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Mi prendo il mondo ovunque sia. Recensione del libro di Letizia Battaglia

Mi prendo il mondo ovunque sia – Una vita da fotografa tra impegno civile e bellezza, edito da Einaudi, è l’autobiografia intima, onesta e diretta che racconta la vita di Letizia Battaglia. La fotogiornalista italiana (ma sarebbe più giusto dire palermitana) più famosa nel mondo, con Sabrina Pisu (co autrice del libro) ha deciso di raccontarsi e mettere a nudo la sua vita, dagli anonimi giorni da sposa bambina alla maturazione personale e professionale, passando attraverso gli anni cruciali della storia del nostro Paese.

Leggere questa storia è un’emozione dall’inizio alla fine e credo si possa considerare la storia di Letizia Battaglia un manifesto femminista (anche se la Battaglia non si definisce tale) e di libertà che parla alle donne di ogni età.
Credi di conoscere Letizia e di poterla identificare con la sua inseparabile macchina fotografica ma, dalla prima pagina di questo intimo racconto della persona, non solo della professionista, si scoprono dettagli, storie ed esperienze che fanno della vita di questa donna un esempio di indipendenza e libertà che va al di là della fotografia. Per questo non si può parlare di Letizia Battaglia definendola semplicemente fotografa.

La sua è una storia che ha senso raccontare e leggere soprattutto in questo periodo storico. È la storia dell’Io e dell’Altro, di una persona e dell’Italia intera raccontata attraverso l’occhio di Palermo o per meglio dire “L’Ora”, il quotidiano presso il quale la Battaglia ha lavorato come reporter. Le sue fotografie sono state la testimonianza di alcune tra pagine più dolorose della storia italiana.

Palermo è un’altra protagonista di questo racconto e lo dice la stessa Letizia Battaglia quando afferma di avere con la sua città natale un rapporto viscerale e di non potervi stare lontana troppo a lungo. Parafrasando le sue parole: “Palermo sono io, se lei sta male anch’io sto male”.
Ma l’autrice ci tiene a far sapere ai lettori che la sua vita è stata segnata anche da altri eventi, non solo dalla presenza della mafia nella sua cara città. Siamo abituati ad associare il suo nome alla lotta anti mafia e sicuramente buona parte di questo racconto riporta le tappe salienti di una pagina importante della storia, ma è anche vero che la vita di Letizia, e ciò si capisce dalla lettura del testo, è ricca di eventi, dal suo matrimonio a soli sedici anni contratto per il desiderio di fuggire dal padre padrone e affrancarsi dalla prigionia per essere libera di studiare e vivere per poi scoprire che lo stesso marito la voleva a casa a crescere i figli.

Una sete di libertà che la porta a fuggire anche dalla seconda gabbia, il matrimonio, per non permettere mai più a niente e nessuno di limitarla impedendole di perseguire i suoi obiettivi. Nemmeno le tre figlie e i compagni di una vita avrebbero potuto perché Letizia Battaglia è una macchina da guerra.
Una macchina da guerra i cui cannoni sparavano fiori e libertà e in nome di questa libertà ha sempre portato avanti i suoi progetti, di fotografia, di cronaca e di politica per risollevare l’immagine della sua amata Palermo e renderla una città verde e vivibile.

Ma Letizia è anche la donna che ha molto viaggiato e quando ha avuto bisogno di solitudine per ritrovare se stessa ha avuto il coraggio di percorrere strade nuove e lontane dalle sue radici per poi tornare più forte di prima.

Ciò che colpisce nella lettura è anche il cuore grande di questa donna che tanto ha amato. Perché essere libera e indipendente non vuol dire, come spesso si pensa, essere anaffettiva o incapace di legarsi. In realtà ciò che ci insegna questa donna è proprio la capacità di amare restando se stessi mantenendo la propria individualità; senza compromessi e senza catene.

Il libro è munito di alcune tra le sue foto più famose e anche se la descrizione degli eventi è molto visiva tanto da farci provare attraverso le emozioni la sensazione di essere lì, poter vedere i volti delle persone a cui si rivolge Letizia rende ovviamente l’esperienza ancora più completa.

Tra i soggetti delle sue foto vi è anche la figura femminile vista con uno sguardo diverso, fuori dal gusto e dalla visione patriarcale che vuole la donna dentro uno schema maschilista. Le donne sono rappresentate a tutte le età, fin da bambine e soprattutto con queste ultime Letizia Battaglia sente un legame. Si rivede bambina con loro, forse immaginando una Letizia diversa con le opportunità offerte, senza la necessità di doverle reclamare.
Nelle foto di Letizia Battaglia troviamo anche i nudi, ma non con uno sguardo maschilista, anzi. I nudi di Battaglia rappresentano la donna per com’è e non per com’è vista dall’uomo.

Insomma Mi prendo il mondo ovunque sia dà luogo a tanti argomenti di riflessione e credo dovrebbe essere letto anche e soprattutto dagli uomini. Se ne potrebbe discutere in un saggio, una recensione intera non basta. In chiusura ci tengo a sottolineare che il discorso della Battaglia in questo libro è molto pacifico, sincero e pieno di buoni sentimenti ma soprattutto non cerca mai la polemica.
Quindi non mi resta che dirvi: Buona lettura!

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