Attualità

Daisy Coleman si è tolta la vita, vittima di violenza aveva raccontato la sua storia nel documentario Netflix Audrie & Daisy

Daisy Coleman, sostenitrice delle vittime di violenza sessuale e protagonista del documentario di Netflix “Audrie & Daisy”, si è tolta la vita a 23 anni. La struggente notizia è stata comunicata sui social dalla madre Melinda Coleman: “Mia figlia Catherine Daisy Coleman si è suicidata stanotte. Se avete visto post o messaggi folli è stato perché ho chiamato la polizia per fare un controllo. Era la mia migliore amica e una figlia incredibile. Penso che abbia immaginato che io potessi vivere senza di lei. Ma non ci riesco. Vorrei avermi fatto carico del suo dolore. Non si è mai ripresa da ciò che quei ragazzi le hanno fatto e non è giusto. La mia bambina se n’è andata”.

Daisy aveva 14 anni quando ha subito violenza durante una festa in casa nel gennaio 2012 a Maryville, nel Missouri, da parte di un ragazzo di 17 anni di nome Matthew Barnett. La madre della ragazza racconta di averla trovata la mattina dopo lasciata fuori sul portico, con i capelli bagnati e con indosso solo una maglietta e una tuta mentre le temperature erano sotto lo zero.

Barnett è stato accusato di violenza sessuale, ma alla fine il caso è stato archiviato. La famiglia della signora Coleman ha sostenuto che ciò era dovuto ai legami politici locali della famiglia del ragazzo. Barnett si è dichiarato colpevole di un’accusa minore sostenendo che il suo rapporto sessuale con Daisy era stato consensuale.
La conclusione è che nessuno è stato punito per ciò che è accaduto, anzi, il caso ha attirato l’attenzione nazionale dopo che gli attacchi alla ragazza sono continuati anche dopo l’aggressione, Daisy infatti veniva continuamente bullizzata e molestata sia tramite i social che nel suo istituto scolastico. Un peso che purtroppo non ha saputo sopportare e nella notte del 4 agosto si è tolta la vita.

Il caso di Daisy ha suscitato discussioni a livello nazionale sui casi di stupro di adolescenti nel sistema giudiziario statunitense, così come sulle colpe delle vittime e sul bullismo, un sistema che non punisce gli aggressori e non tutela le vittime, è stata infatti Daisy con la sua famiglia a doversi trasferire da Maryville dopo le minacce e le molestie.

Da questa terribile vicenda era uscito un documentario su Netflix dal titolo “Audrie & Daisy” che aveva messo in luce il bullismo subito dalle vittime di aggressioni da parte di adolescenti, Audrie Pott, l’altra ragazza del documentario, si è tolta la vita nel settembre 2012, dieci giorni dopo essere stata aggredita sessualmente.

Recent Posts

Vita Bassa, Giorgia Fumo torna a teatro con il suo spettacolo: risate assicurate per tutti | Al Manzoni di Milano

La comica che ha conquistato il pubblico con la sua ironia torna sul palco con…

%s giorni fa

Il berretto a sonagli, la verità che sconvolge: una sorprendente rivisitazione moderna conquista il Teatro Martinitt di Milano

Una rappresentazione moderna e intensa del capolavoro di Pirandello tra regia innovativa e interpretazioni sorprendenti.…

%s giorni fa

The Chosen: Ultima Cena, torna con una scena mai vista: un evento esclusivo nelle sale italiane

Oltre 250 milioni di spettatori e 17 milioni di follower: il successo globale si celebra…

%s giorni fa

We are nomads, un viaggio emozionante tra resilienza e libertà: la danza Masai di Fernando Anuang’a al Piccolo Bellini

Una performance che celebra l’adattamento umano attraverso la danza ispirata alla vita nomade dei Masai.…

%s giorni fa

L’ispettore generale di Gogol, recensione: un carillon di burocrati e corruzione estremamente attuale

Corruzione e potere in chiave grottesca in scena fino al 23 febbraio al Bellini di…

%s giorni fa

Taxi Driver, Martin Scorsese torna al cinema: un evento unico per i fan del capolavoro

La versione restaurata del capolavoro di Martin Scorsese, Taxi Driver, arriva nei cinema italiani per…

%s giorni fa