Arte e Mostre

Al Museo del Novecento le opere di Loris Cecchini vincitore del Premio ACACIA

Loris Cecchini, Blaublobbing, 2017_ PVC trasparente, plexiglass, struttura in acciaio, pompa, sistema di illuminazione_ trasparent PVC, wire rope, motors, lights, variable dimensions_ 5x4x3,4m each
In occasione di MIART e dell’Art Week 2020 promossa dal Comune di Milano, il Museo del Novecento presenta INVITO 2020, la mostra dedicata all’artista vincitore del Premio ACACIA – Associazione Amici Arte Contemporanea Italiana, Loris Cecchini, che per il quinto anno trova sede nelle sale del museo, consolidando la collaborazione tra realtà pubblica e privata, con l’obiettivo comune di conservare e approfondire lo studio delle più recenti sperimentazioni artistiche. La mostra verrà inaugurata l’8 settembre e rimarrà allestita fino al 31 gennaio 2021.
L’edizione del 2020, la diciassettesima, vede protagonista Loris Cecchini, uno degli artisti italiani più affermati a livello internazionale, con le opere Waterbones (177) e Aeolian Landforms (Dahkla 137C), del 2020, che grazie alla generosità di ACACIA entrano a far parte della collezione del museo.
Loris Cecchini,Cloudless, 2006_Scale di alluminio, cavi di acciaio, 50000 moduli in polietilene, dimensioni variabili.
Il lavoro recente di Loris Cecchini trae linfa dalla meditazione sul concetto di “organismo”: un sistema in continua evoluzione che si auto-genera, costruendo la propria crescita a partire da un modulo, come avviene in architettura o nell’analisi del linguaggio. L’immaginario dell’artista è veicolato da una sottile ricerca sui materiali, dalle gomme alle plastiche ai metalli.
L’installazione Waterbones (177) fa parte di una serie di opere realizzate a partire dal 2009 nelle quali l’artista si concentra sullo studio e sull’indagine della struttura profonda della materia. Letteralmente “ossa di acqua”, l’opera è costituita da moduli di acciaio inox che possono essere assemblati gli uni con gli altri in molteplici varianti. In questo modo la materia assume una doppia valenza: è solida come una struttura ossea, ma allo stesso tempo è fluida e modellabile come un flusso d’acqua.
I soggetti che compaiono nel lavoro di Loris Cecchini includono collages multipli e modelli architettonici dettagliati, roulotte e case sugli alberi reinventate, spazi strutturalmente distorti e superfici prismatiche e trasparenti.
Loris Cecchini, Waterbones, 2017_8000 moduli in acciaio, particolare_Installazione site specific.
L’opera di Loris Cecchini si unisce a quelle di Mario Airò, Rosa Barba, Rossella Biscotti, Monica Bonvicini, Gianni Caravaggio, Maurizio Cattelan, Roberto Cuoghi, Rä di Martino, Lara Favaretto, Linda Fregni Nagler, Francesco Gennari, Sabrina Mezzaqui, Marzia Migliora, Adrian Paci, Paola Pivi, Luca Trevisani, Grazia Toderi, Tatiana Trouvé, Marcella Vanzo, Nico Vascellari, Francesco Vezzoli, donate al Museo del Novecento dall’Associazione ACACIA.
LORIS CECCHINI
Nato a Milano nel 1969, ha studiato pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Attualmente vive e lavora a Milano. Ha esposto il suo lavoro in mostre personali  allestite in prestigiosi musei, tra cui Palais de Tokyo a Parigi, Musée d’Art Moderne et Contemporain di Saint-Étienne Métropole, MoMA PS1 a New York, Shanghai Duolun MoMA di Shanghai, Centro Galego de Arte Contemporánea a Santiago di  Compostela, Kunstverein di Heidelberg, Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci a Prato, Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano. Cecchini ha partecipato a numerose esposizioni internazionali tra cui la 56°, la 51° e la 49° Biennale di Venezia, la 6° e la 9° Biennale di Shanghai, la 15° e 13° Quadriennale di Roma, la Biennale di Taiwan a Taipei, la Biennale di Valencia in Spagna, la 12° Biennale Internazionale di Scultura di Carrara, il Ludwig Museum a Colonia, Palazzo Fortuny a Venezia, Macro Future a Roma. Numerose sono anche le sue installazioni permanenti e site-specific, in particolare a Villa Celle a Pistoia e nel cortile di Palazzo Strozzi a Firenze, alla Fondazione Boghossian di Bruxelles e per il Cleveland Clinic’s Arts & Medicine Institute negli Stati Uniti, a Les Terrasses Du Port di Marsiglia e recentemente sulla facciata della biblioteca Lazzerini di Prato, oltre che nel The Tata Innovation Center di New York.

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