Google celebra James Naismith l’inventore del basket
Oggi Google celebra, con il suo doodle, James Naismith l’inventore del basket, il motore di ricerca ha deciso di dedicargli proprio questa giornata, il 15 gennaio perché è oggi che nel 1892 furono formalizzate e pubblicate sul giornale universitario Triangle le prime tredici regole di questo sport, a oggi è uno dei più popolari al mondo.
Naismith era un professore di educazione fisica canadese naturalizzato statunitense, in servizio allo Springfield College, in Massachusetts, nel 1891 si inventa un nuovo gioco per far divertite i suoi allievi e allo stesso modo farli scaldare durate i rigidi inverni in Massachusetts, così gli viene un’idea semplice ma geniale: appende al muro della palestra un cesto in vimini, usato per raccogliere le pesche, spronando i giovani a tirarci dentro la palla. Lo spunto gli viene da un gioco della sua infanzia il Duck-on-a-rock dove alla base delle regole c’è il tirare un sasso a parabola su un altro sasso posto su una pietra o su un tronco, l’obiettivo era farlo cadere. La palla così sostituisce i sassi che decisamente rischiavano di diventare pericolosi e trova il metodo per ridurre al minimo i contatti fisici: introduce la regola di passare il pallone da un giocatore all’altro al centro del gioco, impedendo ai giocatori di correre con la palla in mano.
La prima partita si giocò il 15 dicembre del 1891, il risultato fu di 1-0 con l’unico canestro, il primo nella storia del basket, ma il successo fu tale che a Naismith furono date due settimane per inventare e formalizzare questa attività fisica che fosse una “distrazione atletica” per gli studenti, non doveva essere troppo provante ma avere lo scopo di mantenere i ragazzi in forma e doveva svolgersi in uno spazio ridotto perché per forza al chiuso. Inizialmente i cesti erano chiusi sul fondo, così ogni volta che si faceva “canestro” bisognava ricorrere a una scala per recuperare la palla, così in breve si decise che era molto più comodo tagliare la parte inferiore, i giocatori erano 9 per quadra e il campo era la metà di quello di oggi. La classica retina che conosciamo noi oggi, invece, compare solo nel ‘900.
Il nome venne scelto da uno degli allievi mettendo insieme la parola “basket”, cesto e “ball” palla, dopo che proprio il maestro si rifiutò di dargli il proprio nome, se lo avesse fatto oggi tutti conosceremmo questo sport come “Naismithball”. Eredità di Naismith è anche la particolarità della palla a spicchi oltre che la superficie a pallini che aiuta gli atleti ad afferrarla nonostante il sudore e il continuo movimento.
In Italia il gioco arrivò nel 1907 e le regole furono tradotte per la prima volta da Ida Nomi Venerosi Pesciolini, una maestra della commissione tecnica femminile della Federginnastica, presentato a Venezia con il nome di palla al cerchio, per anni fu considerato uno sport “da signorine”. Nel 1959, a Springfield, nel Massachusetts venne costruita un’opera che ancora oggi porta il suo nome, la Naismith Basketball Hall of Fame, diventato un vero punto di riferimento per la storia del basket, mentre alle Olimpiadi si giocò per la prima volta nel 1936 e lo stesso Naismith presenziò alla prima partita olimpica.