ha proposto una serie Tv che probabilmente non era nata per darci lo schiaffo che ci arriva, anzi, vista la trama probabilmente non era nemmeno nel loro interesse farci vedere quanto fosse normale e drammatica la vita degli adolescenti, infatti vuole parlare di tutt’altro, abbiamo la mamma trentenne, spirito libero, sopra le righe, super sexy, Georgia, interpretata da Brianne Howey, sua figlia quindicenne, Ginny, interpretata da Antonia Gentry e un fratellino delle scuole elementari Austin, la serie è estremamente superficiale anche quando si trattano di temi particolarmente controversi, non mancano le truffe, i misteri, gli amori, i tradimenti, i temi sociali, una serie Tv come tante ne abbiamo viste negli anni passati, infatti attinge a un repertorio classico, Desperate Housewives incontra Gilmore Girls che incontra Buffy.
In un’altra epoca l’avremmo considerata semplicemente trash, un buon trash, di quelli che ti fanno divertire, ti tengono incollati alle puntate senza ragione, solo per sapere dove vogliono andare a parare. Ma a oggi guardare Ginny & Georgia lascia solo dell’amaro in bocca perché Ginny, nonostante l’infinità di problemi legati al suo personaggio attribuibili solo a un ruolo inventato, racconta quello che adesso non succede più, va a scuola tutte le mattine, fa amicizia con persone nuove, socializza, si ritrova addirittura in un triangolo amoroso. Wow, mi viene da pensare guardano la serie, chissenefrega che sua mamma è una potenziale psicopatica con dei segreti sconvolgenti, fatemi vedere la banalità della vita, è molto più interessante.
A livello di trama la serie infatti è davvero estremamente semplice, anche se vogliono farla sembrare complessa, succedono un sacco di cose e tutto sembra molto drammatico. In breve, tutto inizia con la morte dell’ultimo patrigno di Ginny, di mezzo c’è un’eredità, un trasferimento dal Texas al Massachusetts, moltissimi flashback dell’infanzia infelice di Georgia salvata da una banda di motociclisti che le insegnano la vita, scandali tra mamme snob di un piccolo quartiere, un big match tra Ginny e il suo nuovo insegnante decisamente non progressista, frodi, scene di sesso, una migliore amica gay e due contendenti per Ginny.
La sua migliore amica gay, Maxine, interpretata da Sara Waisglass, è un personaggio estremamente stereotipato ed esagerato, una chiacchierona iperattiva ed entusiasta che cerca di farsi strada nel mondo in modi davvero incredibili, un personaggio irrealistico e adorabile. I pretendenti di Ginny sono: il super sexy e tenebroso vicino di casa, nonché fratello di Maxine, Marcus, interpretato da Felix Mallard, il classico ragazzo che tutte avremmo voluto come vicino di casa, (soprattutto se si arrampica alla nostra finestra) e il dolce quanto affidabile Hunter, interpretato da Mason Temple, altro personaggio davvero irrealistico, si comporta come un uomo responsabile di 40 anni nonostante sia un liceale come gli altri, nessuno di loro rappresenta la vita normale ma, nonostante tutto, vederli vivere questa pantomima in un contesto in cui vanno al pigiama party della scuola, escono di casa di nascosto per incontrarsi, chiacchierano nei corridoi o nei bagni della scuola, si scambiano le ultime novità, si incontrano al loro locale preferito per una cena tra amiche, si ubriacano di nascosto ad una festa in casa, si baciano per la prima volta, risulta davvero doloroso per tutti i giovani seduti da questa parte dello schermo.
Quello che è addirittura un prodotto di bassa qualità come Ginny & Georgia ci insegna è che quello che stanno perdendo gli adolescenti di oggi e molto più grave di quanto possa essere perdere una lezione in DAD perché la connessione non funziona. Certe esperienze, che siano buone o pessime, che siano giuste o sbagliate, servono per crearsi un bagaglio di vita che non potrà mai più essere colmato se non in quel preciso periodo della propria vita, l’adolescenza.
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