Climate Change: 5 anni dagli accordi di Parigi ma ancora nessun impegno vincolante
Climate Change, a 5 anni dalla firma degli accordi di Parigi ancora nessun impegno vincolante: Fridays for Future lotta per limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi.
Sempre più persone stanno firmando una promessa: fare tutto il possibile per limitare il riscaldamento a +1,5 gradi C – quando già ora ci avviciniamo a +1.2. Le ragazze e i ragazzi di Fridays for Future hanno rilasciato questa promessa in occasione del quinquennale dell’accordo di Parigi e invitano tutti a sottoscriverla. Gli attivisti sono unanimi: “È chiaro che i leader mondiali non stanno mantenendo gli impegni presi a Parigi e, di conseguenza, è giunto il momento che le persone prendano il proprio impegno”. ha detto Disha Ravi dall’India, “Non ho più speranza nel governo, il loro disprezzo per le persone e la loro profonda avidità ci ha messo in pericolo ripetutamente. Serve costruire un futuro giusto ed equo”.
“La mia casa, le Filippine, è stata colpita da un tifone dopo l’altro, con un dolore sempre crescente. Combattere per 1,5°C è cruciale per la mia sopravvivenza e per la sopravvivenza di tanti nel Sud del mondo”, ha detto Mitzi Jonelle Tan dalle Filippine. Hilda Nakabuye dall’Uganda dice: “Siamo più forti quando siamo uniti. Noi che abbiamo firmato ci stiamo impegnando, l’uno verso l’altro e verso il pianeta, e questa è una cosa potente”.
In tutto il mondo, oggi, venerdì 11 dicembre, si svolgeranno azioni in molte città di ogni continente. Tan dice “Il mondo intero sta facendo una promessa di continuare a lottare perché i prossimi 5 anni devono essere rivoluzionari. I prossimi cinque anni non possono assomigliare agli ultimi cinque”.
In Italia questa necessità è ancora più attuale, è stato ribadito con la campagna #NonFossilizziamoci per chiedere che il Next Generation EU venga scritto pensando ai prossimi 70 anni. Finora le misure economiche post-Covid sono state tra le peggiori in Europa dal punto di vista climatico. Vanno ridotte subito le emissioni salvaguardando i posti di lavoro e la riduzione delle emissioni non può passare attraverso il finanziamento di programmi di greenwashing delle compagnie fossili maggiormente responsabili della crisi climatica. Come il progetto di CCS (carbon capture and storage) di Ravenna firmato Eni, in opposizione del quale è nata la campagna “Il futuro non si (S)tocca-NOCCS”, che stamattina ha lanciato un flash mob davanti alla sede della Regione Emilia Romagna.
Gli attivisti ribadiscono: “La politica dovrebbe saperlo, come sempre più studi chiariscono, una seria transizione ecologica ed energetica è l’unica via per rilanciare l’economia e limitare al contempo le catastrofi climatiche”.
In tante città italiane si è tornato in piazza, in piena sicurezza e rispettando le norme Covid19, per ricordare gli impegni presi a Parigi 5 anni fa, e mai rispettati. Gli attivisti del clima chiedono a tutti di firmare la promessa a questo link e di condividerla sui social media usando l’hashtag #FightFor1Point5.