Dal 19 febbraio hanno riaperto al pubblico dopo una fase di restauro, al MANN di Napoli, le cinque sale attigue alla Meridiana che ospitano la collezione degli oggetti della vita quotidiana nelle città vesuviane.
Si sa, gli oggetti di vita dell’uomo raccontano molto di un luogo, di una città, della quotidianità di intere civiltà; sono custodi di tante storie e vederli così da vicino in qualche modo ci fa tornare indietro nel tempo.
Sono oltre cinquecento i reperti databili tra la fine del I secolo a.C. e l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.
E’ stato conservato il precedente criterio espositivo che vede gli oggetti divisi in categorie d’uso, materiali e forme, lasciando spazio però a tre innovazioni: l’arricchimento della raccolta fruibile dai visitatori; l’aggiornamento dell’apparato didattico e divulgativo; il restyling delle vetrine che ospitano le opere.
Gli oggetti in questione hanno visto la luce in tempi record dopo il restyling e ora non sono più custoditi nei depositi del Museo ma esposte con le storie che raccontano agli occhi dei molti visitatori del MANN.
È possibile ammirare, per la prima volta, la patera in vetro cammeo (I sec. a.C./ I sec. d.C.), sino ad oggi conservata nei depositi del MANN: lo splendido piatto in blu e bianco, mai esposto in passato e ritrovato nella celebre Casa del Poeta Tragico di Pompei, aveva, con ogni probabilità, un valore decorativo e denotava lo status ed il prestigio del suo proprietario. Nel focus espositivo sulla religione domestica, ancora, è incluso un nuovo nucleo di terrecotte votive (circa dieci pezzi provenienti da Pompei), così come è implementata la selezione di oggetti in osso ed avorio. Il percorso di visita è articolato in cinque segmenti diversi, ciascuno rappresentato da una sala: strumenti chirurgici, strumenti da larario, lucerne, elementi di arredo (sala 89); ceramica invetriata, ossi ed avori (sala 88); vasellame bronzeo ed argenti dalla casa del Menandro (sala 87); vetri (sale 86-85; la numerazione è attribuita in senso inverso rispetto all’itinerario di visita).
L’apparato didattico è approfondito nei contenuti (prevista anche la traduzione in inglese, non realizzata nel precedente allestimento) e reso user friendly nella grafica: in armonia con la collezione Magna Grecia, i disegni dei pannelli sono firmati da Silvia Pertile.
Il lavoro di restyling, condotto anche sulle vetrine, comporta, infine, una migliore fruizione dei reperti, in termini di illuminazione e presentazione complessiva delle opere.
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