Gridalo, il romanzo di Saviano alla ricerca smaniosa della verità
“Gridalo che tutto può cambiare. Gridalo forte”, questo ci dire Roberto Saviano con il suo ultimo romanzo dal titolo evocativo “Gridalo”, edito da Bompiani, già dalla copertina sentiamo questo vociare forte, il titolo infatti è strutturato graficamente a forma di megafono dandogli una potenza visiva importante, tanto quanto le parole che arrivano a noi attraverso il testo che sprigiona molti concetti chiave rivolti alla ricerca smaniosa della verità. Troviamo una narrazione nuova rispetto a quelle a cui ci ha abituato Saviano, dove le sue inchieste giornalistiche, che hanno portato alla luce capolavori come “Gomorra” e “Zero Zero Zero” e hanno messo sottosopra l’ambiente camorristico campano, facendogli cambiare totalmente vita, sono lasciate da parte per raccontarci una storia completamente diversa, un’autobiografia che parla di un Roberto ragazzino al liceo Diaz a Caserta, anzi un Roberto che parla a quel ragazzino e gli dice che “quando il cammino si fa duro, tu non retrocedere”.
Quel giovane a cui si rivolge con il “Tu” diventa, di riflesso, un discorso intimo rivolto a noi che leggiamo, si crea un legame stretto, quasi come se ogni individuo, prendendo in mano il libro, si trovi faccia a faccia con Roberto che, con il suo modo pragmatico e chiaro di parlare, si apre a noi con riflessioni profonde spronandoci a non ignorare più la realtà dei fatti. Così diventa un grido la necessità di dire non ce la faccio più, per non voltare lo sguardo dall’altra parte davanti all’ingiustizia, è arrivato il momento di unire le forze per toglierci quel peso opprimente dal petto, quello verso una burocrazia che non funziona, una democrazia costantemente da salvare, il diritto a non aver più paura nel denunciare soprusi e violenze, il dovere morale nel chiedere di non rimandare più la soluzione ai problemi, aprire gli occhi davanti all’oggettività di una comunicazione sempre più corrotta, la reale mancanza di pari opportunità tra uomo e donna.
Leggendo il libro si raggiunge la consapevolezza che quando alziamo la voce per chiedere indietro i nostri diritti, troppo spesso calpestati, non dobbiamo subito dopo chiedere scusa, dobbiamo assumerci le nostre responsabilità perché ciascuno di noi può e deve fare la differenza. Roberto ci mostra un commino e insieme a lui, come un moderno Dante, si fa accompagnare da prestigiosi consiglieri, Ipazia, Giordano Bruno, Robert Capa, Pier Paolo Pasolini, Émile Zola, la Venere Callipigia, Martin Luther King, Anna Achmatova, George Soros, Daphne Caruana Galizia e molti altri, sono questi i protagonisti delle storie che rappresentano non figure da idolatrare ma donne e uomini veri, che hanno camminato all’inferno senza perdere la loro fierezza, certo, il loro cuore ha lottato, in alcuni casi ha sbagliato, ma è rimasto puro perché non ha conosciuto menzogna. Ognuno di loro svela dinamiche nascoste, pericolose e pone domande ineludibili. Davvero questo è il solo mondo possibile? E perché quando qualcuno alza la voce per ottenere giustizia c’è sempre chi insinua che lo faccia per tornaconto personale, chi lo mette in ridicolo mostrandone le contraddizioni?
Se è così allora Gridalo più forte che tutto deve cambiare, che non vale la pena vivere a queste condizioni, che non occorre essere santi per lottare.
Una volta finito di leggere “Gridalo” non sarete arrivati alla risposta e all’illuminazione, anzi vi troverete pronti ad aprire un nuovo capitolo perché è proprio dalla fine che si intravedere un inizio: l’inizio di una nuova strada che ognuno di noi può e deve scrivere.