Con una lunga lettera postata su Instagram, la star di Umbrella Academy e candidat* agli Oscar per il film Juno, Elliot Page, ha annunciato di essere transgender e non-binary chiedendo di utilizzare per sé i pronomi maschili (o, in alternativa, il pronome “they”, neutro).
In concomitanza con questa dichiarazione è arrivato un messaggio da GLAAD, l’organizzazione che si batte per promuovere una rappresentazione accurata delle persone LGBTQ, dove spiega con un accurato vademecum ai giornalisti che ne avrebbero scritto, alcune regole fondamentali per trattare l’argomento nel modo più corretto possibile ricordando per esempio di usare i termini ombrello transgender e non-binary, ombrello nel senso che descrivono una varietà di esperienze; oppure che ‘transgender’ è un aggettivo, non un sostantivo; ancora che identità di genere e orientamento sessuale sono cose diverse; ricordando di non usare il nome precedente (o dead name) di Page, un errore che hanno fatto praticamente tutte le testate giornalistiche; di non usare i pronomi femminili, ma quelli indicati da Page; di non scrivere “nato donna” né di speculare sulle procedure mediche a cui potrebbe scegliere di sottoporsi né di stabilire che aspetto dovrebbe avere una persona transgender o non-binary.
Alcuni diranno che tutto questo è “esagerato”, in realtà si tratta semplicemente di entrare nell’ottica di rispettare le scelte degli altri non soltanto sotto forma di “consenso”, non facciamo gli ipocriti, sappiamo benissimo che viviamo in mezzo alla discriminazione difficile da abbattere, ma anche dal punto di vista lessicale, imparando un nuovo metodo di comunicare che risulti corretto.
Elliot Page, 33 anni, di origini canadesi è diventato noto nel 2007 per il ruolo di protagonista nel film Juno, per il quale aveva ricevuto una nomination all’Oscar, ha avuto ruoli anche in diversi film della serie degli X-Men, in Inception e più di recente nella serie di Netflix The Umbrella Academy. Nel 2014 aveva fatto coming out dicendo di essere gay, dal 2018 si è sposato con la coreografa Emma Portner, nella lettera che ha pubblicato scrive che, “Amici, sono transgender, i miei pronomi sono he/they e il mio nome Elliot… Provo una gratitudine infinita nei confronti delle persone che mi sono state accanto in questo percorso. Non riesco nemmeno a spiegare quanto sia importante potermi finalmente amare abbastanza da essere pienamente me”. Prosegue, “Vi chiedo di essere pazienti. La felicità che provo è reale, ma fragile. Pur essendo estremamente felice e consapevole del mio privilegio, ho anche paura. Paura dell’invadenza, dell’odio, delle ‘battute’, della violenza. Non voglio smorzare la gioia di questo momento, ma voglio anche guardare al contesto. I numeri parlano chiaro. Le discriminazioni nei confronti delle persone trans sono quotidiane e terribili, la responsabilità è della politica e di tutti quei rappresentanti che negano il diritto a esistere delle persone trans. Voi state ferendo delle persone. E io sono tra loro, e non rimarrò in silenzio di fronte ai vostri attacchi”. A chiusura del messaggio Page si riferisce alle persone trans minacciate e in pericolo per l’odio e la discriminazione, “farò il possibile per cambiare questo mondo”.
Nel frattempo la stampa tutta potrebbe imparare a gestire un nuovo tipo di linguaggio che abbatta gli stereotipi a cui fino ad oggi siano stati abituati.
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