Fino al 5 novembre 2020, il Museo Pignatelli ospita la mostra personale Primitive Elements di Francesco Bosso, fotografo di paesaggio profondamente sensibile ai temi del riscaldamento globale e della tutela ambientale, argomento molto dibattuto in questo momento storico. La mostra è promossa dalla Direzione regionale Musei Campania, diretta da Marta Ragozzino e dal Museo Pignatelli, diretto da Fernanda Capobianco.
Primitive Elements, curata da Filippo Maggia, raccoglie oltre 15 anni di lavoro e ci racconta di luoghi incontaminati, puri, primitivi e terribilmente fragili del nostro pianeta. La mostra è allestita nelle storiche e suggestive sale di Villa Pignatelli. Con oltre 40 fotografie in bianco e nero la mostra, dopo il successo della tappa alla Galleria delle Stelline di Milano, sarà esposta a Napoli nelle sale espositive del Museo Pignatelli.
In un periodo storico come quello che stiamo attraversando, il covid finisce per diventare inevitabilmente parte, se non protagonista degli eventi cultuarli, sportivi, teatrali, cinematografici e, in questo caso, artistici del Paese. È quindi inevitabile non associare il tema di questa esposizione e la minaccia di un futuro apocalittico agli ultimi eventi storici.
Allo stesso tempo la quiete di Villa Pignatelli immersa nel verde del suo giardino e del silenzio dei marmi e degli stucchi risalenti al secolo scorso conferisce alla cruda realtà degli scatti di Bosso un contesto rassicurante. Questo è il contrasto che più colpisce il visitatore e sembra quasi di assistere ad un corto circuito in cui un passato incosciente si incontra con un futuro inevitabile.
Primitive Elements arriva a Napoli dopo il successo alla Galleria delle Stelline di Milano, ci racconta luoghi incontaminati, puri, primitivi e terribilmente fragili del nostro pianeta. La mostra propone un percorso tra scenari e paesaggi naturali, ritratti di una terra ideale, luoghi incontaminati ormai in via di sparizione, che non siamo in grado di lasciare in eredità alle generazioni future.
Le fotografie di Francesco Bosso vogliono indurre il pubblico alla consapevolezza, urgente e necessaria, di quanto sia necessario tutelare l’ambiente, e promuovere un cambiamento culturale soprattutto nell’uso responsabile delle risorse naturali, in particolare dell’acqua, elemento centrale su cui l’autore
ha lavorato intensamente. Particolarmente significativi infatti, sono gli scatti realizzati dal fotografo in ambiente Artico, dove il riscaldamento globale sta facendo sentire i suoi effetti in modo drammatico, a testimonianza dello stato di emergenza a cui siamo giunti. Francesco Bosso fotografo di paesaggio, formatosi alla scuola americana, lavora esclusivamente in bianco e nero, scattando su pellicola di grande formato con banco ottico e stampando personalmente le opere in camera oscura, su carta baritata alla gelatina d’argento. La potenza delle sue immagini viene esaltata in mostra da un allestimento in cui isole di luce si alternano a zone di ombra profonda, un modo essenziale e funzionale di restituire allo spettatore quella condizione di attesa e stupore che il fotografo ha vissuto in prima persona davanti ai paesaggi mozzafiato che ha ritratto. Come scrive Filippo Maggia, curatore della mostra, “Bosso tende a spiazzare lo spettatore invitandolo al silenzio e alla contemplazione, ben distante dunque dalla necessità di colpire e aggredire che accomuna molta della produzione attuale caratterizzata da immagini che nascono per essere velocemente consumate e immediatamente rimpiazzate da altre”.
Il catalogo della mostra è edito da Silvana Editoriale e comprende contributi critici sul lavoro del fotografo e la riproduzione di tutte le opere esposte. Francesco Bosso è rappresentato in Italia dalla galleria Photo & Contemporary di Valerio Tazzetti, punto di riferimento della fotografia contemporanea. Francesco Bosso, (Barletta, 1959) è uno dei maggiori interpreti italiani del paesaggio e della natura selvaggia in bianconero. La sua meticolosa ricerca mira ad isolare forme ed elementi naturali in luoghi incontaminati, dove il silenzio è signore assoluto. “Il paesaggio è in realtà una visione dove si fondono in un unicum atmosfere e stati d’animo” afferma l’autore, ispirato dalla poesia di Walt Whitman e da un approccio orientale, quasi shintoista.
La straordinaria padronanza della tecnica di ripresa all’aperto in grande formato e il suo virtuosismo in camera oscura, utilizzando procedimenti esclusivamente analogici, gli consentono di ottenere pregiate stampe alla gelatina d’argento, che intensifica la pulizia dei bianchi e la profondità dei contrasti tonali.
Dopo anni dedicati al reportage etnico e alla ricerca antropologica in diversi Paesi africani e in Cina – documentati nei due libri fotografici Swahili – African Portraits e China Crossing – ha deciso di iniziare un percorso di ricerca e riflessione sui paesaggi naturali elaborando una serie di teorie sulla sua diversità, cercando di trasferire allo spettatore quel qualcosa in più che vada oltre la mera immagine. Nel 2014 espone le sue opere al Museo delle Arti Visive di Spoleto. L’imponente mostra è la somma di quasi 8 anni di lavoro e rappresenta un bellissimo viaggio nell’astrattismo tra fotografia panoramica e materia pittorica. Nel 2015 Bosso partecipa alla 56^ edizione della Biennale di Venezia dove esporrà l’imponente trittico “ARRAYS” nell’ambito della mostra Present Nearness. Le sue opere fanno parte di importanti collezioni private e pubbliche, mentre i suoi progetti espositivi sono stati
ospitati in istituzioni nazionali e internazionali come il Museo delle Arti Visive di Spoleto, il Museo Pino Pascali di Polignano, il Museo Camera di Torino, il Centro Culturale Candiani (Venezia), il Museo Nazionale della Fotografia (Brescia) e il Cultural Centre Museum di Hong Kong, M50 Space Gallery di Shanghai, oltre ad importanti mostre personali a Monaco di Baviera, Parigi, Karlsrhue e Bruxelles.
INFO:
Francesco Bosso
Primitive Elements
15 ottobre – 5 novembre 2020
Villa Pignatelli – Casa della fotografia
Riviera di Chiaia 200, Napoli
Orari: da lunedì a domenica 9,30 – 17,00 ( ultimo ingresso h. 16,00) chiuso il martedì
Ingresso: Intero € 5,00 – Ridotto 18-25 anni € 2,00 si acquistano online su www.coopculture.it oppure nei tre ticket point a Palazzo Reale, a Castel Sant’Elmo e alla Certosa e Museo di San Martino
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