È di scena al Teatro Bellini di Napoli fino al 15 dicembre Dr. Nest dei Familie Floz, la compagnia berlinese che sa divertire, riflettere e approfondire senza mai servirsi della parola ma solo di umanissime maschere, più espressive dei volti reali.
Dopo Teatro Delusio tornano a Napoli con Dr. Nest, un lavoro che si addentra nell’enigmatica cartografia del cervello e raccontare le torbide profondità dell’animo umano attraverso la storia del Dottor Nest. Ispirata da paradossali descrizioni di casi provenienti dalla neurologia, attraverso la storia del Dr Nest la compagnia ci spalanca le porte della sperduta casa di cura «Villa Blanca» per rivelare al pubblico i mondi bizzarri degli inquilini e del personale. Un giorno, il dottore viene svegliato di buon mattino da alcune voci e quando torna lentamente in sé nel reparto del remoto sanatorio «Villa Blanca», si ritrova solo. È preso dall’inquietudine. Per quanto l’ambiente circostante, i pazienti in arrivo e le infermiere in servizio gli siano familiari, egli si sente estraneo a sé stesso. Che cosa ci fa qui? Alla ricerca di certezze si aggrappa ai frammenti della sua memoria – la vita che si è lasciato alle spalle, i numerosi riconoscimenti ricevuti e ciò che egli ritiene essere la sua vocazione. Spinto dalla curiosità, dalla sete di conoscenza e dall’empatia incontra i suoi pazienti, tanto insoliti quanto misteriosi: corpi con vita propria, personalità dissociate, stati confusionali, demoni e allucinazioni. Movimento, spazio, parola, luce e suono danno vita ad un racconto, tragico e comico, incentrato sulle fragilità del destino umano.
A volte la comunicazione più efficace non ha bisogno di parole e lo spettacolo dei Familie Floz è estremamente espressivo e sensato pur svolgendosi nell’assenza della parola.
Gli attori sono più che semplici esecutori, loro sono dei performer a tutto tondo, animali da palcoscenico che riescono a raccontarci la storia con leggerezza, ironia ma anche tanta serietà.
Le maschere che indossano per tutto il tempo sembrano vive per quanto sono espressive.
La storia non è soltanto quella del Dr. Nest ma di tutti noi, poiché la dimensione onirica in cui il personaggio agisce è qualcosa di straniante ma allo stesso tempo di familiare.
I tormenti e le angosce, le domande e le riflessioni del protagonista ricordano qualcosa di atavico, come un inconscio collettivo che ci riguarda da vicino.
L’ambientazione è una clinica ma in realtà si tratta della psiche umana. La maschera, il doppio per eccellenza, la falsità e l’ambiguità rivela in questo caso l’essenza dell’uomo, mostrando un’espressività impressionante che deriva innanzitutto dal conflitto corporeo.
Le scene mobili vengono spostate dagli stessi attori fluttuando quasi nello spazio, muovendosi come nuvole e mutando rapidamente. Proprio come accadrebbe in un sogno, quando gli ambienti nella nostra testa sono volatili, cambiando di continuo.
Familie Flöz fa teatro servendosi di mezzi che vengono “prima” del linguaggio parlato. Ogni conflitto si manifesta prima di tutto nel corpo. Il conflitto corporeo è l’origine di ogni situazione drammatica. Tutte le pièce teatrali hanno origine da un processo creativo-collettivo, nel quale tutti gli interpreti fungono anche da autori di figure e di situazioni. Nel corso di svariate improvvisazioni, il gruppo individua un tema, raccoglie materiale drammatico e ne discute ancora molto a lungo, prima di mettere in gioco le maschere. Similmente a un testo, una maschera porta con sé non solo una forma, ma anche un contenuto. Il processo di sviluppo di una maschera, che va dalla sperimentazione sul palco, fino alla simbiosi attore/maschera è determinante per il risultato.
Il paradosso fondamentale della maschera, cioè il fatto di celare un viso animato dietro una forma statica e con essa di creare figure viventi, costituisce per l’attore una vera e propria sfida da raccogliere. E non solo per lui. La maschera prende vita innanzitutto nell’immaginazione dello spettatore, il quale in questo modo ne diventa, in una certa misura, anche il creatore. Ricettivi anche verso le reazioni degli spettatori, con uno sguardo critico sempre rivolto al proprio lavoro, tutte le produzioni Flöz vengono spesso modificate nel corso del tempo, sviluppando così la loro pienezza e intensità.
I Familie Floz ci fanno tornare al piacere di stare a teatro e godere della storia, in un mondo in cui di parole ce ne sono anche troppe è bello tornare per un momento al silenzio e all’efficacia del gesto.
FAMILIE FLÖZ – DR NEST
Una produzione Familie Flöz in coproduzione con Theaterhaus Stuttgart, Stadttheater Wolfsburg e L’Odyssée Périgueux, con il supporto del Schleswig-Holstein Music Festival e Theater Duisburg. Finanziata da Hauptstadt Kulturfond e da Fonds Transfabrik.
Un´opera di Fabian Baumgarten, Anna Kistel, Björn Leese, Benjamin Reber, Hajo Schüler, Mats Suethoff, Michael Vogel Con Fabian Baumgarten, Anna Kistel, Björn Leese, Benjamin Reber, Mats Suethoff Regia, Maschere, Hajo Schüler, Co-Regia Michael Vogel Scenografie Felix Nolze / Rotes Pferd Costumi Mascha Schubert Musiche Fabian Kalbitzer Sound Design Dirk Schröder Video Martin Eidenberger Disigno Luci Reinhard Hubert Direttore di produzione Gianni Bettucci Produzione Julia Danila, Dorén Grafendorf Assistenza Scenografie Theresa Hechtbauer Assistenza Maschere Franziska Schubert
In Memoriam Paco Gonzalez
Prima 28. März 2018, Halle Ostkreuz Berlin
INFO:
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