Netflix, un documentario su Britney dopo l’uscita di Framing Britney Spears
Le mode della cultura pop vanno e vengono, ma sembra proprio che il fascino di Britney Spears resista imperturbabile. Sulla scia di Framing Britney Spears, il documentario uscito il 5 febbraio su Hulu, sta nascendo un nuovo progetto incentrato sulla regina delle pop star. Infatti, sembra proprio che Netflix abbia in cantiere un documentario su Britney Spears e sia in fase di sviluppo, secondo alcune fonti attendibili il film della piattaforma di streaming era già in lavorazione prima del documentario bomba di Hulu sul movimento #FreeBritney e sulla tutela giudiziaria della Spears.
La notizia del documentario arriva in mezzo a una raffica di notizie legate a Britney, nei giorni successivi a Framing Britney Spears, il web è impazzito alla ricerca di più informazioni possibili su quello che sta accadendo alla cantante e molte persone che gravitano intorno alla Spears sono intervenute, compreso il fidanzato attuale, Sam Asghari, il suo ex Justin Timberlake, e sua sorella minore, Jamie Lynn Spears.
Per quanto riguarda il nuovo documentario di Netflix non ci sono ancora grandi informazioni a riguardo, ma tutto fa pensare che segua il filone del suo predecessore, ecco tutto quello che sappiamo sul progetto, per ora senza titolo, su Britney Spears, da quello che vuole essere l’obiettivo a chi è il regista.
Per adesso non c’è nemmeno una data di uscita, sicuramente di materiale su cui lavorare ce né parecchio, infatti, ci sono ancora molti dettagli della vita della Spears che non sono stati toccati in Framing Britney Spears, ovvero: chi aveva il possesso della musica della Spears nei primi anni 2000, che rapporto c’è e c’era con la madre Lynne e che ruolo ha in tutta questa faccenda, ma soprattutto, la domanda delle domande, esattamente come ha fatto Jamie, il padre, a diventare tutore legale delle finanze e della vita di Britney. Il progetto potrebbe anche rivelare le reazioni, sia pubbliche che privare, in relazione con il documentario appena uscito.
Sarà diretto della regista Erin Lee Carr, nome non estraneo a vicende controverse, in precedenza ha diretto tre documentari di successo per la HBO, tra cui “Mommy Dead and Dearest” sull’omicidio di sua madre Dee Dee da parte di Gypsy Rose Blanchard; “I Love You, Now Die: The Commonwealth v. Michelle Carter”, sullo scandalo degli sms che hanno portato al suicidio di un adolescente; “At the Heart of Gold: Inside the USA Gymnastics Scandal”, sugli abusi sessuali del dottor Larry Nassar sui ginnasti olimpici.
Per quanto riguarda le persone che la produzione cercherà di far intervenire, si parla della cerchia stretta della Spears, figure che non hanno partecipato al documentario di Hulu, “Così tante persone intorno a Britney hanno firmato accordi di riservatezza… la gente aveva paura”, aveva detto la regista di Framing Britney Spears, Samantha Stark. Quando le è stato chiesto del padre della Spears ha spiegato: “Il team di Jamie aveva già fatto causa ad alcuni fan, non si fanno scrupoli a far partire minacce legali”.
Nel primo documentario manca anche la voce della protagonista stessa nonostante gli sforzi fatti per contattare la cantante, “Dal momento che Britney ha entourage molto stretto intorno, in parte a causa della tutela… i giornalisti non sono riuscita a intervistarla liberamente”, ha detto la Stark, “Noi del New York Times non l’abbiamo intervistata perché vogliamo essere in grado di farlo liberamente senza che nessuno cerchi rigirare le sue parole a piacimento”. Non è chiaro se la Spears apparirà nel documentario di Netflix.