Un nuovo caso di body shaming ci dimostra quanto l’umanità non sia ancora pronta ad accettare l’essere umano per com’è senza discriminazione. Ad essere attaccata questa volta è stata la modella di Gucci Armine Harutyunyan, considerata dalla casa di moda una delle 100 donne più sexy al mondo, ma pare che il pubblico non la pensi così, questo perché non rispecchia i classici canoni estetici che ci sono stati imposti da una società spietata. La sua sfilata alla Fashion Week di settembre a Parigi ha infatti scatenato un mare di insulti nei confronti della ragazza, dai commenti razzisti, Armine è originaria dell’Armenia, al suo aspetto misogino, al definirla ‘brutta’, quelli che hanno dato il meglio di sé hanno deciso, secondo una legge tutta personale, che Armine sarebbe “inadatta al mondo della moda”, molti di questi felicissimi commenti sono arrivati come sempre dalle donne che a oggi non sono ancora capaci di fare squadra, ma preferiscono costantemente pugnalarsi alle spalle, fare dello spicciolo body shaming senza mostrare solidarietà e rispetto, quelli che si leggono sono commenti che vertono solo alla denigrazione fisica, alla distruzione psicologica di una donna che sta cercando solo di realizzare il sogno di diventare “Modella”. Senza togliere niente a nessuno. Addirittura sono usciti dei meme per ribadire lo sconcerto rispetto alla scelta di averla inserita tra le 100 modelle più sexy del mondo e hanno tenuto chiedendo al pubblico: “voi ci uscireste a cena?”.
Quindi diventa ovvio che se dobbiamo basarci su dei canoni dettati dal sistema mediatico che ha deciso per noi, pecore al pascolo, cosa sia bello o brutto, allora decisamente Harutyunyan non rientra in quella ristrettissima categoria, ma se si riuscisse a guardare un po’ oltre il proprio naso, o le copertine di certi tabloid da due soldi, si scoprirebbe che esiste un mondo fatto di essere umani diversi e affascinanti, proprio per i tratti unici di ognuno che risultano la chiave della vera bellezza, come nel caso di Harutyunyan, i suoi lineamenti sono talmente particolari e riconoscibili che è impossibile scordarsi di lei, affascina proprio per il suo essere unica.
La modella non ha risposto agli attacchi degli haters, o leoni da testiera con grandi frustrazioni alle spalle, e la casa di moda Gucci non ha ancora fornito nessuna replica, ma come abbiamo già potuto vedere, la Maison, con a capo il direttore artistico Alessandro Michele, ha da tempo deciso di intraprendere questa strada anticonvenzionale rispetto al sistema moda mostrando al mondo come si può essere sé stessi e fare quello che si desidera nella vita, senza barriere, essendo aperti alle disuguaglianze (e soprattutto alle polemiche).
Se ricordate bene qualche mese fa un altro scandalo era uscito sempre per la scelta di Gucci di utilizzare per la sua campagna Ellie Goldstein, la prima modella con sindrome di Down, anche in quell’occasione era scoppiata una bomba social dove sono state dette parole orrende, forti e offensive dimostrando che non è ancora ammissibile accettare le persone per come sono ma solo per come devono apparire.
La strada per l’uguaglianza è ancora lunga ma confidiamo che grandi realtà come Gucci continuino su questa via per dare il buon esempio e scardinare fino all’ultimo fiato di pregiudizio inutile e meschinità.
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