Arte e Mostre

I “Resti” di Elena Modorati in mostra a Milano: tracce e memorie nella cera

©Francesca Piovesan, Courtesy Cramum e Gaggenau

Carte, pietre e gesso addolciti e celati dalla morbida cera, queste le opere della personale Resti di Elena Modorati che apre stasera a Milano da Gaggenau DesignElementi Hub, vernissage online, in mostra fino al 26 febbraio 2021.

©Francesca Piovesan, Courtesy Cramum e Gaggenau

Per il ciclo “On-Air” del progetto Cramum curato da Sabino Maria Frassà, questa mostra ci presenta il cuore del pensiero di Elena Modorati, nata a Milano nel ’69, filosofa ancora prima che artista visiva. Questi suoi Resti indagano le possibilità delle tracce che lasciamo oggi per il futuro, quando le nostre cose saranno memorie di un passato, segnate dallo scorrere del tempo.

©Francesca Piovesan, Courtesy Cramum e Gaggenau

Cosa rimarrà di noi? Forse non ha senso porsi questa domanda. È nell’inatteso, in ciò che non si vede, che irrompe il senso. È il mistero della realtà a sorprenderci costantemente ed è forse un errore il nostro continuare a volerlo anticipare.

Rifuggendo l’idea di limite e di contorno, Elena Modorati utilizza la cera per ricoprire parte delle opere. Una cera che cancella i segni e i contorni, rendendoli più dolci e caldi, ma di fatto nascondendoli e rendendoli indefiniti.
Per lo stesso motivo sceglie una gamma molto ridotta di colori: il bianco incerto della carta artigianale, mai tagliata ma sempre strappata, il nero della grafite, poche pietre come graniti e gesso, le sfumature lattiginose della cera naturale.

©Francesca Piovesan, Courtesy Cramum e Gaggenau

La mostra comincia sul grande tavolo del soppalco dello showroom di Gaggenau, dove troviamo sistemate alcune teche dal gusto museale e antiquario che contengono dei piccoli teatrini in rovina, i “Capricci”: antiche pareti in pietra e rocchi di colonne crollate, tutto immerso nella cera come fra le sabbie di un deserto. Quasi a voler preparare ora le rovine del nostro futuro.

©Francesca Piovesan, Courtesy Cramum e Gaggenau

Scendendo le scale iniziamo a scoprire un uso diverso e più complesso della cera: non solo per confondere lo sguardo e ammorbidire le forme, ma proprio per cancellare e nascondere le tracce. Questo materiale naturale e antico, supporto degli scribi che vi incidevano scritture e calcoli, va a ricoprire una coppia di tavolette.
Su queste Elena Modorati ha tracciato dei messaggi a matita, ora illeggibili. A colpo d’occhio è forte il richiamo biblico, ma invece di una legge scolpita nella pietra, troviamo un messaggio confuso e impastato, indecifrabile.

©Francesca Piovesan, Courtesy Cramum e Gaggenau

Forse più leggere ed eleganti sono le opere in cui l’artista interviene sulla carta. Le chiama “Calendari”, come quelli con le caselline dell’Avvento. Alcuni fili tesi sulla carta bianca si flettono sotto il peso di tanti foglietti incerati e numerati, uno per ogni giorno del mese.
A partire dall’estate, Elena ha scritto ogni giorno un breve messaggio a matita su un pezzetto di carta strappata. Questo viene poi appeso al filo e per sempre nascosto sotto a un altro foglietto intriso di cera: pur rimanendo semi trasparente, sigilla e rende illeggibile il messaggio sottostante, a meno che non si vada a spezzare la cera ormai solida per sollevarlo.

©Francesca Piovesan, Courtesy Cramum e Gaggenau

Chiude la mostra una strana scultura inedita, “Omphalos”: un cilindro verticale di metallo dorato e graffiato, tagliato a metà, lascia intravedere una forma al suo interno. Come dentro a un involucro prezioso, quasi un utero, questa forma organica è visibile solo sporgendosi al di sopra del cilindro. I riflessi dorati delle luci e del metallo giocano con le lucidità della cera dalle sfumature rosa.
Al visitatore scegliere se vederci una forma vivente, come la intende Elena Modorati, o cogliere un brivido sinistro in queste carni di cera, come mi è inspiegabilmente successo.

©Francesca Piovesan, Courtesy Cramum e Gaggenau

Cramum e Gaggenau ci hanno orami abituati a mostre eleganti, mai squillanti, che inducono alla riflessione, invitandoci a percorrere un territorio estetico di colori tenui e sospiri della materia. Anche i Resti di Elena Modorati costruiscono uno spazio complesso dove il pensiero è libero di indagare ogni incertezza.

INFO
Elena Modorati, Resti
a cura di Sabino Maria Frassà
fino al 26 febbraio 2021
Gaggenau DesignElementi Hub
Milano, corso Magenta 2
dal lunedì al venerdì, ore 10:00-19:00

Virtual tour a questo link vernissage.gaggenau

Le visite saranno effettuate nel rispetto di tutte le misure di sicurezza e in ottemperanza all’ultimo Dpcm. Per visitare la mostra è necessario fissare un appuntamento scrivendo a: infocramum@gmail.comgaggenau@designelementi.it  o telefonando al +39 02 29015250 (interno 4)

Recent Posts

5 centimetri d’aria, il racconto straziante dei rapimenti mafiosi in Lombardia che nessuno può ignorare | Al Teatro MTM La Cavallerizza

Dal 24 al 27 gennaio, un monologo emozionante sulla tragica stagione dei sequestri di persona…

%s giorni fa

Diamanti, il film di Özpetek che riscatta il cinema italiano e celebra la forza delle donne

Ferzan Özpetek torna alla grande con un film che celebra la forza delle donne, tra…

%s giorni fa

I parenti terribili al Teatro Bellini, la famiglia disfunzionale di Cocteau conquista il pubblico

Dal 25 gennaio al 2 febbraio, uno dei capolavori più crudi di Cocteau in scena…

%s giorni fa

Suits LA, il primo trailer dello spin-off svela il ritorno di Harvey Specter e un nuovo protagonista

I fan di Suits sono pronti a fare un salto nel passato e ad accogliere…

%s giorni fa

Gerry Scotti, una carriera magnifica: quello che tocca diventa oro | A quanto ammonta il suo patrimonio

Voi lo sapete a quanto ammonta il patrimonio di Gerry Scotti? Preparatevi ad una cifra…

%s giorni fa

L’abbaglio, il nuovo film di Andò: il ritorno di Toni Servillo non basta a rilanciare la magia storica

Un film ambizioso ma poco riuscito, che tenta di unire storia e commedia, senza replicare…

%s giorni fa