Il 16 febbraio 2021 Carlo Verdone è tornato in libreria con un nuovo romanzo autobiografico: La carezza della memoria, edito da Bompiani.
Si tratta del terzo lavoro da scrittore del regista e attore romano che tutti abbiamo amato in film come Un sacco bello, Bianco Rosso e Verdone, Borotalco, fino ai più recenti Posti in piedi in paradiso, Benedetta follia, Sotto una buona stella, in attesa dell’uscita in sala di Si vive una volta sola, sua ultima fatica cinematografica che attende di incontrare il pubblico non appena riapriranno le sale cinematografiche.
Verdone aveva già incontrato il pubblico di lettori con due romanzi, Fatti Coatti: (o quasi), edito da Mondadori nel 1999 e La casa sopra i portici, anche questo edito da Bompiani nel 2012.
Proprio quando credevamo che Carlo Verdone avesse esaurito gli aneddoti sulla propria vita e sul proprio lavoro ecco che stupisce noi e se stesso, come ha già dichiarato in diverse interviste, con nuovi ricordi e racconti (ciascuno rappresentabile tranquillamente in un film intero o in uno sketch televisivo) di cui aveva dimenticato molte cose e che erano rimasti nell’oblio della memoria.
Ci ha pensato uno scatolone di fotografie, appunti e tante altre cose a sbloccare i ricordi di un’intera vita. Alcuni di questi si riferiscono agli esordi della sua carriera, altri alla famiglia e altri ancora ad alcuni momenti con i suoi fan.
Il filo rosso questa volta sembra essere la figura del padre Mario, critico cinematografico e importante accademico alla cui memoria Carlo Verdone è da sempre legato. Ma non si può fare a meno di sentire la presenza di Mario Verdone dall’inizio alla fine del libro. Il suo, se questo libro fosse un film è il ruolo principale, il personaggio su cui si regge tutta l’impalcatura narrativa.
Il libro arriva al momento giusto, è stato scritto durante il primo lockdown e arriva in un momento di saturazione per tutti. Leggere i racconti di Verdone, come se lui fosse accanto a noi è un balsamo per l’anima, una carezza appunto.
Perché la sensazione che si prova, ma questa non è una novità, è che Carlo Verdone sia proprio con noi tanto da avere l’impressione di sentire i racconti dalla sua voce più che leggerli.
Il libro è corredato di fotografie, una per ciascun capitolo, quelle che hanno dato lo spunto per il racconto. Rispetto a La casa sopra i portici questo testo è più intimista e infatti la famiglia di Verdone, la moglie Gianna, i figli Giulia e Paolo e i genitori sono hanno ciascuno un racconto dedicato.
Una cosa che emerge da La carezza della memoria, ma che emergeva già dal precedente romanzo è che molte avventure di cui ci parla l’autore si possono quasi definire magiche. È come se gli eventi, le avventure, gli incontri e le circostanze fossero avvolti da un’atmosfera magica. Lo stesso Verdone ha più volte dichiarato all’inizio di ogni suo aneddoto che se ne poteva ricavare un film e come spesso capita la realtà supera la fantasia.
Si passa dal romantico incontro con una giovane prostituta romana a un comico incontro con un elefante del circo Orfei, dal debutto in Tv con Non Stop, che avrebbe determinato il suo futuro, a un viaggio a Praga con il padre Mario per passare dall’incontro con una fan, la signora Stella, uno dei più commoventi a mio avviso.
Al termine della lettura si ha davvero la sensazione di aver ricevuto una carezza. Anche su carta Carlo Verdone sa tenerci compagnia e confortarci, aiutandoci a dimenticare per un po’ il buio di questo periodo storico.
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