È in scena al Piccolo Bellini di Napoli fino al 22 dicembre “Per il tuo bene”, scritto e diretto da Pier Lorenzo Pisano con Alessandro Bay Rossi, Marco Cacciola, Laura Mazzi, Marina Occhionero, Edoardo Sorgente.
Per il tuo bene è stato tra gli spettacoli rivelazione della scorsa stagione. Il testo vincitore del 12° Premio Riccione “Pier Vittorio Tondelli” racconta per quadri la storia di una famiglia: un figlio ritorna a casa per affrontare una situazione difficile e con il suo arrivo si rimettono in moto tragicomici schemi familiari. Ritornare dove si è cresciuti è un’immersione nella nostra prima identità, tra meccanismi inceppati e affetti che sembrano immuni al tempo che passa. Figure familiari e nuovi incontri abitano quello spazio e – in quel piccolo universo di coccole e sensi di colpa, così stretto e inaccessibile al mondo – si può scoprire che le cose stanno cambiando.
La storia che Pisano ci racconta è lo specchio di tante storie di famiglia. Perché le dinamiche relazionali tra fratelli, madri e figli, nonni e nipoti, padri e figli sono tutte situazioni che ciascuno di noi ha vissuto.
Quindi la prima sensazione che si prova nel vedere questo ragazzo che ritorna a casa dopo molto tempo e si ritrova immerso in situazioni che credeva di aver messo da parte ma che sono radicate dentro di lui è quella di ritornare indietro nel tempo, quando noi eravamo in famiglia.
I litigi, le discussioni, la noia, i silenzi, sono tutte cose perfettamente riconoscibili.
La figura paterna non compare mai, se ne parla molto ma è come una sorta di anima che aleggia su tutti loro.
La madre, in quanto tale, è onnipresente e si interessa di tutti meno che di se stessa.
La messa in scena è sicuramente la trovata più interessante, si procede come si è detto per quadri ma anche per simbolismi. Una tavola rotante e magnetizzata che somiglia a una di quelle panche lunghe per giocare in due all’altalena, si illumina e viene agita dagli attori in diversi modi. Ora è una tavola da pranzo, ora un’uscita, ora il padre stesso che non si vede mai ma la cui presenza è ingombrante.
Il testo è molto verboso, pieno di monologhi e dialoghi incalzanti in cui il “non detto” ha molto più peso del “detto”; come spesso accade nelle relazioni.
Questo testo è sicuramente molto denso e pieno di senso, interessante da leggere per scoprirne tutte le pieghe e i significati. Talmente profondo nel contenuto che di fatto è stato impossibile renderlo in tutta la sua complessità sulla scena. Ma sicuramente l’autore si è avvicinato molto con la messa in scena aiutato anche dall’ottima interpretazione degli attori e dal sistema narrativo per quadri.
Marina Occhionero, all’indomani della vincita del prestigioso premio Ubu come miglior attrice under 35, ha poche scene ma d’effetto, perché lascia sicuramente il segno dimostrando di aver meritato il riconoscimento.
Edoardo Sorgente, conferma le sue doti dimostrando una maturità in più rispetto ai lavori precedenti, riuscendo a lavorare sui silenzi e le pause.
Marco Cacciola, nel suo ruolo dell’uomo qualunque ci ha regalato dei begli intermezzi comici.
Alessandro Bay Rossi, il figlio più piccolo è stato il tocco brillante della rappresentazione insieme con Cacciola.
Le scene sono di Giulia Carnevali, i costumi sono di Raffaella Toni, le luci sono di Vincenzo Bonaffini e il sound design è di Mattia Persico. La produzione è di Emilia Romagna Teatro Fondazione, Arca Azzurra Produzioni, Riccione Teatro.
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