Per la prima volta in Italia, più precisamente a Palazzo Reale di Milano, approda la mostra dedicata a Georges de La Tour: l’Europa della luce, il più celebre pittore francese del Seicento, fino al 7 giugno 2020. Un artista enigmatico, che ritrae angeli presi dal popolo, santi senza aureola né attributi iconografici e che predilige soggetti presi dalla strada come i mendicanti. Sceglie di dipingere persone di basso rango, della strada, piuttosto di modelli storici o personaggi altolocati. Grazie al senso drammatico, teatrale, della composizione e lo studio accurato della luce, viene inevitabilmente paragonato al Caravaggio venendo definito “Caravaggio francese”, anche se non si sa se La Tour abbia mai avuto modo di ammirare le opere del Merisi.
La mostra a Palazzo Reale, promossa e prodotta dal Comune di Milano Cultura, Palazzo Reale e MondoMostre Skira, è a cura della Prof.ssa Francesca Cappelletti e di Thomas Clement Salomon e vanta un comitato scientifico composto da Pierre Rosenberg (già direttore del Louvre), Gail Feigenbaum (direttrice, Getty Research Institute), Annick Lemoine (direttore, Musée Cognacq‐Jay), indaga sulla pittura di Georges de la Tour caratterizzata da un profondo contrasto tra i temi “diurni”, crudamente realistici, che ci mostrano un’esistenza senza filtri, con volti segnati dalla povertà e dall’inesorabile trascorrere del tempo e i temi “notturni” con splendide figure illuminate dalla luce di una candela: modelli assorti, silenziosi, commoventi. Un potente contrasto tra il mondo senza pietà dei “diurni” e la compassionevole rappresentazione delle scene “notturne” che colpisce ancora oggi. Dipinti che conservano il segreto della loro origine e della loro destinazione. Come rimane un mistero la formazione del pittore, compresa la possibilità o meno di un suo viaggio italiano.
Un progetto che si presenta particolarmente complesso per diversi aspetti, tra i quali il numero di prestatori, 28 da tre continenti, che ha coinvolto alcune delle più grandi istituzioni internazionali. Un’esposizione unica considerato che, come ebbe a sottolineare Roberto Longhi, in Italia non vi è conservata nessuna opera di La Tour e sono circa 40 le opere certamente attribuite al Maestro, di cui in mostra ne sono esposte 15 più una attribuita.
La mostra, attraverso dei mirati confronti tra i capolavori del Maestro francese e quelli di altri grandi del suo tempo, Gerrit van Honthorst, Paulus Bor, Trophime Bigot e altri, vuole portare una nuova riflessione sulla pittura dal naturale e sulle sperimentazioni luministiche, per affrontare i profondi interrogativi che ancora avvolgono l’opera di questo misterioso artista.
La Tour fu un pittore molto stimato ai suoi tempi, originale per la mistura di spiritualità e di realismo, sempre in bilico fra delicatezza e brutalità. Guardato spesso con una certa diffidenza: padre di 11 figli, dal carattere difficile e con un gran numero di cani randagi. Eppure ebbe successo prima nel Ducato di Lorena dove nacque, e poi a Parigi dove fu nominato, nel 1639, pittore del re Luigi XIII.
I pochi quadri riconosciuti come autografi sono perlopiù di piccolo o medio formato, intimi, privi di sfondo paesaggistico, notturni e, soprattutto nella presunta ultima fase artistica, quasi dei monocromi dall’impianto geometrico, semplice ma modernissimo per l’epoca.
Le sue tracce, e quelle della sua opera, si persero però durante tutto il XVIII e XIX secolo, non solo, ma anche a causa delle guerre per l’indipendenza che sconvolsero la sua terra natale.
Tra i capolavori presenti in mostra, spicca la commovente intensità emotiva della Maddalena penitente (National Gallery of Art di Washington D.C., 1635‐1640 circa). Il pittore lorenese, diversamente dai suoi contemporanei che ne esaltavano i lati voluttuosi e popolani, colloca Maddalena in un interno austero, facendo risaltare i capelli scuri e lisci e i nitidi contorni della figura nella penombra creata dal lume della candela. Anziché volgere gli occhi al cielo, la Maddalena ha lo sguardo assorto di chi è profondamente immerso nella meditazione. La fiamma esile e tremolante della candela e il piccolo specchio ribadiscono ancora una volta la natura effimera della vita fisica e terrena. Nell’interpretazione di La Tour, Maddalena è una giovane donna in lotta con il suo passato, che porta su di sé tutto il peso della caducità umana.
Il denaro versato (Lviv –Ucraina, Galleria Nazionale di pittura, 1625‐1627), è un dipinto considerato un punto fermo nella prima attività di La Tour e tra i più interessanti del suo percorso pittorico. Ma sia per chi voglia vedere nel protagonista un vecchio e sordido usuraio o piuttosto un avido esattore delle tasse, è indubbio che in questa immagine La Tour sicuramente mette in campo tutta la sua esperienza per creare una scena con un livello di tensione altissimo. Per descrivere il rapporto tra gli uomini e il denaro La Tour utilizza in maniera geniale la luce della candela che in questo caso ha la capacità di illuminare una quantità notevole di spazio. In questa tela l’impatto caravaggista è decisivo, sia nella costruzione della composizione dell’opera ma soprattutto nella scelta del modo di rappresentare i personaggi.
Il percorso della mostra è arricchito da una ventina di splendide opere di artisti coevi come Paulus Bor, Jan Lievens, Throphime Bigot, Frans Hals con due magnifici ritratti di apostoli, Jan van Bijlert, Gerrit Van Honthorst conosciuto in Italia come Gherardo delle Notti con la splendida Cena con sponsali dagli Uffizi, Adam de Coster, Carlo Saraceni con una bellissima Natività da Salisburgo.
Accompagna l’esposizione l’importante catalogo edito da Skira con saggi di Francesca Cappelletti, Pierre Rosenberg, Jean‐Pierre Cuzin, Gail Feigenbaum, Dimitri Salmon, Gianni Papi, Rossella Vodret con Giorgio Leone, Matteo Mancinelli, Manfredi Merluzzi, comprensivo delle schede delle opere molto approfondite dal punto di vista critico e bibliografico e le relative immagini e seguito da una estesa bibliografia.
Le immagini di La Tour sono assolutamente coinvolgenti, spingono ad aguzzare la vista per scoprire cosa si celi nelle tenebre, dove la luce della candela non riesce ad arrivare; o sono quadri che ci mostrano più di quello che vorremmo vedere, la disperazione e la miseria della vita, che giganteggia vicino a noi. Osservando i suoi quadri lo spettatore è coinvolto al pari del pittore nella stessa impresa; non riesce a distogliere lo sguardo dall’opera, fino a essere catturato dal suo autore: questo uno dei segreti del suo ascendente.
INFO:
Georges de La Tour. L’Europa della luce
Milano, Palazzo Reale, Piazza Duomo 12
7 giugno 2020
ORARI: Lunedì 14.30 – 19.30 (dalle 9.00 alle 14.30 riservato alle scuole) Martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30 – 19.30
Giovedì e sabato 9.30 – 22.30
Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
Festività: domenica 12 aprile 9:30_19:30
lunedì 13 aprile 9:30_19:30
sabato 25 aprile 9:30_22:30
venerdì 1° maggio 9:30_19:30
lunedì 1° giugno 9:30_19:30
martedì 2 giugno 9:30_19:30
Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
Biglietti: Intero € 14,00
Biglietto Open € 16,00 Data aperta fino a due settimane prima della chiusura (valido a partire dal giorno successivo alla data di acquisto); Ridotto € 12,00 Visitatori dai 18 ai 26 anni, over 65, portatori di handicap, gruppi (minimo 15 massimo 25 persone) e convenzioni;
Ridotto € 10,00 Possessori Abbonamento Musei Lombardia e Soci Orticola; Ridotto speciale € 6,00 Scuole, gruppi organizzati da TCI Touring Club e FAI, giornalisti con tesserino ODG con bollino dell’anno in corso non accreditati dall’ufficio stampa e altre categorie convenzionate.;
Biglietto Famiglia 1 o 2 adulti € 10,00/ ragazzi dai 6 ai 14 anni € 6,00; Gratuito minori di 6 anni, guide turistiche abilitate con tesserino di riconoscimento, giornalisti accreditati dall’Ufficio Stampa e altre categorie convenzionate.
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