India: diminuisce lo smog e si vede l’Himalaya, dopo 30 anni
L’effetto del lockdown per Coronavirus in India ha fatto diminuire la smog e apparire le vette di 6 mila metri dell’Himalaya, uno spettacolo che non si verificava da oltre 30 anni.
Il Paese, con oltre 1,3 miliardi di residenti, è stato sottoposto a un rigoroso blocco nazionale dal 23 marzo, limitando il movimento dell’intera popolazione e chiudendo fabbriche, mercati, piccoli negozi, luoghi di culto, la maggior parte dei trasporti pubblici e progetti in costruzione, “Il lockdown più grande del mondo”.
Il Dhauladhar, la Catena Bianca, è parte dell’Himalaya e si trova nello regione indiana dell’Himachal Pradesh, la cima più alta sfiora i 6 mila metri. La maggior parte dei residenti di Jalandhar, città di 860 mila abitanti, la cui età media è di molto inferiore a quella italiana, non avevano mai visto le montagne sullo sfondo. Anche altre città del Punjab hanno potuto osservare le cime. A Delhi, dove l’aria è fortemente inquinata dalle polveri sottili, il contenuto di Pm2.5 è sceso del 71% in una settimana dopo i lockdown iniziato il 23 marzo. La conferma era arrivata dai dati riscontrati dal Consiglio Centrale per il Controllo dell’Inquinamento dell’India.
L’India ospita 21 delle 30 aree urbane più inquinate al mondo., l’intero Paese è stato bloccato per più di due settimane, con il Primo Ministro Narendra Modi che ha ordinato “un divieto totale di recarsi fuori dalle proprie case”. Sono rimasti operativi solo servizi essenziali, tra cui quelli che forniscono acqua, elettricità, servizi sanitari, negozi di alimentari e servizi municipali. Tutti gli altri negozi, stabilimenti commerciali, fabbriche, officine, uffici, mercati e luoghi di culto sono stati chiusi, gli autobus e le metropolitane interstatali sono stati sospesi. Il paese ha riportato quasi 6000 casi di Covid-19 e 178 morti, secondo i dati della Johns Hopkins University. Moltre delle montagne dell’Himalaya sono state chiuse agli scalatori per quasi un mese, così come successo con i lati nepalese e cinese del Monte Everest che hanno chiuso all’inizio di marzo.
Sicuramente non ci lascerà un bel ricordo il Coronavirus ma indubbiamente ha portato anche qualche beneficio a livello ambientale.