Lo scorso 14 gennaio il Piccolo Bellini ha ospitato
, fra gli artisti più apprezzati della scena cantautorale italiana, torna al Bellini e nella sua città di origine con un lavoro non soltanto musicale ma che coinvolge anche la sfera teatrale.
Parlare semplicemente di concerto sarebbe infatti riduttivo per uno spettacolo di questo livello. Come neve sopra il mare è un racconto di vita per musica, una vera interpretazione recitata e cantata di un pezzo di vita dello stesso artista.
Il lavoro è un viaggio attraverso le canzoni e i racconti più intimi di una vita violenta. Maldestro, nome d’arte di Antonio Prestieri, è infatti originario di Scampia, figlio di Tommaso Prestieri, ex capoclan della camorra oggi in galera e collaboratore di giustizia (boss anomalo, lo chiamavano «il poeta») e di Michela, cieca da quando lo ha partorito ma come lui stesso dichiara nello spettacolo “con tutto quello che faceva in casa e per me, io non mi sono mai accorto che era cieca finché non me lo ha detto un compagno di scuola, prendendomi in giro”.
Questo e altri racconti simili, anche più drammatici, personali o riguardanti gli amici di sempre punteggiano uno spettacolo-concerto commovente e coinvolgente in cui si ride e si piange.
In poche occasioni ci si emoziona tanto e la platea del Piccolo ha partecipato attivamente a una storia la cui caratteristica è la tensione alla bellezza. “Inseguire la bellezza per rendersi liberi” questo il concetto che passa dalla rappresentazione.
Ad accompagnare Maldestro nei racconti in musica autobiografici ci sono Salvatore Esposito, Dario Sansone dei Foja, Sara Squeglia e Luigi Pelosi in accordo perfetto tra musica, canto e recitazione.
Una risalita dal basso, sfuggendo dall’abbiglio delle lampare che ingannano i pesci. Un racconto cristallino, senza alcuna maschera, dove il protagonista si dimette dal ruolo di cantautore spingendosi laggiù, dove abitano i pensieri più sinceri.
La platea era mista e comprendeva fasce di età differenti. Tutti hanno cantato le canzoni più famose di Maldestro e non vi è stato mai un momento di noia.
Un concept giusto per uno spazio come il Piccolo Bellini ma soprattutto ciò che colpisce della messa in scena è il volto dell’interprete principale.
Maldestro (Antonio) è un ragazzo del 1985 ma il suo aspetto e l’espressività del volto raccontano molto di più, come se a parlarci fosse un uomo di età superiore ai 34 anni. Di Maldestro colpisce soprattutto questo e tale elemento contribuisce a dare verità allo spettacolo.
Piccolo Bellini
Maldestro
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