Polonia, entrato in vigore il divieto quasi totale all’aborto. Cosa possiamo fare
In Polonia è entrato in vigore il divieto quasi totale all’aborto ed è diventato effettivo da ieri, nell’ottobre 2020 la Polonia aveva approvato una legge che considerava incostituzionale l’aborto anche in caso di malformazioni fetali. Nonostante abbia ritardato sulla sua effettiva messa in atto, grazie alle decine di migliaia di attivisti che hanno protestato contro il cambiamento della legge, la nuova restrizione è entrata ufficialmente in vigore mercoledì 27 gennaio. Già prima di questo divieto le leggi sull’aborto in Polonia erano davvero molto restrittive rispetto al resto d’Europa e il commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatovic, scriveva così su Twitter: “Togliere la possibilità di abortire in modo legale in Polonia in quasi tutti i casi equivale a una violazione dei diritti umani”.
Prima del 22 ottobre l’aborto in Polonia era legale solo se la gravidanza era dovuta a uno stupro, oppure se la vita della madre era in pericolo o se il bambino riportava gravi malformazioni fetali, quest’ultimo caso rappresenta i 1.074 aborti avvenuti nel 2019 dei totali 1.100 eseguiti. Nonostante questa oggettività, il 22 ottobre la più alta corte della Polonia ha stabilito che gli aborti effettuati a causa di malformazioni fetali sono da reputare incostituzionali, il presidente della Corte, Julia Przylebska ha detto che abortire per questo motivo equivale a “pratiche eugenetiche” e che la costituzione in Polonia protegge il diritto alla vita umana. La sentenza della corte ha così approvato il 27 gennaio la legge del partito Diritto e Giustizia (PiS), il più grande partito politico nel governo polacco. Questo significa che le donne che vogliono abortire possono farlo solo se la loro vita o la loro salute è a rischio o se il bambino è stato concepito tramite uno stupro.
Nel 2019 il 98% degli aborti in Polonia si è resto necessario proprio a causa di “anomalie fetali”, il che significa che la legge sta “effettivamente vietando la stragrande maggioranza delle interruzioni di gravidanza”. I movimenti per i diritti delle donne hanno stimato che ogni anno in Polonia 200.000 aborti vengono eseguiti illegalmente o le donne si sono trovate a dover andare all’estero, affrontando anche delle importanti spese, per le interruzioni di gravidanza e la nuova sentenza vedrà probabilmente aumentare la cifra, questo ovviamente mettendo a rischio la vita delle donne, oltre al fatto che i medici che vengono scoperti a praticare aborti illegali, secondo la nuova sentenza, rischiano il carcere.
Da ieri decine di migliaia di attivisti sono scesi in piazza in Polonia per protestare contro questa assurda decisione. Anche in altri Paesi le persone si sono presentata fuori dalle ambasciate polacche per mostrare solidarietà. L’anno scorso i manifestanti polacchi hanno marciato con cartelli che riportavano le frasi “questa è guerra” e “vorrei poter abortire il mio governo”, alcune donne erano vestite come nella serie The Handmaid’s Tale, tratta dal romanzo distopico “I racconti dell’ancella” di Margaret Atwood che tra l’altro asserisce di aver basato il racconto su fatti realmente accaduti.
Il sindaco di Varsavia, Rafal Trzaskowski, ha espresso il suo sostegno ai manifestanti, “invitando le donne a rifiutare la decisione manifestando”. Un’azione simile è stata già fatta nel 2016 quando il governo polacco stava discutendo il divieto totale di accesso agli aborti. In Polonia i medici possono già negare ai pazienti l’accesso alla contraccezione o agli aborti legali sulla base delle loro convinzioni religiose, per questo è stato fortemente criticato il partito conservatore Diritto e Giustizia (PiS) proprio per il suo dichiarato schieramento religioso che sicuramente influisce sulle scelte prese.
Adesso che conosciamo tutti i fatti veniamo a quello che possiamo fare noi così da non essere solo degli spettatori impotenti davanti a questa gravissima violazione dei diritti umani. Anche se può sembrare poca cosa, fare sensibilizzazione sui social è molto importante, rendere la tua community consapevole di ciò che sta accadendo aiuta a portare avanti la conversazione e a fare pressione sui legislatori in Polonia. Questo incoraggia i media a prestare più attenzione alla situazione e a puntare i riflettori sulle organizzazioni e i gruppi che tutto l’anno operano sul campo a sostengono di queste tematiche.
Un altro modo altrettanto importante è donare alle organizzazioni, ecco un elenco di quelle a cui affidarsi:
Stonewall Polonia
Human Rights Watch Poland
Strajk Kobiet (organizzazione a sostegno dei diritti delle donne)