È in scena al Piccolo Bellini di Napoli fino al 12 gennaio Wet Floor di Fabio Pisano con protagonisti Antimo Casertano e Fabio Cocifoglia per la regia di Lello Serao e la produzione di Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, Teatri associati di Napoli.
“Oggi se non leggi i giornali sei disinformato, se invece li leggi sei informato male; […] Una delle conseguenze della troppa informazione è il bisogno di arrivare primi, non importa più dire la verità, quindi qual è la responsabilità di un giornalista? Dire la verità. Non solo arrivare per primi, ma dire la verità.”
Da questa riflessione dell’autore Fabio Pisano partono i presupposti di Wet Floor.
L’azione si svolge interamente in un ufficio di una redazione giornalistica, un uomo, Ruth è intento a pulire i pavimenti, un tizio, Ben, giornalista, è intento a scrivere al cellulare. Inizia una conversazione tra i due; Ben sta lavorando sulla presunta notizia di un sequestro di quattro giornalisti, da parte di un tipo sconosciuto. Ha urgenza di uscire. Ma il pavimento è bagnato. Ruth ha devotamente lavato il pavimento e non tollera che il giornalista passi prima che si sia asciugato. Ben ha fretta, ma Ruth è inamovibile. La conversazione lentamente assume toni sempre più “ambigui”, fino a diventare un sequestro. L’uomo delle pulizie è in realtà il sequestratore di giornalisti. Lega Ben alla scrivania, e mette in atto il sequestro. Come ce l’ha lui in mente. Il suo obiettivo è punire la realtà che lo circonda, una realtà che – mediante l’azione sempre più “avventata” e approssimativa dei giornalisti – gli hanno condizionato la vita. Il sequestro è prima un “fatto” a due, diviene poi pubblico; su una piattaforma web infatti, il sequestratore tenta di mettere a pubblico ludibrio il giornalista, ma succede qualcosa di inaspettato. I commenti live diventano violenti, inneggiano alla morte del giornalista, al suo assassinio. Reazioni che neanche il sequestratore si aspetta, diventano a loro volta protagoniste dello spettacolo. Fuori il palazzo, intanto, si annidano le forze speciali pronte a fare irruzione contro il sequestratore. Sovrastano le intenzioni del sequestratore. Sovrastano la sua verità. La sua verità di fronte la realtà in cui lui stesso ha volontariamente deciso di metter piede, si dissolve, passa in secondo piano. Ancora una volta.
L’idea è sicuramente originale e pone l’attenzione su un argomento attuale che ha le sue radici nell’assuefazione da social e bulimia di informazioni con il voyerismo tipico dei giorni nostri. Tutto ciò sembra averci tolto umanità e sapere tutto di tutti e saperlo prima degli altri oppure dirlo prima degli altri è diventato più importante della verità.
Ma cos’è poi la verità? Fior di filosofi e intellettuali si sono interrogati al riguardo ma in realtà sembra non esistere una verità assoluta. Esiste la storia che racconti e come la racconti. Forse per questo motivo c’è qualcosa di fallace nel testo di Pisano che risulta forse troppo didascalico e verboso, come fosse una lezione piuttosto che una messa in scena.
L’interpretazione è di livello alto anche se in alcuni momenti risulta troppo costruita e accademica. La scenografia sceglie una piattaforma rialzata per riprodurre l’ufficio di Ben e per dare l’idea claustrofobica della gabbia da cui l’ostaggio non può uscire.
Il colpo di scena finale arriva forse troppo a ridosso della conclusione che infatti sembra frettolosa, sfociando in un non-finale in realtà.
Pisano è uno scrittore a tutti gli effetti che struttura la storia in modo tale che questa possa essere anche letta e la messa in scena ne risulta praticamente fatta fin dalla carta.
WET FLOOR di Fabio Pisano con Antimo Casertano, Fabio Cocifoglia con la partecipazione in video di Angela Bertamino, Gianluca Cangiano
assistente alla regia Giorgia Lauro Napolitano contributi e regia video Francesco Mucci, Salvatore Fiore costumi Annalisa Ciaramella scene Luigi Ferrigno regia Lello Serao
Si ringraziano Daniela Ioia, Michele Iazzetta,Peppe Romano, Roberto Ingenito e Marianita Carfora tecnico audioe luci Mattia Santangelo realizzazione scene Mauro Rea
foto di scena Salvatore Liguori
una co-produzione Fondazione Teatro di Napoli, Teatri Associati di Napoli
INFO:
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