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In Between Dying, la recensione del film di Hilal Baydarov

In Between Dying di Hilal Baydarov è andato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2020 e in questi giorni rientra nella rassegna Venezia a Napoli – il cinema esteso, giunta alla sua decima edizione, diretta da Antonella Di Nocera che porta a Napoli una selezione di opere e anteprime dalla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia dal 15 al 20 dicembre online su MYmovies.

In Azerbaigian, Davud vive con sua madre che accudisce perché a letto malata. Un giorno esce per comprarle delle medicine ed è qui che comincia il suo percorso di formazione e scoperta in un viaggio attraverso il paese dai contorni allegorici rivolto alla ricerca dell’amore e del senso della vita. Tutto si svolge in un solo giorno durante il quale il protagonista farà una serie di incontri con delle donne in cerca di libertà che subiscono diverse forme di soprusi. Ciascun incontro sarà segnato dalla morte. Pedinato da un gruppo di uomini nel suo girovagare per strade deserte e paesaggi rurali, Davud riflette sulle proprie radici e sugli affetti che lo definiscono.

Tra il documentaristico e la fiction il film vuole raccontare, attraverso la formula dell’allegoria, diverse tipologie umane tutte solitarie, perse, senza un’apparente definizione e rispetto alle quali il protagonista è come una sorta di filo rosso che le unisce tutte. Lui dà qualcosa a loro e allo stesso tempo impara da loro.
Infatti, nonostante il film abbia un protagonista maschile, esso è in realtà declinato al femminile in un dialogo con diverse tipologie di donna che ha come intento quello di lasciare una speranza per il futuro.

I tempi del film sono dilatati e si prendono il tempo necessario per ciascun incontro come se i diversi momenti di questa giornata costituissero una narrazione a sé con le sue vicende interne.
Per il regista si tratta della sua prima opera di fiction, seconda opera cinematografica. Hilal Baydarov si è infatti formato nel documentario e come si è detto questo sguardo documentaristico è ancora presente nell’opera In Between Dying.

Nel complesso il film è un buon secondo prodotto registico e un discreto tentativo di narrazione fiction con un protagonista impegnato nel ruolo.

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