L’Italia andrà sulla Luna, è stato firmato un accordo storico tra USA e Italia per una futura e sempre più attiva cooperazione spaziale, per la prima volta nella storia i nostri astronauti potranno calpestare il suolo lunare, i favoriti sono in assoluto Luca Parmitano e Samantha Cristoforetti.
Alle 16.30 di venerdì 25 settembre a palazzo Chigi si è fatta la storia, l’Italia è il primo paese europeo a firmare un accordo bilaterale con gli Stati Uniti riguardo l’esplorazione lunare, il protocollo di intesa ci vede tra i tra i partner del programma Artemis, il cui obiettivo è quello di riportare l’uomo sulla Luna entro il 2024.
A sottoscrivere il documento James Frederick Bridenstine, attuale amministratore della NASA ed ex pilota della marina americana, e Riccardo Fraccaro, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alle politiche spaziali che spiega, “La dichiarazione di intenti che firmiamo è il riconoscimento delle nostre eccellenze scientifiche e produttive e il nostro contributo sarà all’altezza”.
Ci sono buone probabilità che i primi astronauti a toccare nuovamente il suolo lunare siano americani, proprio perché il progetto è guidato dalla NASA, ma questo accordo permette al nostro Paese di proporre e mettere in primo piano i nomi dei nostri astronauti per i prossimi viaggi, visto che le intenzioni sono di una vera e propria spola verso e dalla Luna, si prospetta un lungo e complesso lavoro.
Secondo Fraccaro l’obiettivo è “allargare il mercato agli operatori commerciali non esclusivamente spaziali e creare un volano che incrementerà la competitività e la crescita di entrambi i nostri Paesi”, riferendosi ai possibili sviluppi dell’accordo alla luce della New Space Economy.
Infatti, arrivare alla luna è solo l’inizio del grandioso progetto della NASA, che questa volta, sul satellite ha intenzione di restarci, l’idea è quella di costruirci un grosso insediamento abitativo e da lì iniziare il progetto ambizioso chiamato Marte. Ma andiamo con calma, inizialmente si proverà ad abitare la Luna per capire se è sfruttabile dal punto di vista dell’estrazione di minerali e a questo punto come agire o per l’insediamento di laboratori che possano prendere vantaggio dalla gravità molto minore, sei volte circa, per esperimenti rivolti alla farmaceutica e la produzione di leghe più pure. Infine, il progetto, che rasenta per ora quasi il sogno, è quello di sfruttare la minore gravità e la presenza della nuova stazione completata, per costruire il razzo che ci porterà su Marte.
L’Italia avrà un ruolo centrale nella collaborazione che, anche se non è ancora stato concretizzata e firmato, prevede sicuramente il disegno e la costruzione delle della navetta per l’allunaggio, dei moduli abitativi che sorgeranno sulla Luna, i laboratori, gli uffici e gli spazi di vario tipo e infine le telecomunicazioni con la Terra, tutti campi in cui negli anni ci siamo molto qualificati a livello internazionale.
L’intesa, ha detto Alessandro Profumo, amministratore delegato di Leonardo ammonta “potenzialmente a circa 1 miliardo per l’industria nazionale. L’Italia oltre all’importantissimo contributo sul piano tecnico e scientifico, fornirà alla missione lunare l’apporto tecnologico necessario alla costruzione dei sistemi di allunaggio e alla realizzazione degli ulteriori moduli abitabili di superficie. Dalla cooperazione con gli Usa, quindi, per il nostro Paese ci sarà anche un ritorno industriale diretto dal valore superiore al miliardo, senza contare tutti gli effetti positivi per la filiera e l’indotto dello spazio”.
Insomma nei prossimi anni, massimo una decina, forse vedremo una Luna diversa da quella che abbiamo visto, sognato e immaginato finora, quella cantata da scrittori e poeti, musicisti e artisti, forse diventerà più tangibile e mano onirica ma perderà il suo fascino o ne acquisterà uno tutto nuovo?
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