Arte e Mostre

Giuseppe Bossi e Raffaello al Castello Sforzesco con un virtual tour

Giuseppe Bossi, Danza di putti, inizio XIX secolo, Tempera e olio su carta, Milano, Castello Sforzesco, Gabinetto dei Disegni

La mostra “Giuseppe Bossi e Raffaello al Castello Sforzesco di Milano”, allestita nelle sale espositive dell’antico Ospedale Spagnolo, è ora anche un virtual tour grazie a una mappatura 3D dell’allestimento che replica fedelmente lo spazio fisico della mostra ed è accessibile con smartphone, pc e tablet.

L’esperienza virtuale non vuole, naturalmente, sostituirsi alla visita in presenza, ma in attesa della riapertura dei musei, consente di approfondire, insieme al catalogo, il talento e il lavoro del Maestro di Urbino attraverso lo sguardo e le opere di Giuseppe Bossi (1777-1815), pittore, scrittore, collezionista appassionato e protagonista del Neoclassicismo a Milano e in Lombardia. È possibile scoprire il progetto con il virtual tour, accessibile dal sito www.milanocastello.it e realizzato da SkiraLiving3d.

photo adicorbetta

Originario di Busto Arsizio, Giuseppe Bossi lasciò un’impronta importante nella cultura del suo tempo, anche grazie all’incarico di segretario dell’Accademia di Belle Arti di Brera e alle strette connessioni con personaggi della politica e della nobiltà. Parte della sua preziosa collezione di sculture e maioliche è oggi conservata al Castello Sforzesco, mentre la sua ricca collezione di disegni, con opere di artisti come Leonardo, Michelangelo e Raffaello, è custodita alle Gallerie dell’Accademia di Venezia.

Marcantonio Raimondi, Il Parnaso (da Raffaello), primo quarto XVI sec.Incisione a bulino, Milano, Castello Sforzesco, Raccolta Bertarelli, Deposito Museo Poldi Pezzoli

Nel percorso di mostra, curato da Claudio Salsi con la collaborazione di Alessia Alberti, Giovanna Mori e Francesca Tasso, si possono ammirare opere su carta e maioliche realizzate da Giuseppe Bossi e ispirate alle invenzioni di Raffaello. Bossi dimostra, sia nelle sue scelte artistiche che in quelle collezionistiche, un consapevole recupero dell’antico e una profonda ammirazione per i maestri del Rinascimento: l’arte di Raffaello viene riconosciuta da Bossi come quintessenza del bello ideale e viene copiata, meditata e reinterpretata nella sua produzione, in particolar modo nei disegni, in un dialogo continuo e talmente profondo con i soggetti e con la tecnica da suscitare talvolta anche false attribuzioni da parte degli studiosi.

Giuseppe Bossi, Amorini che cavalcano leoni, inizio XIX secolo Disegno a penna e inchiostro, Milano, Castello Sforzesco, Gabinetto dei Disegni

A disposizione del pubblico molti contenuti multimediali: fotografie, video, descrizioni e link che permettono di scoprire quanto la fama di Raffaello si sia alimentata nei secoli e cosa significhi essere custodi del suo mito. La mostra fa parte di un progetto più ampio, dal titolo “Raffaello. Custodi del Mito in Lombardia” che coinvolge Fondazione Brescia Musei, Castello Sforzesco di Milano e una serie di istituzioni della regione, pensato in occasione del cinquecentenario della morte.

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