Lucy, sogno di un’evoluzione. Mann e COMICON proseguono la collaborazione

Lucy, sogno di un'evoluzione mostra

Lo scorso 18 gennaio il Mann – Museo Archeologico Nazionale di Napoli ha riaperto le sue sontuose sale al pubblico. Molte sono le mostre permanenti rimaste a luci spente negli ultimi mesi e finalmente il Museo potrà riprendere il suo contatto con la città in totale sicurezza e secondo le normative anti-Covid.
La storia del Mann ha visto passare molte collaborazioni con altre realtà cittadine e tanti sono stati gli eventi che hanno unito diverse forme d’arte, dalle semplici esposizioni alle performance. E proprio per quanto riguarda il comparto esposizioni lo scorso 4 dicembre 2020, COMICON, da diversi anni in dialogo con il Mann, ha inaugurato l’anteprima digitale di Lucy – Sogno di un’evoluzione di Tanino Liberatore. Dalla riapertura dei musei al pubblico la mostra è visitabile in presenza.

Si potrà ammirare il lavoro del “Michelangelo del Fumetto” in presenza nelle Sale della Sezione  “Preistoria e Protostoria” fino al 12 aprile. L’esposizione rientra nelle attività di COMICON Extra, una nuova veste del festival del fumetto nata per affrontare la pandemia.

Lucy è uno dei più importanti progetti di Liberatore: un percorso ventennale, che ha preso poi forma nei volumi Il sogno di Lucy (Le rêve de Lucy, inedito in Italia) e Lucy. La speranza, su sceneggiatura di Patrick Norbert (il testo è pubblicato nel nostro Paese da Comicon Edizioni).
Il progetto, impegnativo e ambizioso, si ispira ai ritrovamenti in Etiopia (1974) di un esemplare femminile di una giovane Australopithecus afarensis, capace già di camminare in posizione quasi eretta e chiamata Lucy dalla canzone Lucy in the Sky with Diamond dei Beatles. 

Lucy, sogno di un'evoluzione immagine del fumetto

“Disegnando Lucy si è creata la simbiosi perfetta fra me, l’autore, e Lucy, il personaggio,  tutti e due in evoluzione per assumere la posizione eretta. Lei se è alzata sulle gambe io ho alzato lo sguardo (e con esso la testa) dal mio tavolo da disegno allo schermo del PC… ahahah! Con il digitale ho avuto la possibilità di cambiare i colori, i tratti, le posizioni delle figure, i particolari, i fili d’erba come i peli, modificando dettagli fino all’ultimo momento. Ho impiegato sei anni per fare settanta pagine, tanti quanti ce ne sono voluti per arrivare da Lucy a noi, ma alla fine posso dirmi soddisfatto del risultato ed è tanto per uno come me, eternamente insoddisfatto!” – dichiara Tanino Liberatore.

Dall’ingresso nella sala dove ci accoglie il volto di Lucy e la strada che ha portato gli autori all’idealizzazione e poi creazione del progetto si viene immersi subito in un’esperienza che, oltre ad essere visiva, è anche sonora. I suoni ambientali contribuiscono alla contestualizzazione e servono bene il racconto.
Lucy. Sogno di un’evoluzione è un percorso che ben si integra nelle sale museali: i visitatori potranno scoprire non soltanto i bozzetti preparatori a matita, dedicati allo studio delle figure degli australopitechi e delle foreste lussureggianti nell’antichità, ma anche le proiezioni dei disegni finali. Le più recenti tecnologie della computer grafica uniranno un passato lontanissimo alla contemporaneità, offrendo risultati di straordinaria potenza e eleganza.

Lucy, sogno di un'evoluzione mostra digitale

“La mostra dedicata a Lucy – Sogno di un’evoluzione è il frutto di una volontà del Museo che da molti anni grazie al progetto OBVIA e alla collaborazione con il COMICON intende veicolare i contenuti della Preistoria, dell’Archeologia anche sotto la forma d’arte del fumetto ed è qui nella sezione della preistoria, aperta lo scorso febbraio, che abbiamo voluto ambientare la vita di questo primate che è un po’ il nostro antenato e il cui nome è derivato da una famosa canzone dei Beatles che in qualche modo aleggiava nel periodo in cui molti anni fa una equipe di scavo rinvenne i resti di questo primate in Africa. Lucy è quindi il nostro capostipite, è colei alla quale noi ci rivolgiamo nel segno di una continuità dell’umanità ed è soprattutto colei che ci fa capire, e bene, le tavole lo dimostrano, come i sentimenti fossero una prerogativa, già di questi primati e che tutto quello che muove la ricerca, anche di questo Istituto passa sempre dal desiderio di recuperare l’anima dell’antico prima ancora che l’archeologia.”

Nel percorso di visita, spicca il potere evocativo dell’allestimento: strutture in azzurro avio mettono in risalto numerosi  disegni a matita (più di 40 originali di dimensioni diverse, con studi di animali, australopitechi, ambientazioni, primi piani e particolari), che offrono un incontro ravvicinato sul laboratorio dell’artista. Gli sguardi e l’umanità dei primati, le anatomie dei corpi, il clan, la fauna selvaggia e l’amore: questi i temi profondi che vanno oltre i singoli tratti, oltre le sfumature della grafite. I disegni sono affiancati da riproduzioni e dalle loro evoluzioni digitali, proiettate su schermi o scaricabili da tablet e smartphone, per sottolineare la perizia tecnica nella ricerca di un disegno iperrealista.

Lucy, sogno di un'evoluzione allestimento mostra

Una modalità espositiva che si propone dunque di unire, come spesso capita ultimamente, arte con informazione in digitale.

A prescindere dal soggetto, dalla tecnica o dai materiali usati, tutte le sperimentazioni di Liberatore possono essere interpretate come il risultato del lavoro di un artista che non smette mai di ricercare, per sorprendere tanto se stesso quanto gli amanti del disegno. La mostra si conclude con un focus sulla biografia e l’attività di Liberatore: così Lucy non può essere considerato un progetto a sé, ma si innesta in una sorta di simbolico diario, in cui il fumettista sperimenta per raggiungere la perfezione tecnica.

Lucy tende una mano a tutte le Donne di Liberatore, definite da Milo Manara “pericolose” per il taglio di capelli, l’abbigliamento, la fisicità, lo sguardo torbido e i profili camusi. Personaggi femminili bellissimi nelle loro imperfezioni: Adam incrocia così il suo sguardo con quello di Ranxerox, il coatto sintetico nato dalla mente geniale di Stefano Tamburini, tra i personaggi più rappresentativi del fumetto italiano. Sarà proprio Tamburini, citando il sociologo della comunicazione Sergio Brancato, a liberare la visionarietà radicale di Liberatore  nella propensione verso un “sublime” post-moderno.

All’interno di questa felice collaborazione tra Mann e COMICON, rispetto a Lucy, vi partecipa anche la Federico II con il progetto OBVIA (Out Of Boundaries Viral Art Dissemination). La mostra è inoltre patrocinata dalla Regione Campania e dal Comune di Napoli. L’allestimento è stato progettato da ZèDesign.

ritratto di Simone Florena
ph Simone Florena

Gaetano, detto Tanino, Liberatore nasce a Quadri (Ch) nel 1953. Finito il Liceo artistico a Pescara, si trasferisce a Roma per iscriversi ad Architettura. Nel 1978 Andrea Pazienza, suo compagno di liceo, lo coinvolge nell’esperienza del giornale underground Cannibale, sul quale Liberatore esordisce nel mondo del fumetto illustrando storie scritte da Stefano Tamburini. Sulla terza uscita di Cannibale, Tamburini e Liberatore danno vita a Rank Xerox, che approderà nel 1980 sulla rivista Frigidaire. Liberatore dona al personaggio la sua caratterizzazione definitiva. Nel 1982 si trasferisce a Parigi continuando a portare avanti le avventure di Ranxerox, che iniziano anche a essere pubblicate sulle più note testate di fumetto internazionali, decretando il successo dell’autore in tutto il mondo. Tanto che anche Frank Zappa, fan del personaggio, si fa ritrarre “alla Ranxerox” da Liberatore sulla copertina del suo celebre album The Man from Utopia (1983).

La morte di Stefano Tamburini nel 1986 lascia incompiuta l’ultima storia del “coatto sintetico”, che Liberatore riprende dieci anni dopo con l’aiuto dell’amico, attore e regista, Alain Chabat. In questo periodo comincia ad abbandonare gli strumenti tradizionali per il digitale, tecnica con cui realizza l’albo Lucy. La speranza

Nel 2011 Liberatore è tornato a lavorare per una rivista italiana, il rinato il Male di Vauro e Vincino. Per l’editore francese Glénat ha realizzato splendide illustrazioni per due grandi classici della letteratura francese, le Undicimila Verghe di Apollinaire e I Fiori del Male di Baudelaire. Nel 2018, per COMICON Edizioni, è uscito il volume Ranx (Re) Incarnazioni, un poderoso artbook per celebrare i 40 anni del coatto sintetico. Per Feltrinelli Comics ha pubblicato nel 2019 il volume Body Count e ha realizzato la copertina del primo volume de Le storie della paranza di Roberto Saviano.

Oggi, alternando gli strumenti digitali a quelli più tradizionali come gli olii e gli acquerelli, realizza magnifiche illustrazioni, su carta e su tela, che sono in mostra nelle gallerie di Arte Contemporanea di tutto il mondo.