Ha inaugurato nel Convento di San Domenico Maggiore, la mostra SISMA80 – 23 novembre ore 19.34, un progetto fotografico promosso dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli nell’ambito dell’anniversario del quarantennale dal terremoto del 23 novembre 1980. La mostra ideata e diretta da Luciano Ferrara, prodotta da noos aps, con responsabile produzione Sofia Ferraioli e con l’organizzazione e curatela di tribunali138 sarà gratuitamente aperta al pubblico fino al 31 marzo.
L’esposizione racconta con le immagini lo sguardo e la testimonianza di oltre 20 fotografi che con i loro scatti ridanno voce a una ferita di una catastrofe non ancora rimarginata.
SISMA80 presenta le fotografie di: Archivio Luciano D’Alessandro Studio bibliografico Marini, Roma – Massimo Cacciapuoti – Toty Ruggieri – Annalisa Piromallo – Gianni Fiorito – Fotosud (Giacomo Di Laurenzio, Antonio Troncone, Mario Siano, Guglielmo Esposito) – Associazione Archivio Carbone – Pressphoto (Gaetano Castanò, Franco Castanò, Franco Esse) – Mario Riccio – Giuseppe Avallone – Guido Giannini – Pino Guerra – Sergio Del Vecchio – Archivio fotografico Ferrara, Luciano Ferrara – Mimmo Jodice.
Oltre 100 immagini, che si potrebbero definire neo-raliste, raccontano con sincerità, sguardo acuto e, talvolta, crudezza dello scatto una pagina amara e ancora non digerita della catastrofe di cui diverse generazioni sono state vittime e testimoni e altrettante ne hanno sentito parlare per anni come un evento storico che ha cambiato per sempre la vita in Campania. Ancora oggi camminare per le strade di alcuni paesi dell’Irpinia e dintorni, vuol dire compiere dei passi nella storia, calpestando un suolo che tremando quarant’anni fa ha lasciato una cicatrice profonda nei corpi e nella memoria di tutti.
Le foto, tutte in bianco e nero, sono allestite nel Grande Refettorio del Convento di San Domenico Maggiore: dalle proteste in piazza del Plebiscito a Napoli, ai terremotati alloggiati negli autobus, nelle scuole occupate, nei campi containers presso i quartieri di San Pietro a Patierno, San Giovanni a Teduccio, Barra, Secondigliano. Le foto di disperazione nell’epicentro dell’avellinese con scatti che ritraggono crolli e zone devastate da Lioni, Sant’Angelo dei Lombardi, Teora e Bagnoli Irpino, fino a Bavano nel potentino. Ancora le fotografie di Pozzuoli con le ricostruzioni post-terremoto.
Il percorso della mostra prosegue nella sala del Piccolo Refettorio, dove i visitatori potranno assistere alla videoinstallazione “Il racconto dei protagonisti”, proiettata su una parete di 6 metri e realizzata da Gix Musella e Elio Di Pace, che completa l’esposizione attraverso voci e testimonianze.
Il concept del percorso è apprezzabile per diversi motivi, innanzitutto la cornice storica del Complesso di San Domenico Maggiore dove è allestita la mostra. Entriamo come in un rituale sacro, nel silenzio che richiede l’ingresso in una Basilica e ci ritroviamo in una sala grande e spoglia, quella del refettorio con un percorso circolare di fotografie nude, con poche righe semplici di racconto sull’autore degli scatti e i riferimenti geografici. Restano gli scatti, crudi e diretti che senza bisogno di ulteriore racconto se non quello dell’obiettivo ci dicono molto sul 23 novembre 1980. Ma non è soltanto l’evento che si sente sulla pelle e nel sangue guardando le foto, ma soprattutto gli occhi di chi quella tragedia l’ha vissuta direttamente perdendo la casa e i propri cari.
È come se gli sguardi di queste persone, alcune delle quali non più tra di noi, ci stessero chiedendo di apprezzare quello che abbiamo e di vivere, vivere sempre fino alla fine perché in un attimo può finire ogni cosa.
SISMA80 non è soltanto un percorso di sguardi, quelli dei fotografi verso le vittime e quelli delle vittime verso di noi ma anche un percorso di voci, quelle dei titoli di giornale che seguirono la vicenda e quelle dei testimoni che raccontano, da sopravvissuti i ricordi di quel giorno. L’impatto su quanto appena visto è ancora più forte e rimane a lungo sotto pelle quando uscendo in piazza San Domenico Maggiore si torna al nostro presente fatto di mascherine, distanziamento sociale, sprazzi di libertà difesi con le unghie e con i denti e tanta voglia di normalità.
SISMA 80 è un progetto inedito di narrazione partecipata sugli effetti del terremoto dopo 40 anni, dove le immagini selezionate costituiscono un contributo esclusivo dei fotografi e delle fotografe, autori e autrici di testimonianze uniche e preziose che necessitano di essere riportate alla luce e che possono insegnare tanto alle nuove generazioni.
“Abbiamo ritenuto di non potere ma soprattutto di non volere ridurre alle sole celebrazioni istituzionali questo quarantennale, – afferma Eleonora de Majo, Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli – utilizzando la ricorrenza come occasione di riflessione collettiva, pubblica, su come si è trasformata la nostra città a partire dal sisma e su quali di queste trasformazioni ne hanno inesorabilmente condizionato il tessuto sociale, antropologico, economico e modificato ineluttabilmente il paesaggio urbano. Urgenza che avvertiamo ancora più forte in questo momento storico, immersi come siamo in un globale stato di emergenza e di eccezione e dunque ancor più interessati ad approfondire, attraverso un racconto di testimonianze visive e di parole, come dietro la possibilità di derogare alla legge e alla Costituzione possa nascondersi sempre una imperdibile occasione di profitto per la politica corrotta, per l’imprenditoria criminale e per il malaffare”.
“Siamo felici di poter finalmente inaugurare questo importante e intenso progetto che ci ha visti impegnati per mesi in un grande lavoro corale – dichiara il direttore artistico e fotografo Luciano Ferrara. – Celebrare uno storico momento del nostro passato in un periodo come quello presente così difficile e tragico a causa della pandemia, rende questo progetto ancora più sentito e con la voglia e necessità di essere mostrato e condiviso. Lo dedichiamo alla nostra città e regione, per ricordare il terremoto che ha colpito noi e l’Italia intera, e che a quarant’anni di distanza continua a mostrare le proprie ferite”.
SISMA80 ci ricorda oggi un’altra cosa importante, il valore del ruolo del fotogiornalismo d’inchiesta, sempre più utile e necessario per la democrazia e le condizioni di vita di milioni di cittadini. Perché una foto può comunicare in modo efficace meglio di tante parole un evento di cronaca o una pagina di storia.
Completa la mostra SISMA80, la grande installazione dal titolo “Il Cratere Mappe Infografiche” (mt. 6×2,5) allestita nel Grande Refettorio, dove sono raccolti documenti e informazioni sul terremoto attraverso una selezione di pagine de Il Mattino dell’epoca, insieme alla mappatura dei luoghi colpiti e degli effetti. Il “Cratere” divenne il nome di una vasta area che, dall’Appennino meridionale si estendeva su tutta l’Irpinia e nelle zone adiacenti delle province di Salerno e Potenza.
Il catalogo fotografico della mostra pubblicato dalla casa editrice Iod, con il progetto grafico a cura di Gix Musella e il patrocinio morale del comune di Napoli – Assessorato alla Cultura e al Turismo, raccoglie oltre alle fotografie, i contributi di giornalisti e docenti: Pietro Gargano, Francesco Romanetti, Isaia Sales, Gabriella Gribaudi, Luciano Brancaccio, Laura Lieto. Le loro testimonianze offrono un’analisi, a volte lucida, a volte accorata, delle conseguenze della tragedia e delle dinamiche sociali, politiche ed economiche che hanno interessato gli interventi di soccorso e di ricostruzione.
SISMA80 è realizzato con il supporto di Stefano Cuntò, Federica Di Lorenzo, Graziella Portia, Livia Pacera, Giuseppe Sannino, Elio Di Pace. Ogni contributo rappresenta il precipitato di una serie di idee che, combinandosi e ibridandosi attraverso il confronto e l’interazione tra i componenti del gruppo, si configurano in una soluzione espositiva che mette in dialogo la fotografia di reportage con altri linguaggi espressivi. Definizione del concept, curatela, trattamento dell’immagine, allestimento, comunicazione, creazione del progetto multimediale, selezione dei testi critici, scelta editoriale, sono momenti diversi, ma non perfettamente distinti. Nella simultaneità delle operazioni prende forma un progetto che non si esaurisce nell’esposizione, ma trova in essa un pretesto per far emergere un nuovo interrogativo in chi, progettandola e/o fruendone, partecipa all’esperienza.
INFO:
SISMA80
Convento di San Domenico Maggiore
Vico San Domenico Maggiore 18, Napoli
dal 12 febbraio al 31 marzo 2021
Giorni e orari di apertura:
dal lunedì al venerdì – dalle ore 10.00 alle ore 18.30 (ultimo ingresso ore 18.00).
Per prenotare l’ingresso: noos.tribunali138@gmail.com.
Contatti
Segreteria organizzativa noos aps 347 155 9791
noos.tribunali138@gmail.com
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