Al Teatro Bellini di Napoli, fino al 17 novembre, andrà in scena Rumori fuori scena, testo di Michael Frayn tradotto da Filippo Ottoni per la regia di Valerio Binasco.
Lo spettacolo è un cult del teatro contemporaneo: Rumori fuori scena ironizza e celebra il percorso e le difficoltà di una compagnia di goffi e buffi teatranti mettendo in scena tutte le dinamiche relazionali e gli inevitabili conflitti che possono sorgere in un gruppo coeso e che lavora a stretto contatto per mesi. In una compagnia teatrale, si sa, può accadere di tutto, e forse si comprende meglio quanto accade in scena se si può guardare ciò che succede dietro le quinte mentre lo spettacolo va avanti.
Sia l’autore del testo che lo stesso Binasco già confrontatosi più volte con la commedia conoscendone bene i meccanismi, affrontano questi argomenti con leggerezza e grande ironia tanto da non lasciare mai il pubblico senza una risata.
Veniamo così messi a parte con un affettuoso sarcasmo delle dinamiche che si celano dietro uno spettacolo dalle prove al debutto per vedere poi in che stato si trova la compagnia dopo alcune settimane di tournée. Ne vengono fuori gli equivoci più esilaranti.
La struttura in questo caso non può che essere in tre atti ciascuno dei quali racconta uno dei tre momenti chiave del lavoro di una farsa erotica che una compagnia sgangherata deve mettere in scena. Si svelano le figure più tipiche di questo mondo, dall’attricetta smemorata e mediocre ma bella che si trova lì per una tresca con il regista, passando all’attore ubriacone e mai puntuale fino ai tipici personaggi che fanno da collante di qualsiasi gruppo e che cercano di mantenere la pace portando a casa il lavoro. Si tratta di dinamiche ben note a tutti e che riguardano in effetti, sia pure con alcune differenze, qualsiasi ambiente di lavoro.
Due storie parallele, quella in scena e quella dietro le quinte si sviluppano e si incastrano davanti ai nostri occhi. Così come in scena, anche e soprattutto dietro le quinte si dipana la dimensione farsesca delle relazioni tra i personaggi. Gli intrighi e gli intrecci fra gli attori della compagnia sembrano non lasciare spazio a momenti di riflessione o pentimento degli stessi. Non c’è tempo per fermarsi a pensare, tutto deve andare avanti.
Il pubblico diventa “personaggio” della storia e parte integrante della dinamica, soprattutto nel primo atto quando si svolgono le prove e il regista/personaggio (lo stesso Valerio Binasco) si muove in piena libertà dal palco alla platea stessa sfruttando tutto lo spazio a disposizione. Da parte di Binasco c’è pertanto una continua interazione con il pubblico; il regista ne sfrutta le reazioni per improvvisare delle battute e in base a quanto accade si diverte a mandarlo in confusione. Per esempio viene da chiedersi se alcuni problemi tecnici siano studiati o se se sono stati sfruttati in diretta si è poi giocato su quello per fare un altro sketch comico. E’ molto probabile la prima opzione ma ogni cosa viene fatta passare come se fosse reale, improvvisata e ciò dà anche un senso di realtà.
La cosa più sorprendente sono stati i tempi sempre perfetti, senza sbavature. Per la quantità di errori e interruzioni che si verificano nel corso della storia e per i continui sali scendi degli attori che vivono la scenografia a tutto tondo il minimo sbaglio o approssimazione sarebbero stati fatali e avrebbero fatto di questo spettacolo un lavoro mediocre.
Invece non si smette mai di ridere, due ore di pièce volano via che è un piacere e gli attori non perdono mai in forza e presenza scenica. Alcuni di loro sono perfino atletici nei movimenti.
Rumori fuori scena è un piacere dall’inizio alla fine e la scelta degli interpreti è stata azzeccata per ciascun personaggio. E’ difficile trovare note stonate in un lavoro come questo che ha soprattutto il merito di regalare allo spettatore un piacevole interludio che mette in pausa i drammi del mondo reale.
Rumori fuori scena ha debuttato nel 1982 a Londra, trasformandosi immediatamente in un successo internazionale. In seguito, nel 1992, lo spettacolo è stato trasformato in un film diretto da Peter Bogdanovich e interpretato tra gli altri da Michael Caine e Christopher Reeve.
In scena Francesca Agostini, Valerio Binasco, Fabrizio Contri, Andrea Di Casa, Giordana Faggiano, Elena Gigliotti, Milvia Marigliano, Nicola Pannelli, Ivan Zerbinati. Le scene sono di Margherita Palli, i costumi di Sandra Cardini, le luci di Pasquale Mari. La produzione è del Teatro Stabile di Torino– Teatro Nazionale con il sostegno di Fondazione CRT.
La tournée dello spettacolo
30 ottobre – 10 novembre 2019 | Piccolo Teatro – Teatro Strehler | Milano
12 – 17 novembre 2019 | Teatro Bellini | Napoli
20 – 24 novembre 2019 | Teatro Il Rossetti | Trieste
26 novembre – 1 dicembre 2019 | Teatro Della Corte | Genova
5 – 8 dicembre 2019 | Teatro Comunale | Bolzano
10 dicembre 2019 | Teatro Sanzio | Urbino
12 – 15 dicembre 2019 | Teatro Delle Muse | Ancona
18 – 22 dicembre 2019 | Teatro Toniolo | Mestre (VE)
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