Un episodio surreale è accaduto il 16 agosto a Rimini quando un cameriere ha chiesto scusa a un dipinto di Mussolini dopo aver servito dei clienti neri, questo succede in Italia nel 2020/21 e non posso fare a meno di pensare alle parole pronunciate da Michelle Obama nel discorso di ieri: “se pensate che le cose non possano andare peggio di così, vi state sbagliando”. Ci stiamo sbagliando davvero e purtroppo su certi argomenti non ci sono né confini, né stati, siamo un mondo di razzisti impuniti.
Tutto si è svolto in un ristorante di Rimini, quando una famiglia si è recata per festeggiare il compleanno della piccola di due anni in un clima di festa e serenità, purtroppo questa atmosfera è stata prontamente distrutta trasformandosi in pochi minuti nell’ennesimo episodio di razzismo e conclusosi con una denuncia.
A denunciare e raccontare l’accaduto Adjisam Mbengue presente alla festa, “Eravamo al mare e andava tutto bene, la sera decidiamo di andare a mangiare una pizza in un locale dove avevamo già prenotato, eravamo una quindicina. Arriva quello che penso sia il proprietario, un signore di mezza età, 45-55 anni, prende le ordinazioni poi si gira verso un quadro con Mussolini alza il braccio nel saluto romano e dice testuali parole: “scusa Benito” e si allontana a testa bassa farfugliando altre cose della quale sentiamo solo “STI N***I”. Io a questo punto vi chiedo, da cittadina, se queste cose sono normali. Mia sorella si è messa a sbraitare ma non abbiamo voluto andare oltre perché eravamo con cinque bambini”. Ma non è tutto, dopo quell’esternazione il cameriere/proprietario torna per prendere altri ordini e da lì inizia la discussione, le donne chiedono all’uomo di scusarsi ma il cameriere continua a rimarcare il fatto che servire dei neri fosse una cosa degradante per il suo ristorante.
Se questo vi sembra già surreale e nauseabondo non avete ancora letto la replica del proprietario: “Macché, non era un quadro ma una cassetta con dentro il vino di Mussolini di quelle che si comprano a Predappio. Noi siamo soltanto dei lavoratori, abbiamo un pubblico molto ampio, teniamo il menù in sette lingue compreso l’arabo. Siamo persone aperte: accettiamo anche i cani”.
Adjisam Mbengue si è ripromessa che questa faccenda non finirà nel dimenticatoio e noi lo speriamo tanto, certi atti devono iniziare a essere puniti perché evidentemente gli esseri umani non hanno ancora chiaro cosa sia il rispetto per il genere umano: “Questo signore probabilmente si è ritrovato davanti i neri sbagliati perché prometto che andrò fino in fondo, lo devo ai miei figli. Cosa vorrei? Soltanto un posto tranquillo dove andare a mangiare ed essere considerata una famiglia qualunque”.
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