Nell’arida e sterile distesa ai margini del deserto del Namib, a pochi chilometri dalla città portuale di Luderitz, nell’Africa sud-occidentale, si trova una città fantasma, Kolmanskop, diventata meta del turismo internazionale perché sommersa dalla sabbia, il nome letteralmente significa “la testa di Coleman”. È stata un ex città miniera costruita all’inizio del XX secolo dai tedeschi in cerca di diamanti, adesso la natura ha ripreso il possesso di quegli spazi e sottili sabbie del deserto vengono soffiate con forza dal vento attraverso la città, nelle porte, dalle finestre facendosi strada nelle case abbandonate.
Tra le dolci dune di sabbia si ergono edifici dai decori incredibili che sfidano il loro ambiente desolato dove la vita esiste solo sotto forma di cespugli, serpenti e scorpioni. La vastità del paesaggio solitario rende davvero piccoli gli edifici che la sabbia cerca di nascondere, è solo avvicinandosi che si può apprezzare la loro caratteristica architettura tedesca e l’atmosfera surreale che si crea con la sabbia invadente. Quello che adesso troviamo come un luogo abbandonato è stato per lungo tempo, agli inizi del Novecento, il cuore dei boom dei diamanti.
L’operaio Zacharias Lewala, mentre lavorava nella zona, vide una pietra che gli sembrò un diamante, dopo alcuni controlli fu confermata la preziosità della pietra e da allora iniziarono ad arrivare un numero esorbitante di minatori in cerca delle pietre preziose e si scopri che in questa zona si trovavano i depositi di diamanti più ricchi del mondo. La regione fu amministrata dalla Germania all’inizio del secolo per sfruttarne la ricchezza e la città ne rifletteva il carattere.
Prese infatti forma un vero villaggio con tanto di servizi quali un ospedale, una sala da ballo, una centrale elettrica, un teatro, una scuola, un macellaio locale, un panettiere, un ufficio postale e persino il primo tram. La città raggiunse il suo picco negli Anni ’20 quando ci vivevano circa 1200 persone tra coloni tedeschi e operai, nel 1912 la zona produceva un milione di carati, pari all’11,7% della produzione mondiale totale di diamanti. L’attività estrattiva, però, non aveva potenziale infinito e, come per molte altre città fantasma, quando la ricchezza diminuì, con l’arrivo anche della Prima Guerra Mondiale, gli abitanti scelsero altre destinazioni per vivere, così fu abbandonata nel 1954.
Di recente, il fotografo Thomas Froemmel ha immortalato i resti di Kolmanskop in una serie di scatti straordinari che ne mostrano l’aspetto attuale, i tetti e i pavimenti cedono sotto il peso della sabbia ma i colori restano inalterati. Per arrivare in questo luogo ci si può deve affidare alla NamDeb (Namibia-De Beers) e la si può raggiungere solo dopo aver ricevuto un apposito permesso perché si trova nella cosiddetta Sperrgebiet del deserto del Namib e in più spesso si verificano fenomeni atmosferici violenti con relative tempeste di sabbia, quindi non si può pensare di andare da soli.
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