Tokyo tutto l’anno, di Laura Imai Messina è il libro da regalare agli amanti della grande metropoli giapponese, ma anche agli scettici che in lei non hanno trovato nulla di affascinante. Perfetto come regalo, il libro è fatto per essere ingurgitato in un un giorno solo o venir letto a piccoli singhiozzi, custodito sul tavolino da caffè e sfogliato a televisione spenta. In Tokyo tutto l’anno Messina si immerge in sé stessa, si annida nei luoghi del suo corpo in cui la città ha lasciato un segno e ne riemerge con una narrativa potente ed intima che dà al lettore la straordinaria impressione di essere stato anche lui in quei medesimi luoghi, in quel preciso istante esperendo la stessa emozione. La scrittura della è magnifica, il perfetto continuo stilistico di ciò che racconta Tokyo Orizzontale, il suo romanzo di esordio. L’autrice ha la straordinaria abilità di unire categorie semantiche opposte o che nemmeno si appartengono per esclusione, creando immagini vive e potenti che dalla pagina saltano nelle scissure del lettore imponendosi nella mente. Ad aiutare questo processo immaginifico esaltante, la matita di Igort che, con le sue linee finissime riesce a dare una dimensione colorata alle parole dell’autrice.
In Tokyo tutto l’anno, edito da Einaudi, Messina conduce il lettore in una esplorazione palmo a palmo dei suoi luoghi di Tokyo, essenzialmente nella sua vita di tutti i giorni fatta di sguardi lunghi posati su cose apparentemente qualunque, ma che lasciano un senso indefinito di meraviglia e di caducità. C’è tutto il mono no aware, il bello dell’effimero, nelle parole di Messina che tra ciglia discrete si imbibisce di tutto ciò che le scorre davanti, rendendo persino quella delicata e importante malinconia data dal sapere che l’immagine, l’istante e la vita stessa sono solo un piccolo punto, un tempo determinato, ma non per questo meno reale.
L’altro elemento sui cui si fonda la narrazione è la conoscenza profonda della lingua giapponese, Messina spolpa questa lingua complessa, ne assorbe i succhi e la disossa, rendendo i kanji tangibili anche a chi non ha idea di cosa siano. Dispone sapientemente quelle ossicino lisce e lucide, riprendendo quelle composizioni significative e narrandole in modo che anche il lettore meno amante del giapponese possa capirne la sublime e complessa bellezza. Ed è qui che il libro diventa universale, un libro anche per chi il Giappone non lo ama o non lo ha mai capito. Nella straordinaria sincerità dell’esperienza personale dell’autrice il lettore è portato a sospendersi e a vivere della scrittura emotiva che trova sulle pagine, a caricarsi di sensazioni non sue e di ricordi che non ha mai vissuto, compiendo un viaggio immobile nel cuore della città. La realtà restituita non è mai edulcorata, anzi, è grezza e umana, a volte brutalmente sincera. Ci sono in tutto questo un amore profondo, una conoscenza viscerale e un senso di appartenenza straordinari che fanno di una cosa semplice, come l’autunno di Mitaka, la più straordinaria delle avventure. Anche solo osservare i momiji, pensare all’hanami dell’anno dopo, è un esercizio di bellezza in Giappone e Laura Imai Messina lo racconta alla perfezione.
Dalle tavole di Igort, di cui si consiglia la lettura di entrambi i quaderni Giapponesi ma anche di quelli Ukraini, e dalle parole precise di Laura Imai Messina è nato un libro che non si smette di leggere, che si recupera dalla libreria in momenti impensabili per ricordare quel passaggio o ritrovare quell’illustrazione che profuma dell’anno perpetuo che vive in Tokyo.
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