Oggi, venerdì 25 settembre, è un nuovo Fridays For Future e moltissimi giovani, sia in Italia che nel resto del mondo, sono tornati in piazza per far sentire la propria voce nella lotta per salvare il nostro pianeta. In prima linea ovviamente non poteva mancare lei, la paladina di questa battaglia, la giovane attivista svedese Greta Thunberg che da stamattina, insieme ad altri giovano, si è ritrovata davanti al parlamento di Stoccolma, su Twitter ha scritto “Sciopero della scuola settimana 110. Oggi è il nostro giorno globale di azione per il clima e stiamo scioperano in oltre 3.100 posti! In Svezia non sono permessi i raduni con oltre 50 persone per via del Covid-19, per cui ci adattiamo”, nelle ultime ore ha generato molti contenuti suoi profili social invitando a partecipare e pubblicando la mappa mondiale di tutte le piazze animate dall’azione incisiva ma pacifica dei Fridays For Future. Nel rispetto delle normative sia Greta che i suoi compagni indossano mascherina e mantengono il distanziamento sociale.
Il movimento Fridays For Future è davvero diventata una giornata di azione globale a cui ormai partecipano tantissime persone, soprattutto i più giovani che oggi più che mai gridano l’urgenza di affrontare più responsabilmente la grande crisi climatica in atto, affinché «non venga messa da parte all’ombra del Coronavirus».
L’Italia non si tira indietro in questa importante battaglia e da Nord a Sud si possono vedere le zone di raduno che sono state geolocalizzati con dei punti verdi sulla mappa ufficiale della manifestazione, questo è il momento per dimostrare quanto sia importante e prioritario non abbandonare una battaglia come quella della salvaguardia del pianeta facendosi carico, nello stesso momento, delle difficoltà dovute alla pandemia. I giovani attivisti dichiarano che i prossimi mesi e anni saranno quelli “cruciali” per poter raggiungere gli obiettivi di sostenibilità essenziali al pianeta portando le persone a un forte richiamo alla responsabilità. Proprio nei giorni passati infatti il dannoso problema del riscaldamento globale ha provocato la più grande riduzione della calotta polare artica.
Un problema gravissimo che viene sottovalutato e questo atteggiamento verte solo al rischio di un’imminente reazione a catena che, se non arginata, finirà per sfuggire di mano al controllo umano e a quel punto non ci sarà davvero più niente da fare.
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