Julia Bornefeld: un cigno nero con candide piume
Julia Bornefeld presenta “Leda e il cigno nero”, la sua prima mostra personale a Milano, curata di Sabino Maria Frassà per il progetto Cramum negli spazi di Gaggenau DesignElementi Hub di corso Magenta.
Leda e il cigno, ma non un cigno bianco e splendente, un cigno più cupo, fuligginoso, un cigno nero. L’artista tedesca, nata a Kiel nel 1963, ha elaborato una personale visione del mito, sotto una luce diversa da quella tradizionale. Una spinta irrazionale o un’idea sottile e ricercata possono nascere dalla concretezza della materia e degli oggetti, con un loro peso sia reale che figurato, come nel caso di questo nero che tinge molte delle opere.
“L’impeto e la sostanza delle sue opere partono sempre da forme e oggetti comuni – piume, uova, valigie, ombrelli, uccelli – per raccontare qualcosa al di là di ciò che si vede”.
Ad accogliere i visitatori di “Leda e il cigno nero” sono due valigie gettate in terra, come scivolate di mano a uno stanco passeggero che ha molto viaggiato, mollate lì davanti a un divano dove lasciarsi andare e finalmente riposare. Eppure queste valigie sono leggerissime: sono piene di candide piume. Però, mentre il loro interno è leggero, l’aspetto esteriore contraddice questa leggerezza, ricoperto com’è da una crosta di carbone, con le cerniere ormai sfondate.
E poi si incontrano altre piume, non più bianche e soffici, ma nere. Julia Borneferld intreccia piume e penne tinte di nero come se fossero una corona di spine, o forse un nido chissà?, oppure ricopre le bacchette di vecchi ombrelli ormai sfondati che lei stessa aveva usato in passato per alcune performance. Ma al centro di queste specie di nidi c’è spesso un uovo, un simbolo di speranza e rinascita.
Leda incontra un cigno e si lascia sedurre. Secondo il mito questo cigno è Zeus, e Leda darà alla luce due gemelli: Castore e Polluce. Per Julia Bornefeld questo cigno è invece nero, e nere sono le sue piume, il suo nido e le sue uova. Tutti tratti che possono sembrarci ambigui, se non tetri. Ma in realtà questo cigno nero è un cigno buono, un cigno che può spiccare il volo, anche se sulle spalle si porta il peso di quello che ha passato, dei mesi del lockdown primaverile durante il quale l’artista ha concepito questa mostra.
Infatti le piume che sfuggono sbuffando alle valigie aperte sono leggere, libere di volare, anche se la valigia è consunta e vissuta, come lo è ciascuno di noi in questi tempi. Così afferma l’artista: “Il nostro vivere è un inarrestabile viaggio senza alcuna meta prestabilita. L’unica cosa che possiamo fare è imparare a viaggiare con valigie leggere come piume e con un ombrello che ci protegga e continuare a camminare”.
Oltre a queste opere più storiche, giocando sulla contrapposizione continua fra bianco e nero, L’artista ha realizzato durante la scorsa primavera una serie di opere su carta, eleganti, equilibrate. Qui le piume si rincorrono con gli inchiostri materici e le fibre della carta naturale, spumosa, libera di respirare e incresparsi anche sotto al vetro delle cornici. Sono monotipi, realizzati quindi con una tecnica di stampa, ma in esemplare unico, non replicabile.
Queste carte di Julia Bornefeld ci mostrano anche forme organiche: ovoidali oppure simili a microorganismi e cellule al microscopio. Ma si tratta solo di suggestioni, magari filtrate dall’attualità che viviamo, nate dalla libertà di lasciare correre l’occhio sulle macchie d’inchiostro e i solchi della stampa.
Forte anche di una carriera matura, Julia propone visioni cariche di resilienza, una cura per l’animo spossato dal lockdown di primavera, ma anche una figura di artista donna assolutamente fiera e consapevole delle difficoltà che questo comporta. Proprio in quanto artista donna, inoltre, allontana con forza una lettura sessualizzata delle sue opere, di cui ha volutamente ignorato l’eventuale valenza erotica scaturita dal mito di Leda.
Ma eccoci qui, alle porte di un nuovo lockdown, trascinati dalla rincorsa di una nuova ondata. Speriamo prima o poi di riuscire nuovamente a volare, come i cigni di Julia Bornefeld, bianchi o neri, ma comunque sereni agli occhi dell’artista.
Julia Bornefeld
“Leda e il cigno nero”
a cura di Sabino Maria Frassà
Gaggenau DesignElementi Hub
Milano, corso Magenta, 2
La mostra chiude in rispetto del nuovo DPCM del Governo, è possibile visitarla virtualmente grazie al tour: vernissage.gaggenau.comunicamedia.it