A 90 anni dalla nascita di Anne Frank esce nelle sale cinematografiche, l’11, 12, 13 novembre, il film #Annefrank. Vite parallele. Uno straordinario documentario che racconta attraverso le parole del diario di Anne, lette dal premio Oscar Helen Mirren, e le toccanti storie di cinque donne sopravvissute all’Olocausto, allora bambine e adolescenti, Arianna Szörenyi, Sarah Lichtsztejn-Montard, Helga Weiss e le sorelle Andra e Tatiana Bucci, una delle vicende che ha segnato in modo brutale la nostra storia.
Una storia che non dovrebbe mai più ripetersi perché proprio dalle atrocità subite, in un non lontano passato, bisognerebbe imparare e essere persone migliori, invece proprio in questi giorni viviamo storie analoghe, che fanno paura. Proprio ieri, durante la proiezione in anteprima del film, il giornalista Gad Lerner ha manifestato la propria solidarietà alla senatrice a vita Liliana Segre, vittima di messaggi d’odio a sfondo razziale, alla quale è stata affidata la scorta. Vittima delle stesse volgarità che colpirono Anna Frank. Uno scenario davvero inquietante che porta a un dovere morale, non solo di andare a vedere questo film, ancora meglio ascoltarlo con attenzione, ma a fare, ognuno di noi, un serio esame di coscienza su dove stiamo portano il paese e che cosa vogliamo ci venga restituito.
Perché come disse Primo Levi “la peste si è spenta ma l’infezione serpeggia”.
Allora è ancora necessario portare in primo piano gli accadimenti che cambiarono la storia del mondo, anche se molti hanno il coraggio di affermare che sia storia vecchia, che non ci sia più necessità di parlarne ma, è evidente, che non sia così e le ragioni sono sotto ai nostri occhi quotidianamente.
Questa è una storia che non dobbiamo mai dimenticare. Stiamo iniziando a perdere la generazione dei testimoni di quanto è successo in Europa in quei terribili giorni. Per questo è più importante che mai mantenere viva la memoria guardando al futuro. Con le guerre in Siria, Libia, Iraq, con l’immigrazione che sta interessando tutta l’Europa, è così facile puntare il dito su popoli, culture, persone diverse e dire “Sono la causa dei nostri problemi.
In questo modo il docufilm #Annefrank. Vite parallele si inserisce perfettamente in questo momento storico ponendoci alcune dolorose domande che non riceveranno mai una risposta: Come sarebbe stata la vita di Anne Frank se avesse potuto vivere dopo Auschwitz e Bergen Belsen? Cosa ne sarebbe stato dei suoi desideri, delle speranze di cui scriveva nei suoi diari? Cosa ci avrebbe raccontato della persecuzione, dei campi di concentramento? Come avrebbe interpretato la realtà attuale, il rinascente antisemitismo, i nuovi razzismi?
Certo è che, ancora oggi, Anne resta un punto di riferimento, uno specchio attraverso cui i ragazzi imparano a guardare il mondo e a farsi delle domande. Anne scriveva di sé, di ciò che accadeva nell’Europa in fiamme, del Nazismo. E per confidare le sue paure e le sue riflessioni inventa un’amica immaginaria: Kitty. Helen Mirren accompagna gli spettatori nella storia di Anne attraverso le parole del diario. Il set è la camera del rifugio segreto di Amsterdam in cui la ragazzina resta nascosta per oltre due anni. È stata ricostruita nei minimi dettagli dagli scenografi del Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa. Una straordinaria e dettagliata ricostruzione ambientale che ci riporterà al 1942. Nella stanza ci sono gli oggetti della sua vita, le fotografie con cui aveva tappezzato le pareti, i quaderni su cui scriveva.
Una giovane attrice, interpretata da Martina Gatti, ha invece il ruolo di guidarci nei luoghi di Anne e delle superstiti della Shoah. È lei a viaggiare per l’Europa alla scoperta delle tappe della breve vita di Anne. È una giovane di oggi che vuole conoscere la storia dell’adolescente ebrea diventata simbolo della più grande tragedia del ‘900 e ci parla soprattutto attraverso i social. Sono le foto e i post il suo linguaggio. Attraverso questi, la Gatti racconta e interpreta quello che scopre, quello che vede, dal campo di concentramento di Bergen-Belsen in Germania (dove Anne e sua sorella Margot muoiono) al Memoriale della Shoah di Parigi, fino alla visita nel rifugio segreto nella capitale olandese. Martina rappresenta una delle migliaia di teenager che si sentono vicine ad Anne, una delle tante amiche immaginarie, delle tante Kitty che ovunque nel mondo sognano di avere un posto speciale nel cuore della Frank.
Martina scrive una sorta di diario digitale capace di parlare ai suoi coetanei: un modo immediato per mettere in relazione le tragedie passate con il presente, di capire quale sia oggi l’antidoto contro ogni forma di razzismo, discriminazione e antisemitismo. È la sua curiosità, la sua voglia di non restare indifferente, a farci riscoprire l’assoluta contemporaneità delle parole di Anne Frank, ma anche la potenza delle voci di chi ancora può ricordare. Quelle di Arianna, Sarah, Helga, Andra e Tatiana, le storie parallele. Come Anne Frank hanno subito, da giovanissime, la persecuzione e la deportazione. A loro è stata negata l’infanzia, hanno perduto nei lager madri, padri fratelli, amici, amori. I racconti delle sopravvissute alla Shoah danno voce al silenzio del diario di Anne, che si interrompe improvvisamente con l’arresto di tutti gli ospiti del rifugio segreto di Amsterdam il 4 agosto 1944. Donne che si raccontano, a volte interrotte dall’emozione. Come quando Arianna, deportata a 11 anni, rievoca i suoi incontri con la madre attraverso il filo spinato di Auschwitz. Ma nel loro narrare c’è anche forza, sfida, ironia. Un esempio è la descrizione del gioco “surreale” che Sarah organizzava in campo con le altre ragazzine: una gara fra pulci. Non si vinceva niente ma aiutava a vivere.
#AnneFrank. Vite parallele è prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital in partecipazione con Rai Cinema in collaborazione con l’Anne Frank Fonds di Basilea e con il Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa. Sarà distribuito nei cinema italiani solo l’11, 12 e 13 novembre con i media partner Radio Capital e MYmovies. L’evento è patrocinato da UCEI, Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
#AnneFrank. Parallel stories (Nexo Digital / Sony Masterworks), la colonna sonora del docu-film, è firmata da Lele Marchitelli e sarà disponibile su tutte le piattaforme digitali dall’11 ottobre 2019.
In occasione dell’uscita del docu-film, nasce anche il profilo Instagram @CaraAnneFrank: come Kitty contemporanee, tutti noi possiamo parlare ad Anne e alle altre testimoni raccontando loro i nostri pensieri e le nostre emozioni sul tema della memoria. È questo l’invito rivolto a studenti e lettori in occasione dell’uscita in sala di #ANNEFRANK. VITE PARALLELE, che si prefigge di mettere nuovamente in luce l’assoluta contemporaneità del messaggio e delle testimonianze di Anne, Arianna, Sarah, Helga, Andra e Tatiana come strumento per decifrare il mondo attuale e come antidoto contro ogni forma di razzismo.
È stato inoltre ideato un progetto specifico che prevede la programmazione di speciali matinée al cinema dedicate alle scuole (per prenotazioni: Maria Chiara Buongiorno, progetto.scuole@nexodigital.it, tel 02 805 1633).
www.annefrankviteparallele.com
@CaraAnneFrank
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